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La manifattura, il Pmi, l’Italia e… Oh la la, la France!
scritto da Alberto Annicchiarico il 01 Giugno 2015
È stata una giornata di dati in chiaroscuro per l’economia dell’eurozona. Per dire, Italia e Spagna hanno potuto godersi un Purchasing Managers’ Index (Pmi) manifatturiero di maggio da leccarsi i baffi: il nostro indice è salito a 54,8 dal 53,8 di aprile, ai massimi da 49 mesi (primavera 2011); quello spagnolo a 55,8 da 54,2, massimi da 97 mesi (sì, proprio 97). In entrambi i casi le stime sono state ampiamente superate.
Nell’intera eurozona da 52,2 si è passati a 52, segno che la dinamica è nel complesso meno brillante (le Borse non hanno festeggiato) rispetto ai due Paesi mediterranei. E, attenzione, in Germania l’indice ha subito un calo, da 52,1 a 51,1: ancora espansione, ma in frenata (minimo su tre mesi), con la crescita degli ordinativi più debole del 2015. La Francia, addirittura, resta sotto il 50, quindi ancora in area di contrazione per l’industria. Da noi si direbbe declino, anche se il dato di oggi (49,4) segna un top da 12 mesi. Insomma, due delle quattro maggiori economie in questa fase ridono, le altre due – con accenti diversi – ridono un po’ meno.
Nel pomeriggio è stato pubblicato anche il dato Usa. L’indice Ism che misura l’andamento del settore manifatturiero negli Stati Uniti a maggio è salito a 52,8 punti dai 51,5 punti di aprile. Incremento anche in questo caso maggiore di quello previsto dagli analisti, che avevano stimato una lettura di 52 punti. L’indice Pmi calcolato da Markit per gli Usa è cresciuto invece da 53,8 a 54 punti.
Uno dei primi tweet che ho letto questa mattina sulla mia timeline, mentre uscivano i dati pubblicati da Markit, è stato il seguente:
Così, se di solito passo oltre e registro le variazioni in maniera un po’ meccanica, questa volta ho voluto dare uno sguardo alla serie del Pmi. E guardate che cosa è saltato fuori:
La Spagna va alla grande (limitiamoci a questo dato, non pensiamo alla svalutazione salariale di questi anni né alla disoccupazione pur in calo ma sempre alle stelle). L’Italia la insegue – soprattutto grazie all’export, ma si dovrà stare attenti adesso al contraccolpo dei costi determinato dall’euro debole, fanno notare a Markit. Il nostro Paese è sopra la media della zona euro, precede perfino la Germania e… Oh la la, la France!
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