Maurizio Sgroi

Giornalista socioeconomico ed esperto di comunicazione. Ha lavorato per un numero imprecisato di giornali, sviluppato progetti editoriali, scritto libri. Tre anni fa ha fondato il blog TheWalkingDebt.org, diventato rapidamente un punto di riferimento per appassionati di storie economiche, segnalandosi per uno stile che predilige la narrazione, la divulgazione e il rigore informativo. Fra le altre cose coltiva una passione, non ricambiata, per l’economia internazionale.
21 Luglio 2015

La verde Irlanda è ancora al verde (e ci resterà a lungo)

Leggo l’ultimo Post-Programme Surveillance Report sull’Irlanda che la Commissione europea ha pubblicato pochi giorni fa, proprio insieme a un altro paper nel quale si magnificano i risultati ottenuti da questo programma di aiuti fra il 2010 e il 2013, adottato quando l’Irlanda entrò nel cono d’ombra della sua crisi peggiore. Come ogni narrazione, anche quella sull’Irlanda offre argomenti contrastanti, utili a entrambe le fazioni, che vogliono l’Europa ora maledizione perniciosa, ora benedizione necessaria, trovandosi infine la migliore sintesi nell’esordio del documento che recita più o meno così: l’Irlanda si sta...

16 Luglio 2015

Risparmio e rischi, così l'innovazione finanziaria spiazza (ancora) i regolatori

Guardo il grafico che la Banca dei Regolamenti Internazionali (in inglese Bank for International Settlements, nota come la banca delle banche centrali)  ha pubblicato nella sua ultima relazione annuale che illustra l'incredibile cavalcata dell'asset management, definitivamente convinto che dietro quei 75 trilioni di masse gestite, da pochissimi, si annidi il lato oscuro dei debiti che qualcuno dovrà necessariamente ripagare. E non è tanto l'ammontare in valori assoluti di tale montagna che mi stupisce, ma la progressione dello sviluppo di un settore che valeva "solo" 30 trilioni nel 2002, ma aveva già superato i 60 prima della...

08 Luglio 2015

Breaking news: il problema dell'Italia è il debito privato. Parola del FMI

Ho scoperto, leggendo l'ultimo staff report sull'Italia del Fmi, che il problema dell'Italia versione 2015 non è più il debito pubblico, che pur essendo "esposto a diversi rischi rimane sostenibile", ma il debito privato. Non tanto delle famiglie, che appaiono comunque fra le meno indebitate d'Europa, ma delle imprese. I non performing loans (NPLs), scrive, "al 17% hanno raggiunto un livello sistemico, impedendo l'offerta di credito e limitano potenzialmente gli investimenti". Se infatti guardiamo al grafico che analizza l'offerta e la domanda di credito notiamo due cose: la prima è la scomparsa della domanda di credito, che segnala...

04 Luglio 2015

Haircut o no, il secolo breve dei greci è una promessa di disperazione

Il terribile XXI secolo dei greci, iniziato nel 2010, non terminerà prima del 2064, a quanto pare. E non è detto che finisca bene. L'analisi di sostenibilità pubblicata dal Fondo monetario internazionale, infatti, illustra con chiarezza che il malfunzionamento dell'economia greca è profondo e ha generato una voragine che inghiotte decine di miliardi di aiuti senza che ciò serva a colmarla. L'opinione pubblica scopre così che servono 50-60 miliardi ai greci prima possibile, per rendere in qualche modo sostenibile un debito che sennò non lo è. Se fossi greco, poi, e leggessi quello che scrive il Fmi rimarrei di stucco. Nella

02 Luglio 2015

La produttività paga il conto dei boom finanziari, parola di Bis

Scorro l'ultima relazione annuale della Bis, la Banca dei regolamenti internazionali nota anche come banca delle banche centrali, e trovo un approfondimento che aggiunge un tassello importante alla mia personale comprensione dello spirito del nostro tempo. Il tema in questione è il rapporto fra i boom finanziari e l'andamento della produttività, il cui declino, per opinione ormai pressoché unanime, è all'origine di sostanziose speculazioni sulla nostra più o meno inevitabile stagnazione secolare. Col sottotitolo, ormai neanche più celato, che tale declino produttivo debba in qualche modo esser collegato all'andamento dei salari:...

