Maurizio Sgroi

Giornalista socioeconomico ed esperto di comunicazione. Ha lavorato per un numero imprecisato di giornali, sviluppato progetti editoriali, scritto libri. Tre anni fa ha fondato il blog TheWalkingDebt.org, diventato rapidamente un punto di riferimento per appassionati di storie economiche, segnalandosi per uno stile che predilige la narrazione, la divulgazione e il rigore informativo. Fra le altre cose coltiva una passione, non ricambiata, per l’economia internazionale.
08 Marzo 2016

La disunione fiscale e le altre sofferenze delle banche italiane

Forse sarà una sorpresa per molti scoprire che le banche italiane sono praticamente le più tassate dell'Europa che conta. Nel 2014, infatti, seguendo una tendenza che data almeno dal 2006, il tax rate teorico ed effettivo sui nostri intermediari è stato il più alto fra i grandi paesi europei: 37,4% il tax rate effettivo a fronte di una percentuale di prelievo dichiarata del 32,9. La Francia, per dire, ha un tasso dichiarato più alto del nostro effettivo ma poi, per il complicato gioco del sistema tributario, finisce con un tasso effettivo del 35%, mentre la Germania somiglia più al nostro paese, ma il tasso effettivo è comunque...

04 Marzo 2016

Le sofferenze bancarie raccontano quelle delle imprese italiane

Il dibattito sulle sofferenze bancarie trascura sempre di sottolineare che a fronte di crediti incagliati ci sono debiti non pagati, e quindi tende a sorvolare su chi siano i detentori di queste obbligazioni. Sicché vale la pena di leggere un paper diffuso di recente da Bankitalia (“The debt of italian non financial firms“) che racconta in modo spassionato e preciso la parabola del debito delle imprese italiane, assai somigliante a quello delle cugine dell’Eurozona, ma dall’esito molto differente. Per ragioni microeconomiche più che macroeconomiche, oggi le imprese italiane appaiono con un indice di leverage, ossia il rapporto...

29 Febbraio 2016

Banche in balia delle onde del listino, ma il bail-in è qui per rimanere

È meglio dirlo subito per fugare le illusioni di qualcuno: il tanto contestato bail-in è qui per rimanere. Le norme che prevedono che azionisti e alcuni obbligazionisti siano i primi a pagare lo scotto di un fallimento bancario magari non sono scritte sulla pietra, quindi potranno pure essere emendate, ma non è in discussione il principio che le ha animate, ossia che lo Stato non debba più farsi carico dei bail-out, quindi di salvataggi con denaro pubblico a spese dei contribuenti. Il costo dei fallimenti bancari lo pagheranno per primi investitori e alcuni creditori delle banche. Chi dovesse dubitarne farebbe bene a leggersi...

24 Febbraio 2016

L'altra verità della robusta crescita inglese: i giovani tornano da mammà

Se vi domandate chi stia pagando il costo della crisi, e soprattutto della cosiddetta ripresa, dovreste leggere una interessante release dell’ONS, l’istituto di statistica britannico, che mostra come i giovani tornino sempre più in massa a vivere con i loro genitori. Notizia meritevole di essere approfondita, poiché succede in quel Regno Unito dove si dice la crescita sia robusta ed effettiva. E sarà sicuramente vero, ma è solo una parte della verità. All’ombra delle statistiche sul Pil (+2,2% nel 2015 sull'anno precedente) fioriscono, infatti, mutazioni sociali rilevanti, che riguardano il mercato del lavoro, quello...

18 Febbraio 2016

Referendum su Brexit? I banchieri britannici hanno già votato

Se mai ci sarà un referendum nel Regno Unito sull'uscita dall'Ue una cosa potremo darla per acquisita: il voto dei banchieri. Costoro hanno tutto da perderci a tirarsi fuori dall'Unione proprio adesso che si sta delineando il progetto della CMU (Capital market union) che promette di segnare la terza rivoluzione istituzionale europea dopo quella dell'unione monetaria e dell'unione bancaria. Perciò, se mai si voterà per questo referendum, dovremmo ricordarci ciò che scrisse a maggio 2015 la Bank of England (BoE) nella sua risposta al progetto di CMU elaborato dalla Commissione Ue: "La BoE supporta con decisione l'iniziativa della...

