Francesco Mercadante (Erice, 17 marzo 1977) è professore aggregato di Analisi del Linguaggio (SIPGI, Trapani), contributor di Econopoly24, Il Sole 24 Ore, Tech Economy 2030, membro del comitato scientifico del Digital Transformation Institute. È stato consulente del Garante dei Diritti dei Detenuti della Regione Sicilia e docente di Analisi dei Testi presso l’Università degli Studi di Palermo. Le sue ultime pubblicazioni sono Le parole dell’economia Viaggio etimologico nel lessico economico (2002, Il Sole 24 Ore), Questo è il mio sangue Romanzo paradossale sulla vita di Yeshùa Christòs (2022, A&B), Riferite ciò che avete visto (2021, Amazon), L’uomo che ha appena smesso di fumare, continuando a fumare (2021, Amazon), Grammatica Umoristica (2019, Margana).
La fantasmagoria del protagonismo digitale, della presenza ubiquitaria e della comunicazione integrale ha smaterializzato i ruoli economici o, per lo meno, ne ha distrutto molti, illudendo parecchi giovani disoccupati e inadeguatamente qualificati che la speranza dell’esserci e del fare fosse già sufficiente ad assicurare un progetto di vita. Di conseguenza, sapere usare uno smartphone e un pc agganciati continuamente alla rete è parso ai più una competenza curriculare incontestabile e vincente.
Oltre la percezione, una questione di primaria importanza: girando a zonzo per il web e curiosando, anche senza impegno, tra i profili di...
L’occasione è ghiotta, di quelle che non capitano tutti i giorni. Ha appena parlato Tito Boeri, che, in qualità di economista e presidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps), ha presentato al paese la relazione annuale sul welfare. I temi sono numerosi e ricchi, ma la deriva sociolinguistica e la rappresaglia sui social network non tardano ad arrivare. Il documento è ampiamente corredato di grafici, cifre e report scientifici di pertinenza. Insomma, com’è giusto, ciascun lettore potrebbe studiarne i dati, farne un’analisi comparata, verificarne l’attendibilità, eppure accade qualcosa che ormai da tempo...
Dire che i derivati sono il male della finanza equivale a dire che la frutta fa bene ed è gustosa, ma la macedonia è dannosa e disgustosa. Non a caso, s’è diffusa presto la notizia secondo cui il loro valore in circolazione supererebbe abbondantemente i 500 trilioni di dollari. Il modo in cui si ‘si dice’ qualcosa determina sia il gradimento sociale della sortita linguistica sia il successo di chi parla o scrive o fa ciecamente e biecamente propaganda. Non a caso, se consultiamo la Banca dei Regolamenti Internazionali, ci rendiamo conto che l’esame della realtà cambia significativamente.
La cifra di 500 trilioni che abbiamo...
Ben vengano gli arresti e le condanne, le onorificenze e i cortei di piazza, le fiaccolate e le grida di scandalo, ma non si pensi che siano soluzioni! La criminalità organizzata resiste a tutto questo perché non è semplicemente un difetto della società civile; essa, diversamente, ne è parte attiva, come fosse un suo elemento, una sua componente antropologica ed economica. Già Falcone, non a caso, esortava spesso i propri interlocutori a prenderne in considerazione gli interessi economici quali punti nevralgici da colpire, evitando il giustizialismo spettacolare e, di fatto, improduttivo. A ventisei anni dalla sua morte, sembra...
Come spesso accade, il dibattito su temi d’attualità appare del tutto slegato dalla storia, dalla conoscenza e – mi sia concesso! – dall’esperienza fatta sui banchi di scuola. Si parla della questione ‘migranti’ e del caso Aquarius, ma nessuno sembra ricordare il colonialismo moderno e contemporaneo, neppure i più colti tra i salviniani. Il continente africano è stato colonizzato per quasi un millennio, il suo territorio è stato oggetto di continue e sanguinose spartizioni, le sue risorse sono state sfruttate fino al saccheggio, la sua popolazione schiavizzata. La Francia ne è stata protagonista indiscussa, ma Paesi...
Dai due euro di Palermo o Napoli ai cinque euro di Milano: poco più o poco meno, è la cifra che dobbiamo sborsare per acquistare un chilo di pane in Italia. Non è così dappertutto, per carità, ma l’approssimazione, in questo caso, ci serve per introdurre un aspetto importante della nostra esistenza economica. L’acquisto di un bene primario o di un servizio ordinario, per lo più, è un gesto quasi meccanico, incondizionato e neutrale. Più correttamente: siamo convinti che sia neutrale, anche quando non lo è.
In pratica, siamo quasi certi che una banconota da cinque euro possa consentirci di mangiare qualcosa e non ci curiamo...