categoria: Distruzione creativa
L’automobile elettrica e il cloud: perché Tesla acquisirà Space X
La “electrification” dell’automobile, di cui Tesla è leader e pioniere, e le necessità tecnologiche per il suo sviluppo sono state la base narrativa sulla quale Elon Musk ha costruito l’acquisizione di Solar City.
Lo stesso giorno del via libera all’operazione Solar City da parte degli azionisti di Tesla, avvenuto giovedì 17 novembre, Space X ha rivelato un piano per lanciare satelliti sub orbitali in grado di portare internet super veloce a bassa latenza.
Questo progetto potrebbe essere la chiave per Musk per cercare in futuro la fusione di Tesla e Space X.
Polmoni elettrici, cervello nel cloud
Le macchine di domani non sono solo elettriche: funzionalità self driving, utilizzo on demand, intrattenimento personalizzato, sicurezza e prestazioni.
Per funzionare, l’automobile avrà sempre più bisogno di accedere ad internet in maniera veloce ed affidabile.
Il carburante non sarà più petrolio, ma una combinazione di energia elettrica e dati.
Questi cambiamenti tecnologici portano un cambiamento di business model.
Se oggi i car manufacturer tengono in considerazione una sola dimensione — il numero di auto che riescono a vendere, ed i margini a cui riescono a farlo — domani ne dovranno tenere in conto quattro: il numero di automobili che riusciranno a distribuire sul territorio, la capacità di fornire fonti di energia per tenerle in movimento, i dati per farle funzionare e gli utilizzatori finali per generare ricavi.
Uber è posizionata meglio degli altri in termini di utilizzatori finali mentre Tesla è posizionata meglio in termini di approvigionamento energetico, essendo l’unico player ad avere un network globale di colonnine elettriche riservato alle proprie vetture.
Ancora nessuno nel mercato è in vantaggio sulla fornitura di dati, e nessuna delle Telco sembra avere la spinta per sviluppare la tecnologia necessaria a guadagnare una posizione di vantaggio.
Space X ha le competenze, le risorse e le tecnologie. Con il progetto svelato giovedì scorso, sembra avere anche la volontà di farlo.
La variabile fondamentale su cui si basa la strategia dell’azienda che ci vuole portare su Marte è la capacità che ha di trasportare satelliti in orbita ad una frazione del costo dei competitor, grazie al recente sviluppo di razzi riutilizzabili.
È da questa posizione di vantaggio tecnologico che Space X sta progettando di lanciare ed operare il network di satelliti sub orbitali. Sa di poterlo fare in maniera più efficiente di chiunque altro, Google compreso.
Il network delle automobili di Tesla, quindi, potrebbe beneficiare di una integrazione — esclusiva o anche solo prioritaria — con il network di satelliti di Space X ed acquisire un vantaggio competitivo sui competitor.
Mentre i Big — BMW, Mercedes, FIAT Chrysler — dovranno fare accordi con player locali per avere accesso a dati come stanno già facendo per la fornitura di energia elettrica, lasciando profitti sul tavolo e con prevedibili problemi di gestione delle operazioni, Tesla acquisendo Space X sarebbe in grado di offrire un servizio integrato, affidabile e con costi unitari strutturalmente minori.
Non è l’unico outcome possibile. La fusione tra Tesla e Space X è molto meno ovvia di quella appena avvenuta con Solar City.
A Space X potrebbe convenire rimanere un player orizzontale e servire sia Tesla sia i suoi competitor.
Inoltre Tesla e Solar City hanno una mission simile, mentre Space X ne ha una molto diversa — colonizzare Marte e rendere l’umanità una specie multi planetaria.
Ma se osserviamo il mercato sembra che il modello dei conglomerati, fino a pochi anni fa quasi sconosciuto nel mondo hi tech, stia riemergendo: Amazon che é evoluta in una vera tech company con AWS e lo sviluppo dei servizi cloud, Facebook in pole position su hardware VR con Oculus, Microsoft che ha acquisito Linkedin, Google che si é riposizionato come Alphabet, Alibaba e Tencent che nascono con l’idea stessa di penetrare in modo tentacolare vari settori non perfettamente adiacenti — chat, commerce, finance.
Potrebbe Tesla essere il prossimo a seguire questo modello?
Se vuoi darmi un feedback, scrivimi su twitter a @tobdea.
Ringrazio Raffaele, Lorenzo, Stefano, Maicol, Ludovico, Mattia per i preziosi input.