categoria: Distruzione creativa
Legal Tech, ecco come l’AI sta trasformando il mondo del diritto
Post di Tommaso Ricci, avvocato e sviluppatore informatico, Legal Tech Ambassador di DLA Piper –
Il settore legale sta entrando in una nuova era di trasformazione digitale grazie alla tecnologia applicata al campo del diritto, nota come Legal Tech. Questa tecnologia non è più soltanto uno strumento di supporto per le attività operative quotidiane, ma si sta affermando come una risorsa strategica capace di fare la differenza. Basti pensare che gli investimenti in questo settore stanno incrementando in maniera vertiginosa. Ad esempio Harvey, startup statunitense che usa l’intelligenza artificiale di OpenAI, ha raccolto di recente 100 milioni di dollari, portando la sua valutazione a 1,5 miliardi.
La GenAI o intelligenza artificiale generativa, in particolare, è al centro di questa rivoluzione: secondo il rapporto Future Ready Lawyer 2024 di Wolters Kluwer 3 professionisti legali su 4, tra i 700 intervistati, utilizzano l’intelligenza artificiale generativa almeno una volta alla settimana. L’impatto di questa tecnologia è estremamente rilevante come rilevato da Goldman Sachs in un rapporto del marzo 2023, in cui si stima che il 44% delle attività legali negli Stati Uniti potrebbe essere automatizzato grazie a questa tecnologia, aprendo scenari inediti per la professione forense.
Gli investimenti crescenti e l’adozione sempre più diffusa indicano che il settore sta raggiungendo una maturità tecnologica, dove l’innovazione tecnologica è un elemento chiave per restare competitivi.
Principali applicazioni dell’AI nel settore legale
Le applicazioni dell’AI si estendono ormai a numerosi ambiti della professione forense, dalla gestione documentale all’analisi predittiva, rispondendo alla crescente domanda di servizi più efficienti e personalizzati da parte dei clienti.
L’analisi documentale rappresenta uno dei campi di applicazione più maturi, dove i sistemi di AI processano rapidamente grandi volumi di documenti legali, identificando pattern significativi e precedenti rilevanti. Questa tecnologia è in grado di suggerire le clausole contrattuali ottimali, basandosi su analisi storiche che evidenziano quali specifiche formulazioni hanno ottenuto maggiore successo nelle negoziazioni. La ricerca legale potenziata permette di esplorare l’intero patrimonio di conoscenze e precedenti di un’organizzazione, migliorando significativamente la qualità e la velocità.
Sul fronte dell’automazione dei processi, l’AI supporta la gestione delle attività ripetitive, dalla compilazione di moduli all’organizzazione documentale, liberando tempo prezioso per attività a maggior valore aggiunto. I sistemi di monitoraggio normativo, integrati con capacità di analytics avanzate, non solo tracciano gli aggiornamenti legislativi ma identificano anche potenziali impatti sulla compliance aziendale, suggerendo proattivamente gli adeguamenti necessari.
In questo scenario, la personalizzazione e l’efficienza dei servizi legali diventano elementi distintivi, ma richiedono una profonda consapevolezza degli strumenti utilizzati. Per garantire un reale vantaggio competitivo, è fondamentale che i professionisti sviluppino una profonda comprensione di questi strumenti, delle loro potenzialità ma anche dei loro limiti, per integrarli efficacemente nella propria pratica professionale senza comprometterne la qualità e l’affidabilità.
Limiti e rischi dell’AI nel contesto legale
L’utilizzo del Legal Tech in generale e della GenAI in particolare presenta limiti e rischi significativi nel contesto legale, che richiedono un’attenta valutazione. L’AI generativa, basata su previsioni statistiche e non sulla comprensione concettuale del testo, produce output in funzione delle istruzioni che le vengono fornite (i prompt) e del proprio dataset di addestramento, che, nel caso dei principali modelli disponibili, include prevalentemente fonti internazionali con una scarsa rappresentazione del diritto italiano.
Questo limite strutturale può compromettere l’accuratezza delle analisi legali o delle ricerche normative e giurisprudenziali. Un altro rischio rilevante è rappresentato dalle cosiddette “allucinazioni”, ovvero la generazione di contenuti apparentemente verosimili ma privi di fondamento reale. Il caso Mata vs. Avianca, in cui sono stati citati precedenti giurisprudenziali inesistenti, evidenzia le gravi conseguenze che tali errori possono avere in ambito legale.
Inoltre, l’integrazione dell’intelligenza artificiale solleva significative preoccupazioni riguardo alla tutela dei dati personali, alla riservatezza delle informazioni confidenziali e al rispetto del segreto professionale. Esiste il rischio che le informazioni riservate possano essere utilizzate impropriamente durante la fase di addestramento dei modelli, comportando divulgazioni non autorizzate. Per affrontare queste problematiche, è fondamentale configurare i sistemi per escludere l’utilizzo dei dati utente a fini di addestramento, adottare infrastrutture sicure come cloud dedicati o – dove possibile – sistemi on-premise, e garantire una formazione adeguata del personale sui protocolli di sicurezza.
Il quadro etico-deontologico emergente
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel settore legale solleva importanti questioni deontologiche ed etiche, che toccano sia la formazione dei giovani professionisti che il rapporto fiduciario con i clienti. In Italia, questa consapevolezza si riflette in un disegno di legge presentato al Senato che affronta direttamente queste sfide. Il testo prevede che l’utilizzo dell’AI nelle professioni intellettuali sia consentito esclusivamente come strumento di supporto, preservando la centralità del lavoro intellettuale. Significativamente, il disegno di legge introduce anche un obbligo di trasparenza: i professionisti devono comunicare ai clienti, in modo chiaro ed esaustivo, quali sistemi di AI vengono utilizzati nella prestazione dei servizi.
A livello di autoregolamentazione, diverse iniziative stanno emergendo per guidare un uso etico e responsabile dell’AI. In Francia, i fornitori di servizi Legal Tech hanno adottato un codice di condotta volontario che stabilisce standard etici e di trasparenza. L’American Bar Association ha pubblicato linee guida dettagliate che enfatizzano i doveri di competenza, riservatezza e trasparenza nell’uso dell’AI. Analoghe iniziative si stanno moltiplicando presso ordini professionali in tutto il mondo.
La sfida ora è sviluppare un framework normativo e deontologico che bilanci efficacemente l’innovazione tecnologica con i principi fondamentali della professione legale, anche considerando che il nuovo Regolamento Europeo sull’AI favorisce e stimola l’adozione volontaria di tali codici, fornendo un ulteriore incentivo per la standardizzazione delle prassi. Solo attraverso regole chiare e condivise sarà possibile garantire che l’AI rimanga uno strumento al servizio del professionista, preservando l’integrità della professione forense e la fiducia dei clienti.