Transizione sostenibile: perché impegnare fondi non basta più

scritto da il 25 Novembre 2024

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres dopo il monito al Summit G20, è intervenuto al COP 29 di Baku, in Azerbaijan, evento chiuso il 22 novembre non senza strascichi polemici. Guterres ha sollecitato tutti i Paesi “a fare la loro parte, ma i Paesi del G20 devono guidare, sono i maggiori emettitori, con le maggiori capacità e responsabilità. Agire per il clima non è facoltativo, è un imperativo; ora più che mai le promesse finanziarie devono essere mantenute”.

Riflettendo sulle parole di Gutierrez, vengono alla mente le parole di  Gianluca Riccio, Presidente del Comitato Finanza del Business all’Ocse e co-presidente della Taskforce Finance ed Infrastrutture del B20. Riccio lo scorso 22 Ottobre al Summit B20 ammoniva: “Il mondo oggi è a un punto di svolta, non è sufficiente impegnare fondi, è fondamentale garantire che tali fondi fluiscano attraverso le economie e le filiere produttive a livello globale.”

Con queste parole veniva presentata a San Paolo del Brasile la pubblicazione “Finanziare la transizione sostenibile: dalle aspirazioni a meccanismi concreti e traguardi intermedi definiti“. Documento congiunto B20, il Business at OECD (BIAC), e l’Organizzazione Internazionale dei Datori di Lavoro (IOE) in contributo alla Presidenza Brasiliana del G20 da una prospettiva aziendale.  Questo documento raccomanda appunto ai Leader G20 di cercare sinergie, collaborazione e allineamento in diverse aree per supportare il finanziamento della crescita sostenibile e della stabilità.

Ogni anno, queste pubblicazioni congiunte mirano ad aiutare a tracciare la strada per l’azione dei leader del G20. I contributi per le pubblicazioni provengono da federazioni di imprese e datoriali, associazioni di PMI, grandi aziende e istituzioni finanziarie, ciascuna parte delle rispettive reti politiche di Business at OECD, B20 e IOE.  Riccio ha inoltre evidenziato che è fondamentale “sviluppare piani di transizione realistici che siano supportati da meccanismi virtuosi è fondamentale per garantire un accesso equo ai finanziamenti per la transizione; piuttosto che concentrarsi esclusivamente sul raggiungimento degli obiettivi o sull’applicazione di rigidi quadri legali, che possono essere eccessivamente onerosi per le imprese, soprattutto per le PMI”.

La realtà è che oggi la crescita economica globale è al di sotto della media storica ed è mal distribuita, con una crescita prevista del 3,2% per il 2024 e il 2025, come presentato da Mathias Cromann, Segretario Generale dell’OCSE alcune settimane fa. Inoltre, il debito pubblico è elevato e i progressi verso la sostenibilità e gli obiettivi di emissioni nette zero sono lenti, con solo il 12% degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) in linea. Il divario di investimenti sostenibili è cresciuto da 2,5 trilioni di dollari nel 2015 a oltre 4 trilioni di dollari all’anno.

Il B7 di Pescara, presieduto dall’Italia con Confindustria sotto la guida di Emma Marcegaglia, negli stessi giorni evidenziava come i paesi del G7 stanno investendo in energia pulita e infrastrutture critiche, ed in particolare quelle digitali per colmare il divario digitale e promuovere l’imprenditorialità. Tuttavia, l’esistenza di iniziative multiple e potenzialmente conflittuali evidenzia la necessità di piani di transizione coesi.

Il documento evidenzia come le nazioni G20 dovrebbero adottare un approccio più sistematico, sfruttando la tecnologia per migliorare la produttività e la competitività. Stabilire un quadro condiviso con chiari traguardi e principi allineerà politiche e azioni, aumentando la resilienza e la sostenibilità nelle filiere produttive globali.

Politiche complementari sono essenziali per dare priorità alla crescita economica inclusiva, alla produttività e alla stabilità. Riccio ha evidenziato quanto “il settore privato possa svolgere un ruolo cruciale nell’accelerare la transizione ecologica, ma un quadro comune che crei ambienti favorevoli per investimenti trasformativi è necessario per garantire un accesso equo ai finanziamenti per la transizione.”

Inoltre come evidenziato dal B7 di Pescara, per il successo a lungo termine, il G7 dovrebbe prioritizzare le riforme educative, focalizzandosi su competenze digitali e verdi, e coordinare le istituzioni di finanziamento per supportare progetti infrastrutturali e lo sviluppo sostenibile, specialmente in Africa.

Partendo dal “Sustainable Growth Propeller”, delineato proprio da Riccio nel G20 del 2022, è fondamentale sfruttare una visione d’insieme, piuttosto che agire in compartimenti stagni ed affrontare le asimmetrie che ostacolano il raggiungimento degli obiettivi climatici.  Al B20 si evidenzia appunto quanto detto anche al B7, ossia che le esigenze di finanziamento, per essere accessibili alle imprese, devono basarsi su meccanismi concreti all’interno di quadri di attuazione interoperabili tra le giurisdizioni.

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Il G20 dovrebbe adottare un approccio più sistematico, sfruttando la tecnologia per migliorare produttività e competitività (Designed by Freepik)

L’obiettivo è creare ecosistemi che stimolino gli investimenti privati per lo sviluppo a basse emissioni. Ad esempio, affrontare le esigenze di capitale circolante e liquidità è cruciale, poiché le imprese finanziariamente insicure non possono investire nelle transizioni sostenibili, anche con sussidi. Le piattaforme di pagamento anticipato (come per esempio C2FO) possono aumentare la produttività, sbloccando oltre l’1% del PIL e della crescita occupazionale. Combinare questi sforzi con altre azioni politiche e soluzioni del B20 può accelerare significativamente l’agenda di sostenibilità delle Nazioni Unite.

Il G20 Brasile 2024 ha avuto come tema centrale la “Crescita Inclusiva per un Futuro Sostenibile“, concentrandosi su un approccio olistico e integrato per stimolare la crescita economica attraverso la sostenibilità.  Questo e’ un’obbiettivo raggiungibile, come evidenzia il documento B20-BIAC-IOE, invitando il G20 a far maggior leva sulle filiere produttive e ponendo maggiore enfasi su piani di transizione realistici con meccanismi concreti rispetto a quadri legali rigidi.  Sia il B20 Brasiliano, sia il B7 Italiano hanno evidenziato quanto siano cruciali soluzioni pratiche che migliorino la produttività e stimolano una crescita economica duratura e sostenibile. La sola dipendenza dai sussidi è insufficiente a causa delle limitazioni finanziarie dei governi.