categoria: Res Publica
PA e sanità connesse: i dati (finalmente) al servizio dei cittadini


Post di Fabio Meloni, CEO Deda Next –
Viviamo un momento in cui la trasformazione digitale può diventare davvero la chiave di volta per una Pubblica Amministrazione e un sistema sanitario finalmente all’altezza delle aspettative dei cittadini. L’obiettivo è chiaro: rendere i servizi pubblici più efficienti, accessibili ed equi, sfruttando al meglio l’infrastruttura tecnologica che anche il PNRR ha contribuito a costruire.
Nulla di tutto questo potenziale però può essere davvero messo a terra senza orientare il cambiamento, l’innovazione e l’evoluzione, avendo come stella Polare l’interoperabilità. Senza un ecosistema di dati connessi, infatti, rischiamo di non cogliere tutte le opportunità che questo momento di profondo cambiamento può sprigionare, di vanificare gli investimenti perpetuando le inefficienze che da tempo penalizzano cittadini e imprese.
Dati al centro: la chiave per servizi migliori e più equi
L’interoperabilità dei dati è molto di più di una mera questione tecnologica. È il fattore abilitante che può garantire – finalmente – a ciascun singolo cittadino un accesso uniforme ai servizi, indipendentemente dal luogo in cui vive.
Se pensiamo al mondo della salute, il nostro sistema sanitario è certamente uno dei i migliori. Tuttavia, il Paese sconta ancora significative disomogeneità tra le regioni, con differenze sostanziali nei servizi, nelle infrastrutture e nei tempi di accesso alle cure. Lo stesso vale per la Pubblica Amministrazione nel suo complesso.
Troppe differenze tra enti locali, accesso ai servizi pubblici che varia da regione a regione e procedure burocratiche frammentate. Un sistema basato sull’interoperabilità consentirebbe, ad esempio, a ciascun cittadino di poter accedere con facilità alle pratiche digitali senza dover navigare tra piattaforme non comunicanti, di eliminare i passaggi ridondanti, ridurre i tempi di attesa e migliorare l’efficienza operativa degli enti.
Un sistema realmente connesso potrebbe migliorare la capacità predittiva delle amministrazioni, anticipando i bisogni delle persone. Questo consentirebbe di attivare misure proattive nei servizi sociali, di velocizzare le richieste di assistenza e di ridurre le disuguaglianze nell’accesso ai diritti fondamentali.
Dai dati all’azione: un ecosistema connesso
Ovviamente non basta raccogliere dati ma dobbiamo essere in grado di usarli in modo intelligente e integrato e un sistema amministrativo e sanitario moderno non può più essere frammentato in silos che non comunicano tra loro. Per questo, è essenziale un modello di sistema connesso, dove i dati viaggiano in modo sicuro tra enti locali, centrali, imprese e cittadini. Questo migliorerebbe la capacità delle istituzioni di offrire servizi realmente su misura per i bisogni della popolazione.
Lo stesso vale per il mondo delle cure. Il nostro sistema sanitario potrebbe garantire che un paziente di Bolzano e uno di Messina abbiano lo stesso livello di accesso alle informazioni sanitarie e ai servizi. Ma anche che se un paziente di Messina necessitasse di cure a Bolzano i medici avrebbero a disposizione tutte le informazioni sulla storia clinica del paziente. Non solo: significa sfruttare tutte le potenzialità delle tecnologie per l’assistenza domiciliare in un Paese che invecchia e che, quindi, avrà sempre più malati cronici di cui doversi occupare.

Il Paese sconta ancora significative disomogeneità tra le regioni, con differenze sostanziali nei servizi, nelle infrastrutture e nei tempi di accesso alle cure (Designed by Freepik)
In questo modo si potrebbe dare vita a un sistema virtuoso di comunicazioni “push” tra ente e cittadino, dove le persone non devono più muoversi da un ufficio all’altro per ottenere un certificato, ma è la PA che fornisce proattivamente le informazioni necessarie. E questo a cascata avrebbe riverbero anche sul mondo delle imprese: ridurre i tempi di rilascio delle licenze, favorire il dialogo tra enti e aziende e garantire procedure digitali fluide consentirebbe di migliorare significativamente la competitività del nostro Paese.
Benefici in termini di qualità della vita e ottimizzazione delle risorse
L’inversione di paradigma è chiara: non più il cittadino a dover rincorrere la Pubblica Amministrazione, ma la PA a mettersi al servizio del cittadino. Questo approccio può portare benefici significativi in termini di qualità della vita, ottimizzazione delle risorse e riduzione del carico burocratico, con risvolti positivi sull’economia e sulla fiducia nei servizi pubblici.
Anche l’Intelligenza artificiale in questo percorso farà da padrona e rappresenterà uno strumento strategico per ottimizzare i processi amministrativi e sanitari, migliorando l’efficienza operativa, riducendo i tempi di gestione delle richieste e garantendo risposte più rapide ed efficaci alle persone. Inoltre, la capacità predittiva dell’AI permetterà di anticipare i bisogni della popolazione proprio in ottica “push”, ottimizzando l’allocazione delle risorse pubbliche e migliorando la qualità dell’assistenza sanitaria.
E proprio in ambito salute le potenzialità saranno fondamentali per supportare, ad esempio, le diagnosi precoci, migliorare il monitoraggio a distanza dei pazienti e personalizzare le terapie, contribuendo a una medicina più pronta all’azione e basata sui dati.
Partenariato Pubblico-Privato: un’alleanza per il futuro
Il successo della digitalizzazione della PA e della sanità non può prescindere da una collaborazione strutturata tra settore pubblico e privato. Il partenariato pubblico-privato, infatti, rappresenta un elemento chiave per accelerare l’innovazione, garantire investimenti sostenibili e favorire l’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate. E in questa corsa alla digitalizzazione il coinvolgimento delle imprese tecnologiche permette lo sviluppo di soluzioni innovative su misura per le esigenze delle amministrazioni, rendendo più efficiente l’erogazione dei servizi pubblici.
L’esperienza poi ci insegna che quando pubblico e privato collaborano con obiettivi comuni, i processi di modernizzazione si accelerano, con ricadute positive per l’intero sistema paese. Oggi più che mai, è necessaria una visione comune, per rendere il nostro Paese più digitale, più giusto e più competitivo anche oltre confine.
Un Paese digitale per una società più equa
L’adozione di un approccio digitale basato sull’interoperabilità e sull’innovazione tecnologica è la chiave per trasformare la Pubblica Amministrazione in un sistema più efficiente, trasparente e accessibile. Questo cambiamento non è più rinviabile: la PA deve diventare un punto di riferimento per i cittadini, offrendo servizi sempre più vicini alle loro reali necessità.
L’esperienza di PagoPA e dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente dimostra che si può fare. Le tecnologie, che possono rendere le interazioni tra cittadini e istituzioni più semplici e immediate, ci sono e le persone sono pronte per abbracciare il cambiamento. Per costruire una PA all’altezza delle sfide future è necessario proseguire lungo questa strada, investendo in soluzioni che garantiscano efficienza, sicurezza e inclusività. È importante che tutti gli attori che possono accelerare questo processo collaborino e guardino nella stessa direzione perché un Paese digitale è un Paese più giusto.