categoria: Il denaro non dorme mai
Edilizia e ESG: non tutti i soldi sono uguali


Post di G. Tiziana Gallo, progettista e pianificatrice esperta di rigenerazione urbana –
Il tema ESG Agenda 2030 ha praticamente invaso ogni settore.
Economia, finanza, costruzioni, imprese, servizi, istruzione, formazione professionale e chi ne ha più ne metta.
È chiaro che parliamo di un sistema di indicatori che puntano a misurare la performance di ogni aspetto della vita umana, tanto pubblica, che di comunità, e anche individuale, per raggiungere i famosi 17 goal dell’Agenda 2030.
Ma perché ha senso aderire a questa prospettiva segnata prima dall’ONU e poi recepita dall’Unione Europea, che vede molte adesioni, ma spesso riceve anche molte critiche perché spesso ritenuta imposta dall’alto?
Partiamo da un presupposto.
Perché l’Europa non è un’entità astratta
L’Europa non è un’entità astratta dove c’è una sorta di Spectre che decide in segrete stanze e i poveri stati sopportano supini tali decisioni.
Esistono infatti:
- – il Parlamento europeo (Bruxelles / Strasburgo / Lussemburgo)
- – il Consiglio europeo (Bruxelles)
- – il Consiglio dell’Unione europea (Bruxelles / Lussemburgo)
- – la Commissione europea (Bruxelles/Lussemburgo/rappresentanze in tutta l’UE).
Il Parlamento europeo è eletto dai cittadini europei.
Gli altri organi sono tutti composti da rappresentanti di ognuno dei 27 Paesi che compongono la UE scelti dai Paesi medesimi, in loro rappresentanza.
Pertanto quando decide l’Europa, sono i rappresentanti di tutti i paesi che la compongono che decidono.
Comprese naturalmente le varie direttive e norme che ci “verrebbero imposte”.

Quando decide l’Europa, sono i rappresentanti di tutti i paesi che la compongono che decidono.Comprese naturalmente le varie direttive e norme che ci “verrebbero imposte” (Designed by Freepik)
Fare domanda e spendere i fondi europei
Ma qual è la verità, reale.
Che l’Unione Europea ha un bilancio, disponibile, in quota parte da ogni Paese, anche per erogare fondi in vari pacchetti di sette anni in sette anni che spesso sentiamo nominare.
Stiamo attualmente vivendo nel bilancio 2021/2027, che appunto finanzia tutti i 17 goal della Agenda 2030, e quindi ogni goal corrisponde a fondi a disposizione da ripartire tra i diversi stati ed erogati attraverso bandi che devono rispettare le regole europee. Poi, come è noto, nel post Covid è stato aggiunto il Next Generation EU, in Italia conosciuto come PNRR, incentrato sulla transizione ecologica e digitale, per sostenere la ripresa, dopo il blocco totale degli anni 2020-2021.
Certo richiedere i fondi europei non è una passeggiata.
Perché bisogna avere un know how adatto e che sia strutturato per massimizzare la possibilità dei clienti privati o comunque enti che vogliano avere accesso a tali fondi.
Il sistema di indicatori ESG Agenda 2030
La domanda naturalmente nasce spontanea.
Ma perché un’azienda, così come un ente pubblico dovrebbe fare la fatica di accedere a questi fondi, quando ci sono i fondi bancari, i fondi aziendali o i bilanci degli enti che possono permettere di realizzare ciò che vogliamo?
Quanto alle banche questo assioma ormai è completamente falso.
Perché dal 2024, con obbligo entro il 2027, le banche europee devono erogare fondi sia alle big company che al sistema delle piccole, medie e piccolissime aziende, secondo il sistema di indicatori ESG Agenda 2030, come spiegato da Banca d’Italia.
I fondi propri, che si tratti di un’azienda privata o di un ente pubblico, spesso sono distratti da costi sempre crescenti, o erogazioni dei fondi dal livello nazionale. E gli enti si trovano sempre più in difficoltà se vogliono fare investimenti importanti che vadano oltre la normale amministrazione.
Fondi ESG e progetti in edilizia
Per comprendere che cosa ci dovrebbe fare correre ad imparare come si vincono quei fondi, e a progettare, ad esempio nel settore dell’edilizia secondo gli indicatori ESG Agenda 2030, i temi prioritari sono due:
- 1. Perché devo spendere soldi miei, o chiedere inevitabilmente prestiti, quando ogni sette anni l’Italia deposita un’enorme parte del bilancio per comporre quello europeo, soldi delle tasse dei cittadini italiani, che se non usati dai noi, vengono giustamente messi a disposizione degli altri, perché orientati su specifici assi di investimento e obiettivi decisi dai 27 Paesi membri?
- 2. Perché mi devo accontentare del minimo di legge italiano e quindi di un basso livello di qualità, perché così succede la maggior parte delle volte, quando usando i fondi europei, posso alzare di molto l’asticella?
Il primo punto è abbastanza intuitivo.
Il secondo, in riferimento in particolare al settore delle costruzioni e del real estate, tema che è di riferimento per la scrivente, cambia tutto.

