Si occupa di risk management bancario, con esperienze maturate nel credito, nella finanza e nel trading su derivati. È attivo come blogger e collabora in report sull'economia italiana; come ricercatore indipendente è autore di articoli e paper in ambito economico e monetario. Il suo interesse per l'economia nasce con il crollo dello SME, cui seguono studi formali in materia. Dal 2006 rivolge particolare attenzione alla Scuola Austriaca sostenendone, non acriticamente, la diffusione. Fra i suoi interessi: i rapporti tra conoscenza economia e cultura, ordine economico e libertà individuale, Central Banking e concorrenza monetaria.
Non si può spiegare tutto attraverso un'unica variabile, ma qualche riflessione sugli effetti economici della demografia può essere interessante, specialmente per l'Italia. Un Paese con bassa natalità è, naturalmente, un Paese che invecchia; è perfino banale dire che questo implica un certo pattern di domanda e che incide sulla struttura produttiva, guidando investimenti ricerca e quindi di sviluppo economico in termini molto probabilmente più “conservativi”.
Una popolazione più vecchia è anche meno propensa a rischiare, più prona a posizioni consolidate comode e relativamente sicure, o più brevemente: “rendita”. Il...
Il tempo stringe. O la Grecia riceve fondi europei, impegnandosi in riforme che sconfessino le promesse elettorali di Alexis Tsipras con probabile crisi di governo (non per nulla Tsipras ha minacciato di mettere tutto a referendum), oppure fallisce. Il debito greco è da fonti anche autorevoli ritenuto “impagabile”. Se è vero, neppure fondi e riforme assicurano la soluzione della crisi e una ristrutturazione del debito dovrà essere parte della soluzione. Ristrutturazione che è pure merce di scambio per Tsipras: diluisce gli sforzi fiscali rendendo le riforme meno aspre per l'elettorato, mitigando le critiche politiche – ed il...