Settore finanziario e manovra: l’eterno dilemma, equità o gettito?

scritto da il 29 Gennaio 2025

Post di Raffaele Villa, Tax Advisory Partner, Forvis Mazars Italia

La Legge di bilancio 2025 conferma l’attenzione del legislatore al settore finanziario, introducendo, tra l’altro, interventi mirati a rafforzare il contributo degli intermediari finanziari al gettito erariale, che sollevano al contempo interrogativi su equilibrio e sostenibilità normativa.

Nota dolente: il rinvio della deducibilità ai fini Ires e Irap

Infatti, tra le disposizioni della Legge di Bilancio 2025[1] che avranno probabilmente l’impatto più significativo sulle banche, sugli altri intermediari finanziari e sulle compagnie di assicurazione, vi è certamente il rinvio della deducibilità ai fini dell’IRES e dell’IRAP, che era prevista per i periodi d’imposta 2025 e 2026, del recupero delle imposte differite riconosciute su talune svalutazioni e perdite su crediti, delle quote di ammortamento di avviamento e altri beni immateriali che hanno portato al riconoscimento di imposte differite, nonché dei “decimi” delle componenti negative di reddito derivanti dall’FTA (first time adoption) dell’IFRS 9.

Non è la prima volta che il legislatore richiede al settore finanziario interventi analoghi. A tale proposito, dottrina autorevole ha sollevato perplessità sulla loro reiterazione rilevando la possibile lesione dei principi di certezza del diritto e di legittimo affidamento oltreché l’iniquità delle misure in quanto indirizzate ancora una volta alla medesima platea di contribuenti.

Gli utili da destinare a riserva

A questo si aggiunge la riduzione al 54% (dall’80%) dell’importo delle perdite fiscali e delle eccedenze ACE (Aiuto alla Crescita Economica) che, nel periodo d’imposta 2025, potranno essere utilizzate per compensare l’aumento del reddito imponibile derivante da detto rinvio della deducibilità. Inoltre, a chiusura delle predette disposizioni, sono previsti il ricalcolo dei versamenti in acconto ai fini di entrambe le imposte per i periodi fiscali 2025 e 2026 e limitazioni nell’utilizzo di crediti d’imposta e contributivi per compensare le maggiori imposte dovute.

 

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti (Foto Mauro Scrobogna / LaPresse)

In aggiunta, viene introdotta una generale riduzione dell’aliquota dell’IRES al 20% per il periodo d’imposta successivo al 2024, a condizione che almeno l’80% degli utili venga destinato a riserve, che almeno il 30% di tali utili venga utilizzato per l’acquisto di nuovi beni strumentali appartenenti alle categorie dei beni cd. Industria 4.0 e 5.0, che vi sia un incremento dei livelli occupazionali e che non venga fatto ricorso al fondo di integrazione salariale (cassa integrazione guadagni).

Il ritocco all’insù per le criptovalute (era il 42%)

In più, la Legge di Bilancio 2025 prevede un aumento dal 26% al 33% (in origine si prevedeva il 42%) dell’imposta sostitutiva sui redditi derivanti da criptovalute a partire dal 2026, con la possibilità di rivalutare il valore delle criptovalute con il pagamento di un’imposta sostitutiva del 18%.

Infine, dal 2025 in poi, le imposte di bollo sui contratti di assicurazione sulla vita delle classi III e V saranno pagate annualmente anziché al momento del riscatto o della cessione. Inoltre, una disposizione specifica stabilisce che, per i contratti di assicurazione sulla vita in essere dal 1° gennaio 2025, l’importo dell’imposta di bollo maturato alla fine di ogni anno e non ancora pagato al 31 dicembre 2024, sarà versato in specifiche rate dal 2025 al 2028.

Sostenibilità ed equità normativa restano temi aperti

In conclusione, la Legge di Bilancio 2025 si presenta come un intervento articolato e incisivo per il settore finanziario, combinando misure di sostegno, come l’IRES premiale al 20% di generale applicazione, con provvedimenti onerosi, tra cui il rinvio della deducibilità e l’innalzamento dell’aliquota sulle criptovalute.

Tuttavia, la continua reiterazione degli interventi volti a differire la deducibilità dei predetti componenti negativi nel settore finanziario solleva interrogativi di carattere sistemico. La sostenibilità normativa e l’equità delle misure restano temi aperti, alimentando il dibattito sull’opportunità di un approccio più equilibrato che garantisca stabilità e tutela dell’affidamento senza rinunciare agli obiettivi di gettito e incentivazione del sistema economico.

[1] Legge n. 207 del 30 dicembre 2024.