Francesco Lenzi

Imprenditore nel settore immobiliare e tessile. Laureato con lode in Economia e Commercio all’Università di Firenze con tesi sulla creazione di valore nelle operazioni di finanza straordinaria. Collabora con Econopoly - Il Sole 24 ore e con LaVoce.info
06 Agosto 2017

L'incredibile default del Venezuela sul debito estero

Alla fine del 2007, prima dell’arrivo della grande recessione, il Venezuela aveva raggiunto la terza posizione tra i Paesi dell’America latina per prodotto interno lordo pro-capite. La disoccupazione era all'8% e il Cile, il Paese più ricco, aveva un Pil pro-capite superiore soltanto del 6%. Si stima che nel 2022, secondo i dati più recenti del Fondo Monetario Internazionale, il Venezuela avrà da allora perduto circa il 27% del Pil pro-capite e sarà tra i Paesi più poveri del continente sudamericano. La disoccupazione avrà superato il 35%. Il Cile, ancora primo Paese, avrà un Pil pro-capite due volte e mezzo quello...

03 Agosto 2017

I conti esteri italiani e i meriti del Qe

Il miglioramento dei conti esteri italiani è ormai sotto gli occhi di tutti. Sebbene la crescita del surplus di partite correnti sembra sia conclusa con l’esaurirsi dell’effetto fornito dalla diminuzione del prezzo del petrolio e del cambio dell’euro, il livello raggiunto in rapporto al prodotto interno lordo è prossimo ai massimi storici. Ne abbiamo parlato altre volte, e varie analisi sono state proposte per giustificare la variazione del saldo estero negli ultimi 5 anni. Compressione della domanda interna, miglioramento della competitività estera, basso prezzo del petrolio, sono tutte ragioni più volte citate a...

28 Giugno 2017

La più grande liquidazione coatta della storia spiegata punto per punto

Non sono passati nemmeno due anni da quando scrivevo dell’Eldorado perduto di tanti risparmiatori e clienti del ricco nord-est (e non solo) che mi ritrovo adesso, dopo aver letto la relazione tecnica al decreto legge 99/2017, a descrivere il modo attraverso il quale verrà condotta la più grande liquidazione coatta amministrativa della storia repubblicana. Sono ormai giorni che tutti i giornali nazionali e gran parte di quelli stranieri ne scrivono. Come noto la saga delle due banche venete si trascina da mesi, dopo che l’ennesimo aumento di capitale andato bruciato, quello di Atlante (creato per evitare che il mancato aumento di...

03 Maggio 2017

Che succede se vince Marine Le Pen? Lo spiega la macroeconomia del populismo

La novità assoluta delle elezioni presidenziali in Francia è che due candidati non appartenenti ai partiti tradizionali, socialista e repubblicano (ex-RPR e UMP), si sfidano al ballottaggio. Marine Le Pen, candidata del Front National, ha per la prima volta dal dopoguerra serie possibilità di portare il partito alla vittoria. Il programma di governo, descritto nei famosi 144 punti, si basa essenzialmente sulla narrativa del popolo contro le élite, sul restituire finalmente alla popolazione francese, alla sua classe media impoverita, la dignità che la globalizzazione, le élite finanziarie ed economiche le hanno tolto. Tale...

03 Aprile 2017

L'Eurobond è morto, viva l'Eurobond

L’attività finanziaria sicura, il cosiddetto safe asset, rappresenta all’interno di qualsiasi sistema finanziario un elemento di determinante importanza per il suo funzionamento, non solo per la capacità di essere in ogni momento liquidabile, o per essere il più sicuro strumento di trasferimento di ricchezza nel tempo, ma per il fatto di avere un rendimento inversamente correlato all’avversione al rischio presente nel sistema. Maggiore l’avversione al rischio, maggiore il valore del safe asset (e quindi minore il suo rendimento) che rappresenta così l’ancora di sicurezza alla quale aggrapparsi quando tutto sembra...

08 Marzo 2017

La Bundesbank e l'Eurosistema, è tempo di fare un po' di sana autocritica

Era circa un anno fa quando scrissi il primo di una serie di post in cui cercavo di descrivere come l’incremento del saldo debitorio della Banca d’Italia nel sistema di pagamenti della zona euro fosse nella sostanza differente rispetto a quello registrato tra il 2010 ed il 2012. Ferma restando la componente legata al rischio del sistema finanziario italiano, l’incremento delle passività estere di Banca d’Italia è stato guidato da autonome decisioni di portafoglio, principalmente degli italiani, che hanno reinvestito in attività estere le risorse emesse nell’ambito del cosiddetto Quantitative Easing. Per intendersi, se un...

16 Febbraio 2017

L'Italia, il futuro dell'euro e perché la Germania ha le sue sovrane ragioni

Il tema della rottura della zona euro pare sia tornato di stretta attualità. Mai veramente sparito nel corso degli ultimi anni, gli avvenimenti di queste settimane, dalla lettera del governatore Draghi in cui si faceva riferimento ad alcune conseguenze dell’uscita dalla zona euro, alle dichiarazioni (mal interpretate) della Cancelliera tedesca su possibili diverse velocità di appartenenza alla UE, fino all’incertezza sul risultato delle prossime elezioni in Francia, Olanda e Germania, hanno fatto riapparire il tema dell’uscita dall’euro sui media nazionali ed internazionali. E così, come un film già visto, anche lo spread tra...

26 Gennaio 2017

Che cosa ha detto veramente Draghi nella famosa lettera a Valli e Zanni

La frase posta dal Governatore della Banca Centrale Europea al termine di una lettera di risposta agli europarlamentari Valli e Zanni ha scatenato da alcuni giorni ricostruzioni più o meno fantasiose sul costo che un determinato Paese debba sopportare per uscire dall’Euro. Cerchiamo con alcune considerazioni di carattere generale di capire cosa Draghi abbia voluto dire in quella breve frase e quali siano le possibili conseguenze di un’uscita di un Paese dall’euro relativamente alla partecipazione al sistema di pagamenti della zona euro TARGET2. Innanzitutto partiamo con la frase, così come scritta: If a country were to leave the...

20 Ottobre 2016

L'inflazione su, i salari reali giù e come potrebbe andare a finire la Brexit

Ho sempre considerato la questione relativa alla cosiddetta Brexit soprattutto di natura politica, piuttosto che basata su fondate giustificazioni economiche. In fin dei conti lo status della Gran Bretagna nell'Unione europea è certamente privilegiato. La partecipazione al mercato unico è accompagnata da numerose clausole di opt-out, superiori a quelle degli altri Paesi aderenti, che le consentono una serie di deroghe all’applicazione delle normative comunitarie. L’adozione, poi, di un cambio flessibile tra sterlina ed euro ha consentito vari margini di operatività sui conti esteri e sulla posizione patrimoniale sull’estero che,...

04 Ottobre 2016

Sfatiamo il mito dell'austerità spagnola

È stata pubblicata da pochi giorni la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza del 2016. Si può leggere nelle considerazioni iniziali del Ministro dell’Economia e delle Finanze che “… in considerazione delle esigenze di carattere straordinario, il Governo potrà utilizzare, ove necessario, ulteriori margini di bilancio sino a un massimo dello 0,4 per cento del PIL per il prossimo anno...”. Come anticipato, quindi, il Governo ha stabilito che, ove necessario, utilizzerà ulteriori 0,4 punti di PIL, circa 10 miliardi di euro, di “flessibilità” rispetto al quadro programmatico per il 2017. Il tema della...