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Esg, così la sostenibilità diventa un miraggio per la logistica
Post di Martina Castoldi, Sustainability expert e fondatrice di Tiaki Logistics –
Il settore della logistica guarda con attenzione al 2025 e alla sua evoluzione, ma ancora non riesce a farlo in maniera costruttiva e sostenibile. Si prospetta infatti un futuro nero per la supply chain a giudicare dal sondaggio realizzato dal Digital Supply Chain Institute, e pubblicato su Logistics Viewpoints, questo ha svelato infatti che il 60% delle organizzazioni non ha una chiara definizione delle priorità in ambito ESG né a breve né a lungo termine.
Uno su cinque non considera rilevanti gli indicatori ESG
Peraltro il 57% delle aziende seleziona i fornitori senza tener conto del loro impegno dal punto di vista ambientale, sociale e di governance. Ma le brutte notizie non finiscono qua: per le restanti, ovvero quel magro 40% per cui i valori ESG rappresentano una priorità, il 19% considera la governance come area principale, il 15% dà priorità all’ambiente e solo il 6% al sociale. Inoltre nonostante il 62% degli intervistati per il sondaggio ritenga gli indicatori ESG rilevanti, solo il 43% li utilizzano come criterio nella selezione dei fornitori, mentre il 20% non li considera.
Lo stato degli indicatori ESG nella gestione della supply chain
Numeri che in definitiva suggeriscono un impegno assolutamente non equo sui tre pilastri ESG e sottolineano, di conseguenza, la necessità di una strategia di sostenibilità comune al fine di guidare la crescita del settore. Non a caso lo scopo del sondaggio è comprendere lo stato attuale degli indicatori ESG nella gestione della supply chain e identificare le tendenze emergenti che plasmeranno il futuro del settore. L’istituzione di una community di realtà virtuose che, attraverso la piattaforma web, beneficiano di un marketplace per semplificare l’incontro tra domanda e offerta. I fornitori logistici si qualificano, attestando il proprio impegno nel percorso di sviluppo sostenibile.
Sempre più necessario un focus sui contratti
Le aziende committenti accedono al database per cercare nuovi fornitori qualificati oppure, utilizzano la piattaforma per qualificare i fornitori già acquisiti. Sono questi gli obiettivi a cui tendere per una piattaforma che si configura come il luogo d’incontro della logistica sostenibile, tanto è vero che con l’introduzione della Direttiva Europea 2022/2464 Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), le aziende ora hanno l’obbligo di rendicontare i parametri relativi alla propria supply chain. E’ necessario, infine, un focus sempre più crescente sulla genuinità dei contratti: dal momento che sempre più spesso gli appalti vengono esternalizzati, è fondamentale stabilire criteri chiari per la selezione dei fornitori, eseguire audit regolari, gestire le non conformità e promuovere filiere responsabili e sostenibili.
Affinare le dinamiche esistenti e crearne di nuove
Per fare luce sulle priorità ESG da parte delle organizzazioni gli esperti del settore sono previsti innumerevoli seminari, workshop e meeting su scala nazionale. Occasioni come queste, nel dettaglio, permettono agli operatori logistici e ai fornitori di soluzioni per il comparto di ritrovarsi per affinare le dinamiche esistenti e per crearne di nuove.