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Uso del contante e regole Ue: tra limitazioni e libertà di scelta
Post di Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti –
La recente Direttiva Europea sull’uso del contante (UE 1624/2024) per cercare di contrastare il crimine finanziario, in vigore dallo scorso luglio, e applicabile in tutti i Paesi UE a partire dal 10 luglio 2027, necessita di alcune considerazioni. Partendo dal presupposto, scontato, che sia necessario arrestare il fenomeno del riciclaggio di denaro, occorre valutare l’impatto che gli strumenti da adottare a tale scopo abbiano sull’esercizio di altri diritti, come la libertà di utilizzo del contante e, più in generale, della scelta di come effettuare i pagamenti, soprattutto istantanei.
La nuova direttiva, infatti, impone agli Stati Membri di adottare misure per limitare drasticamente l’uso del contante, aumentando i controlli sui movimenti finanziari, col rischio di trasformare semplici operazioni, come il prelevamento, in attività che richiedano giustificazioni e autorizzazioni.
La prevenzione del riciclaggio
Nel dettaglio, la Direttiva sottolinea come, nell’Unione Europa, l’uso del contante debba essere regolamentato per prevenire il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Ecco alcuni punti chiave. Innanzitutto, un limite di utilizzo massimo fissato a 10.000 euro. Il contante, poi, continua ad avere corso legale nell’area dell’euro, il che significa che i creditori, come negozi e ristoranti, non possono rifiutare pagamenti in contante, a meno che non sia stato concordato diversamente con il cliente. Inoltre, il contante è visto come uno strumento che garantisce la privacy e l’inclusione finanziaria, permettendo a chiunque di effettuare pagamenti senza bisogno di dispositivi elettronici o connessione internet.
Le considerazioni da fare riguardano la cattiva percezione dell’uso del contante. Indubbiamente, il ricorso eccessivo a questa forma di pagamento potrebbe risultare pericoloso per la sicurezza personale. Immaginate solo cosa accadrebbe se la compravendita di un’azienda, di un bene importante o di qualcosa di pari valore, si potesse effettuare cash nella sua interezza. Allo stesso tempo, detenere, trasportare, conservare somme di denaro comporta dei costi, di cui magari abbiamo perso memoria, data la prevalenza dei pagamenti elettronici.
Ma è sempre colpa del contante?
Come in tutte le cose c’è però un retroscena: a dispetto di coloro che attribuiscono al contante, per evidenti limiti di cultura personale, o profonda ignoranza, la responsabilità di pressoché tutti i movimenti finanziari a fini di evasione o criminali, sarebbe il caso di rinfrescare la memoria o, banalmente, aggiornarla. False fatturazioni, manovre sull’Iva, compravendita dei crediti, criptovalute, scambi in preziosi (oro o diamanti, per essere sintetici), ma anche di opere d’arte, acquisto di attività dove il contante è di uso comune (bar, ristoranti, alberghi) sono i sistemi usati da decenni da parte della criminalità economica e mafiosa per trasferire ricchezze o realizzare strutturate operazioni di evasione fiscale.
La direttiva sui bonifici immediati
Maggiormente apprezzabile, e effettivamente un game changer sarebbe invece la piena attuazione della direttiva sui bonifici immediati. La direttiva sui bonifici immediati è disciplinata dal Regolamento (UE) 2024/886 del Parlamento Europeo e del Consiglio, approvato il 13 marzo 2024. Gli stati nazionali sono obbligati a renderla operativa entro e non oltre 18 mesi dall’approvazione (13/3/24). Questo regolamento modifica alcune normative precedenti per rendere i bonifici istantanei in euro disponibili a tutti, alle stesse condizioni dei bonifici tradizionali. La direttiva prevede la disponibilità, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, i bonifici istantanei.
I fondi devono essere disponibili sul conto del beneficiario entro 10 secondi dall’ordine del bonifico e le commissioni non possono essere superiori a quelle dei bonifici tradizionali. In tema di sicurezza, devono essere effettuate verifiche di corrispondenza tra il codice IBAN e il nome del beneficiario per prevenire errori o frodi. Infine, per combattere il riciclaggio devono essere previste misure per identificare persone o entità colpite da sanzioni finanziarie mirate.
Riduzione del contante, ma con raziocinio
A mio avviso ogni intento regolatorio, prima e più che mirare a sovvertire completamente lo status quo, seppur per la legittima necessità di arginare una serie di comportamenti fraudolenti, deve tenere presente l’effettiva situazione vigente e le consuetudini invalse nella comunità civile. Quindi, spazio al recepimento della nuova direttiva per la riduzione del contante, ma con raziocinio e giusta oculatezza, prevedendo i necessari controlli ma anche salvaguardando la possibilità di scelta di tutti i cittadini europei, mettendo loro a disposizione tutte le opzioni possibili e, soprattutto, il diritto di sentirsi sicuri di poter procedere ai propri pagamenti secondo le modalità più adeguate alle loro possibilità.