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Economia digitale e turismo, il gap dei musei italiani (misurato)
L’instabile contesto internazionale, esacerbato dalla Brexit, e i problemi domestici, legati soprattutto allo stato di salute delle banche, hanno spinto diversi istituti di previsione a rivedere al ribasso le stime di crescita del Pil dell’Italia (si veda ad esempio il Centro Studi di Confindustria). Il risultato deludente del secondo trimestre dell’anno in corso dovrebbe indurre il Governo ad aggiornare le prospettive di crescita in vista della nuova manovra di bilancio, anche a seguito degli eventi catastrofici che hanno riguardato di recente il Centro Italia.
In questo difficile quadro l’Italia dovrebbe puntare su quei settori economici in cui abbiamo dei vantaggi competitivi rispetto agli altri paesi e uno di questi è sicuramente il turismo.
Il settore turistico ha già offerto un importante contributo all’uscita dalla lunga recessione del 2013-2014. Secondo le statistiche della Banca d’Italia sono stati circa 81,5 milioni i turisti provenienti dall’estero nel 2015 con un incremento del 4,4 per cento rispetto all’anno precedente. Guardando alle mete preferite dagli stranieri si osserva come il Nord d’Italia sia quella favorita. Il 69 per cento degli stranieri ha scelto, nel 2015, il Nord, il 22 per cento il Centro e il 9 per cento il Mezzogiorno. Nel complesso, la Lombardia, con 21,7 milioni di turisti, è la regione più visitata dagli stranieri secondo le statistiche relative al 2015, con un impulso positivo derivante anche dall’Expo. Seguono il Veneto (13,5 milioni) e il Lazio (11,5 milioni). In coda alla classifica, invece, il Molise, la Basilicata e la Calabria (grafico 1).
Grafico 1 – Numero di turisti stranieri in Italia
Classificazione in base alla regione di destinazione
Dati in milioni di visitatori relativi al 2015
Considerando un campione composto da 21 diversi paesi al mondo BEM Research ha recentemente condotto un’analisi con la finalità di prevedere i flussi turistici dall’estero sfruttando l’informazione circa le ricerche condotte su Google relative a tematiche connesse all’Italia (è possibile scaricare il Report e-tourism da questa pagina). Per l’estate del 2016 si prevede un aumento del 3,2 per cento del flusso di turisti dall’estero rispetto allo stesso periodo di un anno prima. In valori assoluti la maggior affluenza corrisponde a circa 1,1 milioni di nuovi visitatori. Nel complesso il maggior afflusso di turisti dall’estero dovrebbe determinare un incremento della spesa per quasi mezzo miliardo di euro. In definitiva, anche nel 2016 il turismo dovrebbe continuare a sostenere la crescita economica italiana, anche se i margini di miglioramento sono ancora molto ampi.
Stante l’immenso patrimonio storico-culturale e paesaggistico che l’Italia ha a disposizione, il contributo economico che il turismo può offrire è, infatti, potenzialmente molto più elevato. Per sfruttare questi margini di crescita bisognerebbe, in primo luogo, cercare di far conoscere le nostre bellezze a un pubblico più ampio di potenziali turisti. Nell’epoca di Internet e dei social network questo obiettivo può essere raggiunto efficacemente solo attraverso la Rete.
Ma quanto l’offerta museale italiana è al passo con l’evoluzione digitale?
Secondo l’analisi realizzata da BEM Research non molto.
Tabella 1. Principali siti storico-artistici statali – performance online
(valori minino=0, valore massimo per l’Italia=100)
Dall’analisi dei principali musei e aree archeologiche statali a pagamento è risultato come sia il Cenacolo Vinciano il sito storico-artistico italiano con le migliori prestazioni online mettendo insieme le informazioni relative al web, ai social network, ai siti specializzati nel turismo (TripAdvisor) e alle applicazioni per dispositivi mobili (smartphone e tablet). Il Forte di Bard è secondo, mentre il Museo del Castello di Miramare di Trieste è terzo. Seguono il Museo Egizio di Torino e la Valle dei Templi di Agrigento (tabella 1). Tra i siti più visitati il Colosseo è settimo, mentre la Galleria degli Uffizi non supera la 12a posizione. Gli scavi di Pompei sono invece penultimi. Peggio fa solo il Museo Archeologico Nazionale del Melfese.
Il ritardo italiano nell’offerta digitale museale appare però del tutto evidente se lo si confronta con alcune delle principali attrazioni europee. Il Museo del Prado di Madrid surclassa infatti il Cenacolo Vinciano, il sito con le migliori prestazioni in Italia. Il divario è ampio anche nei confronti della Torre Eiffel di Parigi e della Torre di Londra, entrambe con performance online ben migliori (tabella 1).
Se si riuscisse a colmare il gap digitale che si osserva rispetto alle altre mete turistiche l’Italia potrebbe incrementare decisamente il numero di visitatori dall’estero (fino a 2 milioni di unità secondo le stime di BEM Research), nonché i relativi introiti.
Ma come fare per raggiungere questo obiettivo?
Un primo passo potrebbe essere quello di promuovere veri e propri percorsi di viaggio che partano dalle principali attrazioni turistiche italiane e arrivino in luoghi meno conosciuti, e questo utilizzando anche siti web in grado di offrire contenuti esclusivi e personalizzati, anche grazie all’utilizzo dei big data. Imprescindibile è l’adeguamento dell’offerta digitale da parte delle principali attrazioni turistiche italiane ai migliori standard europei. La recente iniziativa dell’Agenzia per l’Italia Digitale di introdurre delle linee guida “per un design dei servizi della pubblica amministrazione”, avente l’obiettivo di migliorare l’efficienza dei servizi online offerti dalle diverse amministrazioni, va nella giusta direzione. Siti web concepiti in modo da offrire informazioni nelle lingue dei principali paesi di provenienza dei turisti stranieri, e che curino la modalità di fruizione delle informazioni, anche attraverso i social media, sono condizioni necessarie per invogliare i potenziali visitatori a venire in Italia e godere delle bellezze che il nostro paese è in grado di offrire.
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