14 Febbraio 2016

La strategia della Fed e l'inquietante "remake" dell'enigma Greenspan

Sarà pure una coincidenza o il sommarsi di una serie di eventi sfortunati, però l’analisi dell’andamento della curva dei tassi Usa alimenta il sospetto che il timido rialzo di dicembre deciso dalla Fed abbia generato parecchia turbolenza sui mercati finanziari, il che spiegherebbe molto bene gli attuali tormenti borsistici. L’evoluzione non è passata inosservata, ma anzi è stata analizzata da un economista della Fed di Saint Louis che ha prodotto un grafico molto interessante sul quale è utile spendere qualche riflessione. Come premessa è utile ricordare che il federal fund rate, che la Fed ha innalzato dal livello 0-0,25 a...

10 Febbraio 2016

Buone nuove per il mattone italiano: crescerà dello zero virgola

Finalmente una buona notizia, mi dico, mentre osservo lo zero virgola italiano che spunta come un inizio di sole primaverile sull’inverno immobiliare che ancora vive il nostro paese. Inverno peraltro ancora rigido, come certificano anche le recenti previsioni al ribasso della Commissione Ue, dalle quali ho estratto il grafico di quelle immobiliari. Sicché, mi dico, dovrei essere contento del mio zero virgola, che sarà pure qualcosa in meno dello zero virgola della Finlandia, ma è sempre meglio del meno zero virgola del Belgio, che viene immediatamente dopo di noi, appena sotto l’asse delle ascisse. Ma poi altre informazioni...

09 Febbraio 2016

Negli Stati Uniti la bad bank la fa il governo: garanzie a gogò sui debiti

Mentre gli europei discutono e litigano su bad bank e bail-in, i nostri cugini oltreoceano non si fanno il minimo problema a fornire una robustissima stampella al sistema finanziario privato. Secondo l’ultima rilevazione del Bailout barometer della Fed di Richmond, infatti, il livello di garanzie pubbliche, implicite o esplicite, sul sistema finanziario americano ha ormai raggiunto la quota di quasi il 61% del totale nel 2014, in crescita esagerata dal comunque già notevole 43-45% del 1999 (vedi grafico). Ciò significa in pratica che quasi due terzi dei debiti privati del sistema finanziario sono in qualche modo garantite dal...

04 Febbraio 2016

Vent'anni di QE e tassi a zero non bastano al Giappone. Perché dovrebbero curare noi?

Mi fa un certo effetto leggere il governatore della banca centrale giapponese, Haruhiko Kuroda, definirsi, senza ironia apparente, “una delle persone più qualificate al mondo per parlare di tassi a zero”. La dichiarazione di Kuroda fa parte di uno speech del 16 gennaio scorso (Japan’s Experience of Overcoming the Zero Lower Bound), che quindi ha preceduto di un paio di settimane la decisione della BoJ di portare alcuni tassi sottozero. Ciò mi fa riflettere su un'altra circostanza. Ossia il fatto che il Giappone si trovi nella situazione in cui si trova adesso l’Europa, per non dire il mondo intero, da almeno un ventennio, da...

30 Gennaio 2016

Gli investimenti pubblici sono un ricordo, mentre i soldi dell'Eurozona vanno altrove

Un dato, solitamente poco osservato, ci racconta assai bene l'evoluzione recente del sistema economico dell'eurozona. Accade che la crescita dei risparmi superi quella degli investimenti di famiglie e imprese non finanziarie, che infatti rimangono deboli per diversi motivi. E tuttavia questi risparmi devono trovare un impiego. Sicché, non trovandolo laddove si originano, finiscono all’estero. La crescita dei prestiti netti esteri dell’eurozona, infatti, continua imperterrita da diversi anni, e ormai è in pieno boom. Per osservare questa curiosa evoluzione, è molto utile l’analisi dei saldi settoriali, che la Bce di recente ha...