categoria: Distruzione creativa
Perché il bitcoin ha perso 400 $ in 3 giorni
Oltre 2 miliardi di dollari sono stati spazzati via in meno di tre giorni. Il valore dei bitcoin è drasticamente sceso in maniera repentina e molti si staranno chiedendo il perché.
Per capire quale sia stato il problema, occorre esaminare i processi di elaborazione delle transazioni. Le operazioni da parte degli utenti sono raccolte in blocchi che si trasformano in un ragionamento matematico complesso che possono risolvere soltanto i minatori usando computer ad alta potenza. Una volta che le soluzioni siano verificate dagli altri minatori, le transazioni possono considerarsi finalizzate e i minatori sono ricompensati in bitcoin.
Tuttavia sebbene le operazioni di cui sopra si siano sempre caratterizzate per la grande celerità con cui avvengono – e forse è proprio questo uno dei punti di forza della criptovaluta – adesso si sta verificando un fenomeno di arretrato di operazioni che non riescono più ad essere smaltite nei tempi brevi da sempre garantiti e promessi. Il numero di operazioni in arretrato è già superiore di ben 4 volte rispetto al numero registrato sei mesi fa. Si tratta chiaramente di una sconfitta per il Bitcoin che si è sempre contraddistinto rispetto al sistema finanziario tradizionale per le transazioni veloci e a basso costo.
A causa di ciò, è nato un gruppo chiamato Bitcoin Unlimited con l’intento di aumentare le dimensioni dei blocchi di modo da permettere di raggruppare più operazioni in uno stesso blocco. Anche se molti sviluppatori ritengono che aumentare le dimensioni dei blocchi possa compromettere la sicurezza delle transazioni.
Ed è qui che entra in gioco la storia del fork. Di cosa si tratta?
La vera preoccupazione concerne l’eventuale aumento di successo di Bitcoin Unlimited, evento che potrebbe avere un impatto sulla tecnologia di base dei Bitcoin, la blockchain. Bitcoin Unlimited ha una quota pari a circa l’11% di tutti i nodi in essere. I nodi sono niente meno che la spina dorsale delle infrastrutture dei bitcoin e delle relative operazioni di mining.
Se il 50 % dei minatori Bitcoin adottassero Bitcoin Unlimited, si verrebbe a creare una situazione di divario, una forchetta per l’appunto tra due grandi blockchain, nonché, tra il Bitcoin core, ovvero l’attuale infrastruttura principale e il Bitcoin unlimited.
Entrambe le tipologie di blockchain continuerebbero a funzionare fino a quando vi fossero nodi che le eseguano. E così si arriverebbe gradualmente al delinearsi di due diverse monete, il Bitcoin e il Bitcoin Unlimited.
La preoccupazione degli utenti relativa al possibile verificarsi di tale “forchetta” o comunque al mancato ridimensionamento di questa situazione di stallo ha determinato il drastico crollo cui abbiamo assistito in questi giorni. Per non parlare della richiesta da parte degli Usa di tassare i bitcoin ex post la bocciatura da parte della Sec di un ETF in Bitcoin,
Niente panico. Rispondono i militanti della prima ora e aggiungono che il punto di forza del bitcoin è la censorship resistance, l’indipendenza dalle banche centrali dell’asset, lo pseudoaninimato nei pagamenti, la social scalability di uno standard aperto open source, la permissionless innovation. Non la celerità.
Il bitcoin, dunque, non è antifragile. No. Non ancora. Servirebbe un exchange decentralizzato e non solo. Ha già tanti nemici all’esterno e non può permettersi di essere attaccato da una parte di se stesso. Non ancora. Forse mai.
Twitter @simeoneantonio1