categoria: Distruzione creativa
L’avventura (a volte molto bella) delle startup e il film che rischia di farle molto male
Pubblichiamo un post di Benedetta Arese Lucini, imprenditrice dell’economia 2.0, cofondatrice di Oval Money –
Dopo aver letto il bellissimo post di Antonio Simeone su Egomnia e sul film The Startup ho pensato che fosse giusto dire qualcosa anche dal punto di vista di noi startupper Italiani.
Sì, perché a noi questo film fa davvero arrabbiare! Non perché volevamo la visibilità e neanche perché siamo in qualche modo invidiosi…
Semplicemente, sta pian piano succedendo che la gente comune in Italia, non solo il nostro gruppo ristretto di nerd da codice e pizza a domicilio, si sta accorgendo del mondo delle startup, e sta timidamente cominciando ad usare i nostri prodotti o servizi digitali.
E quando dopo anni di durissimo lavoro, con pochissimi finanziamenti, e con amici e famiglia che pensano che sei un fallimento, riusciamo a lanciare sul mercato italiano e accumulare duramente un paio di utenti oggi vediamo già la fine di questo piccolo miglioramento.
Perché? Perché il film ed Egomnia, secondo me, rischiano di rappresentare un grande inganno, e la gente se ne accorgerà prestissimo. E quei pochi utenti che con fatica avevamo raccolto per portare i nostri prodotti o servizi verso il successo se ne andranno velocemente, con una nuova acquisita diffidenza verso questo mondo del digitale. Ci diranno, “vedi io di questo mercato digitale non mi fido”. O anche, “potreste essere una società che non esiste e io vi do i miei dati e soldi? Poi chi mi tutela?”
Un peccato, perché l’esordio Italiano sul grande schermo del mercato delle startup poteva avere la storia di Marchetti, il fondatore di Yoox, una società di e-commerce quotata in Borsa, e riconosciuta in tutto il mondo per la sua eccellenza. O magari si sarebbero potute scegliere scegliere realtà anche più recenti. Perché non raccontare la storia di Matteo Lai con la sua Empatica, una società che insieme al MIT sta salvando vite ai malati di epilessia. O anche la storia meravigliosa di Ugo Parodi Giusino, che a Palermo ha creato Mosaicoon, un’azienda che assume oltre 100 persone, premiata nel 2016 con il Silver Stevie Award come startup più innovativa d’Europa. E potrei sceglierne molte altre…
Proprio oggi che esce nelle sale Italiane il film The Startup anche io, con i miei co fondatori Claudio Bedino, Edoardo Benedetto e Simone Marzola, debutto in Italia con la startup Oval Money, il primo salvadanaio digitale, creato intorno ad una community ed arricchito dall’intelligenza del machine learning.
Oval Money è stata creata per permettere a tutti di accumulare del capitale in poco tempo e in modo automatico. Con la sua tecnologia, Oval Money traccia ogni transazione effettuata tramite conto e carta, senza bisogno di inserirle manualmente, e fornisce un resoconto chiaro e personalizzato delle abitudini di spesa. Con una consapevolezza maggiore delle proprie finanze gli utenti possono accumulare dei risparmi che vengono spostati tramite Oval Money in un salvadanaio digitale garantito e personale.
Gli utenti di Oval Money risparmiano grazie agli “steps”, ovvero impostazioni che in automatico calcolano piccoli importi da accumulare dopo ogni spesa, come l’arrotondamento all’euro più vicino. Ad esempio, quando si spendono 7 euro e 40 per il pranzo, i rimanenti 60 centesimi vengono accantonati. Sono pochi spiccioli ma nel tempo possono diventare una somma importante.
In un paese come l’Italia che si ritrova all’ultimo posto in Europa per l’educazione finanziaria con solo il 37% che comprende i prodotti finanziari a sufficienza, l’app Oval Money vuole servire come strumento educativo per una gestione alla portata di tutti. Gli utenti utilizzando Oval Money potranno prendere decisioni finanziarie anche sofisticate più facilmente, sempre supportati dalla tecnologia e dalla community di Ovalers, che condividono le loro esperienze e gli “steps” migliori per riuscire ad accumulare capitale serenamente. Gli utenti nella beta privata di Oval Money infatti, negli ultimi tre mesi hanno accumulato in media 400 sterline, ovvero più o meno 135 sterline al mese.
Invece di essere scoraggiati dai dati sull’online banking in Italia, utilizzato solo dal 28% della popolazione rispetto a una media Europea di una persona su due, gli startupper quelli veri, decidono di rimboccarsi le maniche e trovare una soluzione migliore per gli Italiani, non di fare un film per promuovere il nulla.
Speriamo davvero che The Startup non rovini l’opportunità di migliaia di imprenditori come me, che cercano nel loro lavoro di creare delle soluzioni migliori per gli utenti, e che se li devono conquistare in un mercato già timidissimo, che così rischia di fare dei gran passi indietro.
Twitter @dettaarese