30 Giugno 2015

Europa, missione mai compiuta. L'OMT che ha fatto flop non è quello di Draghi

Sfogliavo l'ultimo bollettino della Bce e ad un certo punto mi è caduto l'occhio sulla sigla OMT. Ho subito pensato che si riferisse al celeberrimo (per modo di dire) Outright Monetary Transactions di cui Francoforte si è fatta promotrice nel lontano 2012 per raddrizzare le sorti della moneta unica. Mi sbagliavo. L'OMT di cui parlava la Bce era l'acronimo italiano di obiettivo di medio termine, ossia, per stesso riconoscimento della Bce, "il pilastro del meccanismo preventivo del PSC". Il PSC, vi ricordo, è il Patto di stabilità e di crescita, introdotto e poi riformato nel 2005, quando si introdusse proprio l'OMT per renderlo ancor...

26 Giugno 2015

Affidare la competitività al costo del lavoro può nuocere gravemente

Le ultime statistiche dell'Ocse sul costo unitario del lavoro (Ulc) fotografano un aumento dello 0,5% in tutta l'area, nel primo quarto 2015, ma soprattutto confermano il trend crescente di questo indicatore. Ricordo che l'Ulc è uno degli indici con i quali si misura la competitività. Non è l'unico, e neanche quello ritenuto più autenticamente informativo. Ma rimane il fatto che è l'indicatore in base al quale molti basano le proprie valutazioni sullo stato di salute di questa o quella economia. Quindi se l'Ulc aumenta, vuol dire che le condizioni di competitività di un'economia sono peggiorate. Certo, l'Ulc aggregato dell'Ocse...

22 Giugno 2015

L'ottima narrazione sul taglio dei dipendenti pubblici britannici

Molto si è scritto e si è detto sulla robusta diminuzione dei dipendenti pubblici britannici, individuata come una delle ragioni del successo delle politiche economiche del governo conservatore. In pochi però hanno analizzato le costituenti di tale "miracolo", che invece meritano un approfondimento perché molto rivelano di come tali politiche vengano condotte. Una buona occasione per riflettere la fornisce l'ultima release che l'ONS, l'ufficio statistico britannico, ha rilasciato pochi giorni fa proprio sull'andamento dell'occupazione nel settore pubblico. Il primo grafico, che rileva l'andamento dell'occupazione pubblica sin dal...

18 Giugno 2015

Tutte le Grecie dell'Eurozona (Spagna inclusa)

Che fine ha fatto il riequilibrio dell'Eurozona, mi chiedo mentre leggo l'approfondimento contenuto nell'ultimo bollettino economico che la BCE ha dedicato a quelli che una volta si chiamavano Pigs, ma che oggi dovrebbero essere aggiornati in Pigsc, visto che alla sfortunata compagnia si è aggiunta un paio d'anni fa anche la piccola Cipro, ormai scomparsa dalle cronache come d'altronde la Slovenia, che pur non avendo goduto dell'iscrizione al club ha patito almeno quanto gli altri i venti contrari della crisi. Per quanti progressi si siano fatti da quel lontano 2008, quando l'area della valuta unica scoprì di avere in casa dei paesi...

15 Giugno 2015

Il debito cinese, pubblico e privato, supera il 250% del Pil

Assai meno nota della mirabolante crescita del prodotto, l'esplosione dell'indebitamento cinese è materia che preoccupa per lo più gli addetti ai lavori, e che solo di recente ha iniziato a trovare ospitalità nelle cronache più avvedute. L'ultimo Global Economic prospects della Banca Mondiale dedica ampio spazio alla Cina, e un grafico in particolare rivela una situazione che è utile ricordare. Il dato, nudo e crudo, ci dice che il debito del settore privato cinese, diviso fra famiglie e imprese, sfiora ormai il 200% del Pil, cresciuto quasi del doppio nello spazio di un pugno di anni. Nel 2007, prima quindi della Grande...