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Affitti brevi, chi vince e chi perde con la rivoluzione CIN
Post di Alessandro Marra, CEO di Domeo –
Con l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN) e l’inasprimento delle normative fiscali per gli affitti brevi, il mercato immobiliare italiano si prepara ad affrontare un’importante trasformazione. Le nuove regole mirano a regolamentare l’offerta turistica e a tutelare il mercato residenziale, con l’obiettivo di riequilibrare la disponibilità di abitazioni per i residenti nelle città con alta pressione turistica.
La normativa prevede un aumento della cedolare secca al 26% per chi possiede più di un immobile destinato agli affitti brevi (dal secondo al quarto immobile). Gli operatori con più di quattro immobili saranno considerati imprenditori, con l’obbligo di rispettare gli adempimenti previsti per le attività commerciali. Queste misure contribuiranno a distinguere tra chi gestisce poche unità immobiliari in modo non professionale e chi opera su larga scala, garantendo una maggiore equità fiscale e urbanistica.
CIN e scenari futuri: verso un mercato più equilibrato
La diffusione del CIN e le modifiche alla tassazione potrebbero portare alla “fuoriuscita” di molti immobili dal mercato degli affitti brevi, favorendo il ritorno delle proprietà nel settore residenziale a medio e lungo termine. In città come Firenze e Venezia, dove il turismo di massa ha ridotto la disponibilità di abitazioni per i residenti, questa riconversione rappresenta una risposta concreta alla crescente domanda di alloggi stabili e a prezzi accessibili.
La crescita della gestione professionale è un’altra tendenza che si sta delineando con l’aumento delle normative. I property manager e le aziende specializzate nella gestione immobiliare sono in grado di offrire soluzioni complete per i proprietari, garantendo la conformità alle nuove regole e ottimizzando la redditività degli immobili.
Politiche mirate per una convivenza equilibrata tra affitti brevi e residenti
L’uso del CIN offre, inoltre, ai Comuni uno strumento prezioso per monitorare e regolare il settore degli affitti brevi, permettendo di elaborare politiche più mirate. Le amministrazioni locali potranno avere una visione più chiara su dove e come intervenire per bilanciare l’offerta turistica con le esigenze dei residenti. Ad esempio, potrebbero decidere di limitare gli affitti brevi in determinate zone della città, oppure introdurre incentivi per chi converte le proprie proprietà in locazioni a lungo termine.
L’esperienza di città come Atene, che ha limitato le licenze per affitti brevi in alcuni quartieri del centro e aumentato la tassa di soggiorno, passando da 1,50 a 8,00 euro a notte durante l’estate, e Londra, che ha imposto un limite di 90 giorni l’anno per gli affitti brevi senza licenza, permettendo di alleviare la pressione del turismo sulle abitazioni residenziali e garantire una maggiore disponibilità di immobili per i residenti, offre sicuramente spunti interessanti per l’Italia. Adottare simili approcci in Italia potrebbe permettere di alleviare la pressione nelle città più turistiche, come Firenze e Venezia, garantendo una distribuzione più equilibrata degli immobili tra turismo e residenza.
Con il CIN un settore più professionale e sostenibile?
Con l’utilizzo del CIN, se da un lato molte attività saranno costrette a rivedere la propria presenza nel mercato, dall’altro lato emergeranno nuove opportunità per una gestione più professionale e sostenibile. L’auspicio è che questo settore, che ha portato benefici rilevanti al turismo, continui a crescere in modo regolamentato e trasparente, grazie anche al contributo di professionisti qualificati. Allo stesso tempo, i Comuni italiani potranno sfruttare queste nuove risorse per favorire un equilibrio tra turismo e residenza, promuovendo politiche che tengano conto delle specificità locali e delle esigenze di chi vive e lavora nelle città.
L’introduzione del CIN e le nuove regolamentazioni sugli affitti brevi segneranno una trasformazione significativa per il mercato immobiliare italiano. Con una maggiore trasparenza e conformità, i proprietari saranno incentivati a operare nel rispetto delle norme, favorendo un turismo più sostenibile e responsabile. Le nuove regolamentazioni offrono agli operatori del settore un’opportunità per adattarsi e crescere in un mercato più maturo e professionale, promuovendo un turismo responsabile e sostenibile.