categoria: Vicolo corto
Cosa attende i leader di domani? Sfide e competenze per il futuro
Post di Benedetto Buono, founding partner di Buono & Partners e Direttore del Professional Program in Business Networking della Polimi Graduate School of Management –
A cosa andranno incontro i leader di domani? I grandi cambiamenti globali degli ultimi anni hanno impresso una forte accelerazione a trasformazioni già in atto. La pandemia ha ridefinito profondamente il modo di lavorare, l’intelligenza artificiale sta trasformando interi settori, la Generazione Z sta riscrivendo le regole del mondo professionale, e la transizione verso un’economia più sostenibile e digitalizzata è ormai improrogabile. Parallelamente, le crescenti tensioni geopolitiche e le crisi ambientali e sociali hanno rivelato la vulnerabilità di un mondo interconnesso, dove la solitudine è diventata uno dei mali più diffusi.
È tempo che le organizzazioni che aspirano a crescere e rimanere rilevanti ripensino al modello di leadership tradizionale e lo stravolgano in favore di strumenti in grado di bilanciare e fare tesoro dei cambiamenti in atto. Questo scenario globale impone una riflessione profonda su come i leader debbano evolvere le proprie competenze per rispondere alle sfide emergenti.
Come creare un nuovo modello di leadership?
Lo spiegano i risultati dell’indagine Leadership, manager e soft skill: restare rilevanti nell’epoca dell’AI, che ha analizzato le risposte di oltre 650 C-Level, raccolte dal 2015 al 2024. Il report, condotto dalla boutique di consulenza strategico-relazionale Buono & Partners, dalla società di Fractional Executive YOURgroup e dalla piattaforma HR-Tech Eggup | Zucchetti Group, riassume lo stato attuale, le opportunità e le fragilità del sistema manageriale italiano.
La ricerca ha analizzato cinque caratteristiche principali: Energia, Amicalità, Responsabilità, Stabilità Emotiva e Apertura Mentale. I risultati mostrano valori medi piuttosto elevati per ciascuno di questi tratti tra i profili C-level considerati, con punteggi superiori a 75 per ogni dimensione (scala 0-100).
Le qualità dei leader italiani
L’Energia, con una media di 75,28, rivela che i leader italiani sono generalmente energici e proattivi, capaci di motivare i team, agevolare le relazioni interpersonali anche tra generazioni diverse e affrontare con entusiasmo le sfide professionali. Va modulata però per non favorire decisioni impulsive e mantenere l’equilibrio del gruppo di lavoro.
L’Amicalità registra un valore medio ancora più alto, a 85,16, segnalando una spiccata attitudine dei C-level alla cooperazione e alle relazioni empatiche. È necessario in questo caso bilanciarla con la fermezza per non rischiare favoritismi.
La Responsabilità, che non deve risultare in un’eccessiva tendenza al perfezionismo, con un punteggio di 85,69, sottolinea un forte senso del dovere e un’attenzione alla precisione nei leader italiani.
Anche la Stabilità Emotiva, con una media di 83,61, risulta elevata, suggerendo una buona capacità di gestione dello stress, mentre l’Apertura Mentale, con un punteggio di 80,21, evidenzia una propensione dei manager italiani ad accogliere nuove idee e innovazioni, oltre che di abbracciare l’innovazione e guidare il progresso.
Il ruolo decisivo della formazione continua
I risultati mostrano quindi che sono capacità innate? Tutt’altro, la formazione continua rappresenta infatti uno strumento essenziale per sviluppare le competenze trasversali indispensabili in un mondo del lavoro in rapida trasformazione. Le soft skill analizzate non sono più semplici “opzioni accessorie”, ma si configurano come elementi imprescindibili per mantenere rilevanza in un contesto lavorativo sempre più incerto. Esse rappresentano il motore dell’innovazione, del coinvolgimento e della creazione di valore, non solo per gli stakeholder aziendali, ma anche per la società e l’ambiente.
La vera sfida per la leadership del futuro non sarà più solo adattarsi ai cambiamenti, ma anticiparli e guidarli con consapevolezza, visione strategica e un purpose autentico.