Il pannello di presentazione del programma “Edifici Intelligenti” per Fano, replicato in vari progetti urbani e urbanistici da nord a sud e che ad esempio, applicato al piano strategico “Taranto futuro prossimo”, sviluppato per Asset Puglia, ha contribuito a fare ottenere 800 milioni di euro con il Just Transition Fund per, transizione ecologica, rigenerazione urbana, bonifiche,.
Il concorso C40 Reinventing City e il caso Milano
E lo dimostro prendendo ad esempio la città di Milano, che, insieme a Roma, è una delle città più attraversate dal fenomeno della trasformazione urbana, essendo ormai imminenti i Giochi Olimpici invernali 2026. Milano è comunque una città di riferimento per il real estate, in quanto vi è una forte concentrazione di capitali finanziari, che determina una crescita urbana sempre sulla cresta dell’onda, e che oggi dovrebbe essere più orientata alla rigenerazione urbana.
Ebbene, l’uso di semplici capitali privati ha prodotto a Milano l’ormai molto nota inchiesta della Procura della Repubblica, che contesta numerosissime violazioni della normativa urbanistica nazionale, per circa 150 progetti e cantieri attivi in città, a cui la politica avrebbe inteso dare risposta con la cosiddetta norma “Salva Milano”.
I cantieri legati a progetti di rigenerazione urbana per l’adattamento e la mitigazione ai cambiamenti climatici, che molti gruppi interdisciplinari di progetto e relativi finanziatori hanno attivato a Milano come risultato della partecipazione al concorso internazionale C40 Reinventing City, non hanno avuto alcun coinvolgimento in queste violazioni..
Perché?

La città di Milano, insieme a Roma, è una delle città più attraversate dal fenomeno della trasformazione urbana (Immagine generata da AI)
Perché il C40 Reinventing City, si fonda su 10 sfide da raggiungere relative alla lotta urbana alla crisi climatica che ricalcano, in termini di performance tecniche, i 17 Goal Agenda 2030 UE.
La differenza tra normativa europea e minimo di legge italiano
La normativa europea ha degli standard molto più alti in termini di performance richieste dal progetto, rispetto al minimo di legge italiano, che è veramente spesso molto al di sotto degli standard europei. Tanto che nei bandi C40 reinventing City Milano, le richieste di performance da garantire con i progetti proposti, dovevano considerare BAU (Base As Usual), appunto il minimo di legge di norma italiano, a cui deve rispondere l’edilizia corrente, che andava abbondantemente superato su standard, appunto, di caratura internazionale.
Cosa significa questo?
Che usare una modalità progettuale che risponda agli ESG 2030 EU:
- 1. permette di recepire fondi extra bilancio della UE, per realizzare i nostri progetti pubblici o privati, usando fondi che comunque sono frutto delle tasse dei cittadini italiani; quindi sarebbe bene tornino in Italia per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese;
- 2. garantisce la rispondenza a regolamenti europei cogenti, che certo non portano a situazioni di violazione come quelle che si sarebbero verificate a Milano. Bruxelles, infatti, invia i controlli per verificare il rispetto della norma, pena, la restituzione dei fondi erogati;
- 3. facilita, ormai, l’accesso ai fondi bancari pubblici e privati, ad esempio anche fondi CDP (Cassa Depositi e Prestiti), molto attiva nell’ambito della rigenerazione urbana legata, in particolare al social housing;
- 4. perché garantisce un livello progettuale di gran lunga superiore di quello richiesto dalla normativa italiana, garantendo anche la qualità degli interventi realizzati, migliorando di fatto la qualità di vita dei cittadini, sia che l’intervento sia di carattere pubblico o privato