Pagamenti digitali, da costo per le imprese a leva strategica

scritto da il 25 Febbraio 2025

Post di Antonio Mazza, Head of Sales Italy di wamo, conto business digitale per le PMI –

Secondo i dati del Politecnico di Milano riferiti al 1° semestre 2024, le transazioni digitali in Italia sono in continuo aumento. In particolare, il 10% dei pagamenti con carta nei punti fisici italiani è arrivato da visitatori stranieri. Un dato destinato ad aumentare: uno studio delle Camere di Commercio stima che solo per il Giubileo giungeranno quest’anno nel nostro Paese 35 milioni di turisti. E i numeri cresceranno ancora grazie alle Olimpiadi Milano-Cortina nel 2026.

Se per anni i costi di POS e commissioni sulle transazioni digitali ne hanno scoraggiato l’adozione tra molti esercenti, ristoratori, tassisti e altri piccoli imprenditori, l’ingresso sul mercato di nuove fintech sta ridefinendo le condizioni di accesso ai pagamenti elettronici e ai dati finanziari, con diversi vantaggi. A fronte di un bisogno dei consumatori che non si può più ignorare, l’impatto sui margini degli imprenditori, sui processi aziendali e, quindi, sulla nostra economia potrebbe essere notevole.

La sfida riguarda la competitività di un ecosistema fatto di piccole realtà imprenditoriali, che richiede con urgenza di completare la transizione digitale, mentre la rivoluzione dell’AI sta già ridefinendo processi e professioni in ogni ambito.

Per questo, l’innovazione finanziaria sarà sempre più strategica per la crescita di un Paese che non è solo storicamente legato all’economia del turismo e relativo indotto (18% del PIL nazionale), ma che vuole diventare meta competitiva di nuove aziende, connessioni e talenti internazionali.

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L’ingresso sul mercato di nuove fintech sta ridefinendo le condizioni di accesso ai pagamenti elettronici delle piccole realtà imprenditoriali (Designed by Freepik)

Nuovi player fintech ridefiniscono il mercato

Nell’ultimo anno, molte realtà fintech straniere si sono affacciate al mercato italiano delle PMI o hanno ampliato i propri servizi. L’ingresso di nuovi soggetti, in un contesto per anni dominato dalle banche tradizionali, sta ridefinendo le condizioni della concorrenza e dell’offerta.

Mentre resta importante per il 93% degli imprenditori la consulenza personale degli istituti di credito sul territorio (fonte: Osservatorio Fintech e Insurtech del Politecnico di Milano), si affiancano come partner per la crescita nuovi soggetti tecnologici che colmano un bisogno quotidiano di flessibilità e accessibilità ancora inappagato tra le piccole imprese.

Più potere ai dati finanziari con gli smart POS

L’ingresso sul mercato di acquirer innovativi internazionali (prestatori di servizi di pagamento con una specifica licenza per accettare transazioni con carta) sta erodendo quote di mercato alla banca, da sempre principale punto di contatto con gli esercenti. Le sinergie tecnologiche e le economie di scala generate da questi nuovi player, permettono di ridurre i costi legati al terminale, fino ad azzerarli in alcuni casi. Grazie a nuovi smart POS e software, si integrano banca digitale, transazioni POS e gestione finanziaria, per creare efficienze e vantaggi fino a pochi anni fa impensabili per i bisogni di commercianti e piccoli imprenditori. Tra questi, l’attivazione di programmi di cashback sul maggior uso delle transazioni con carta o altre forme di partnership in grado di ridurne l’impatto. Benefici che si affiancano alla semplificazione dei processi contabili, oltre a un migliore controllo sui propri dati finanziari e relative strategie aziendali, direttamente dall’app della propria banca.

Costi del POS e trasparenza

Secondo una simulazione del Politecnico per Confcommercio, che ha analizzato i maggiori acquirer in Italia, il costo sostenuto dagli esercenti si aggira oggi attorno all’1% – 1,3% del transato. C’è però un problema tangibile di trasparenza rispetto ai costi del POS, che possono salire rispetto a queste stime, arrivando a comprendere commissioni fisse, variabili, costi di canone, installazione e assistenza, non sempre esplicitati con completezza. Un aspetto molto critico per i commercianti, soprattutto se, accanto all’aumento delle transazioni digitali (+15,6%), consideriamo uno scontrino medio in forte calo a 42,80 euro (rispetto al precedente 45,50 euro), segnale di pagamenti con carta per importi sempre più contenuti.

L’ingresso sul mercato di nuove fintech concepite per mettere l’utente al centro, che propongono processi di sottoscrizione rapidi, basati su condizioni chiare e trasparenti, contribuirà a ridefinire lo standard anche in questo senso. Normalmente, il processo per aprire un conto business digitale con una neobank non supera i 10-15 minuti, inclusa la richiesta di terminali POS gratuiti, l’attivazione di sottoconti e di carte di debito aziendali. La trasparenza delle condizioni e dei costi è alla base di questa fluidità di sottoscrizione.

Un aspetto che, a sua volta, ha notevoli ricadute in termini di inclusione finanziaria. Rendere la banca più accessibile e comprensibile a categorie spesso escluse dagli strumenti finanziari tradizionali, contribuirà ad abbattere le barriere che ancora ci sono per chi vuole fare impresa in Europa.

Diversificare i partner bancari per tutelarsi da disservizi

Condizioni più vantaggiose e strumenti più agili ed efficienti generano un ulteriore vantaggio per i piccoli imprenditori. La possibilità di diversificare i propri fornitori di servizi bancari, per tutelare le proprie esigenze di liquidità e accesso ai capitali. Non di rado, negli ultimi mesi molte piccole imprese hanno subito disservizi a causa di problemi tecnici o di rete: bonifici in entrata e uscita bloccati, POS non funzionanti, con un importante impatto sui flussi di cassa di migliaia di aziende. Il rischio – che, ricordiamolo, può colpire qualsiasi soggetto anche con le massime precauzioni e tutele –  non vale la perdita che questi possibili blackout possono causare. Oggi esistono finalmente molte alternative agili e convenienti per diversificare i conti aziendali e garantire continuità.

Il costo sostenuto dagli esercenti si aggira oggi attorno all’1%-3% del transato (Designed by Freepik)

Verso un’esperienza fluida e integrata, basata sui dati

I costi dei circuiti di pagamento non spariranno, ma la tecnologia permetterà di efficientare processi che fino ad oggi richiedevano di passare da diversi soggetti e piattaforme. La tendenza sarà quella di gestire più processi finanziari da un unico punto, per avere una visione integrata di transazioni in entrata e uscita, carte, fatture, spese aziendali, pagamenti in-store, bollette e tasse, servizi di credito, assicurazioni, cambio valuta, e così via. Non solo, la disponibilità di dati in tempo reale, garantirà un servizio al cliente finale sempre migliore, a partire dalla semplicità di accesso alle informazioni, per arrivare ad un’assistenza umana di maggiore qualità, supportata dall’AI.

Per anni i piccoli imprenditori hanno visto le transazioni digitali come un costo, un male necessario. Oggi lo scenario è completamente mutato: con l’ingresso di nuovi soggetti fintech, stanno nascendo ecosistemi di servizi per offrire un’esperienza fluida e integrata, a costi ridotti. Un’opportunità preziosa per trarre valore dei propri dati, che aiuterà a prendere decisioni informate in base alle proprie abitudini di spesa, flussi di cassa e obiettivi finanziari. E che permetterà di rispondere meglio ai bisogni dei clienti finali, per restare competitivi in uno scenario sempre più globale.