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C’è ancora vita sul pianeta automotive? Ecco come andrà il 2025
Post di Antonio Gentile, Country Manager di Carvago per l’Italia –
Nel 2024 il settore automobilistico ha affrontato sfide significative, navigando in un panorama caratterizzato da interruzioni della catena di fornitura, aumento dei costi delle materie prime e crescenti pressioni normative legate alla sostenibilità. A queste difficoltà si aggiunge la crisi strutturale che attanaglia il settore, esacerbata dalla decisione dell’Unione Europea di eliminare gradualmente la vendita di veicoli a combustibili fossili. Questo cambiamento di politica ha esercitato un’immensa pressione sui produttori, costringendoli ad accelerare gli sforzi di elettrificazione e a confrontarsi con la complessità della transizione delle linee di produzione e dei modelli di business.
In questo contesto, il 2025 sarà un anno di transizione e consolidamento, caratterizzato da tendenze emergenti che ridefiniranno le nuove dinamiche del settore influenzate dai cambiamenti tecnologici, dalle esigenze ecologiche e dall’evoluzione del comportamento dei consumatori. Anche il mercato delle auto usate, un segmento sempre più centrale nel panorama automobilistico, sta assumendo nuove caratteristiche, con una crescente attenzione alla sostenibilità, all’innovazione digitale e alla qualità del prodotto.
Auto elettriche, un percorso tortuoso
Il 2025 sarà un anno cruciale per l’industria automobilistica europea. Mentre il divieto di vendita di veicoli alimentati da motori a combustione interna entrerà in vigore nel 2035 e la revisione del piano è prevista per il 2026, l’anno prossimo le case automobilistiche inizieranno a pagare le multe al bilancio europeo per il superamento dei limiti di emissioni di CO2 in base ai veicoli effettivamente venduti a partire dall’anno successivo. Queste quote variano per ogni produttore a seconda del rispettivo mix di prodotti, ma è impossibile rispettarle senza un aumento significativo del numero di veicoli elettrici venduti. Questo era l’obiettivo della legislazione. Il problema è che l’adozione dei veicoli elettrici non sta procedendo così rapidamente, come i legislatori europei e gli stessi produttori avevano previsto.
La quota di mercato dei veicoli elettrici si aggira intorno al 13% e in diversi mercati, tra cui quello italiano, è molto più bassa. Ad esempio, la Fiat 500e, che avrebbe dovuto diventare un grande successo elettrico per Stellantis, sta vendendo così lentamente che la sua produzione è stata ripetutamente interrotta. È ormai chiaro che lo stabilimento di Mirafiori rimarrà inattivo almeno fino al 20 gennaio 2025. Allo stesso modo, Audi ha silenziosamente interrotto la produzione della Q8 e-tron, un modello introdotto l’anno scorso. Di conseguenza, le case automobilistiche stanno rivedendo con urgenza i loro ambiziosi piani per un futuro completamente elettrico. Nel frattempo, a Bruxelles sono in corso intense trattative tra tutte le parti interessate per studiare il modo di alleggerire le normative e avvicinarsi all’effetto desiderato senza compromettere ulteriormente l’industria chiave europea.
Digitalizzazione: l’acquisto online è la nuova normalità
Il 2025 segnerà un continuo spostamento verso la digitalizzazione delle vendite di auto, sia per i veicoli nuovi, pionieristicamente introdotti da Tesla, sia per le auto usate. I clienti scoprono sempre più spesso che l’acquisto di un’auto online non è solo più conveniente, ma anche più trasparente, grazie alla possibilità di controllare a fondo le condizioni tecniche e la storia del veicolo prima dell’acquisto. Gli analisti prevedono che le vendite di auto online saranno tra i settori dell’e-commerce in più rapida crescita nel 2025: Carvago prevede una crescita di almeno il 25% su base annua per il 2024, con prospettive simili per il 2025.
ESG: un’altra normativa per un’industria troppo regolamentata
A partire dal 2025, l’industria automobilistica dell’Unione Europea dovrà conformarsi alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che amplia gli obblighi di rendicontazione non finanziaria nelle aree ESG (Environmental, Social, and Governance). Se da un lato la direttiva mira a migliorare la trasparenza e a promuovere la sostenibilità, dall’altro presenta numerose sfide.
Mobility As A Service: una soluzione promettente per le città
La mobilità come servizio (MaaS) è un concetto che integra vari servizi di trasporto come la guida, la bicicletta e la metropolitana in un’unica piattaforma digitale, consentendo agli utenti di pianificare e pagare i viaggi attraverso diverse modalità di trasporto. Sebbene il MaaS prometta di rivoluzionare la mobilità urbana, la sua implementazione è stata finora più lenta del previsto.
Gli ostacoli principali includono la complessa integrazione di diversi sistemi di trasporto, l’insufficiente interoperabilità dei dati e la mancanza di quadri normativi unificati tra gli Stati membri. Inoltre, alcuni progetti pilota hanno rivelato che senza un coinvolgimento attivo delle autorità pubbliche, il MaaS può privilegiare gli interessi commerciali rispetto al beneficio pubblico, causando potenzialmente problemi di accessibilità e di equità.
Affinché il MaaS contribuisca realmente a una mobilità più sostenibile ed efficiente, è essenziale che le autorità pubbliche assumano un ruolo attivo nella sua diffusione, stabiliscano regole chiare per una concorrenza leale e garantiscano che gli interessi dei cittadini rimangano la priorità assoluta.
Guida autonoma: non fermatevi a guardare la strada davanti a voi
La guida autonoma è stata a lungo presentata come una tecnologia rivoluzionaria in grado di trasformare radicalmente i trasporti. Tuttavia, come nel caso dei veicoli elettrici, è diventato chiaro che le previsioni che prevedevano milioni di auto autonome sulle strade europee erano troppo ottimistiche. Anche grandi aziende come Ford, Volkswagen e GM hanno di fatto abbandonato gli investimenti su larga scala nella guida autonoma. Lo sviluppo si sta invece spostando verso miglioramenti incrementali dei sistemi di guida assistita. Questi sistemi, pur richiedendo ai conducenti di monitorare continuamente il traffico, possono gestire porzioni significative di attività di guida, come la marcia in autostrada o la gestione degli ingorghi.
Un’importante accelerazione nello sviluppo potrebbe venire dall’armonizzazione e dall’allentamento delle normative sulla guida autonoma negli Stati membri dell’UE. Molti automobilisti europei sarebbero sorpresi di sapere che negli Stati Uniti la guida “hands-off” avanzata è già disponibile non solo per Tesla, ma anche per marchi come BMW o Mercedes-Benz. In Europa, invece, la funzionalità di tali sistemi rimane notevolmente limitata a causa della rigida legislazione.
Tuttavia, grazie al graduale allentamento delle normative, si prevede che entro il 2025 un numero maggiore di produttori offrirà funzionalità di guida a mani libere in Europa. Inoltre, si prevede che il numero di segmenti stradali in cui questi sistemi possono essere utilizzati e l’ambito degli scenari in cui è legalmente consentito utilizzarli si amplieranno, aprendo la strada a una più ampia adozione di questa tecnologia.
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