L’insoddisfazione al lavoro è la sfida per i manager e i software AI

scritto da il 01 Ottobre 2024

Post di Filip Lukáč, CEO di Sloneek

In Europa, più della metà della forza lavoro è composta da Millennial e Gen Z: una situazione che, se da un lato apre alla possibilità di rendere i processi lavorativi più snelli ed efficienti, dall’altro espone le aziende a un rischio maggiore di avere difficoltà a tenere il passo dei tempi, qualora queste fatichino a gestire il cambiamento. A tal proposito, abbiamo rivelato che le imprese spendono in media il 30-40% dei costi del personale a causa di un elevato tasso di turnover, di selezioni del personale sbagliate e di mala gestione dei talenti, con l’inevitabile conseguenza che molto tempo e risorse vengono così sottratte alle sfide strategiche più urgenti.

Per 7 su 10 il proprio lavoro migliora l’azienda, non il contrario

Tra queste, la fuga dei talenti, il calo della produttività e il sempre maggiore costo per dipendente, che pongono le società del Vecchio Continente in una situazione delicata. Secondo quanto emerso dall’Osservatorio BenEssere Felicità, condotto su un campione di 1000 persone di generazioni differenti, in Italia più del 70% delle risorse ritiene che il proprio lavoro migliori l’azienda, ma non il contrario: il 35%, infatti, non è appagato dal proprio ruolo e questo dato, per altro, peggiora al diminuire della centralità attribuita al lavoratore.

Italiani tra i meno coinvolti dal proprio lavoro

Si pensi, oltretutto, che in seguito alla pandemia i lavoratori italiani sono risultati tra i meno coinvolti dal loro lavoro e tra i più stressati. Non solo, nel 2023, il 36% ha rivelato di voler lasciare il proprio posto entro l’anno. Eppure, come anticipato, questa tendenza è soggetta a diverse variabili, non ultima la soddisfazione dei dipendenti: al crescere del grado di benessere di questi ultimi, infatti, aumenta anche la produttività e, di conseguenza, la soddisfazione[1].

I software AI consentono di dedicarsi alle persone

È in questo scenario che l’implementazione di software AI-first e data-based può supportare concretamente figure come gli HR manager, diventando di fatto uno strumento di people management all-in-one, pensato non per sostituire queste professionalità, bensì per sgravarle delle procedure più burocratiche, ottimizzando così l’intero employee journey.

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Infatti, grazie a questo genere di tool, i responsabili delle risorse umane di piccole e grandi company possono dedicarsi completamente alle persone, il principale asset di tutte le realtà, a prescindere dal settore, identificando potenzialità inespresse e rilevando eventuali inefficienze o rallentamenti.

Tutelare il capitale umano, aumentando la fiducia

Obiettivo? Tutelare il capitale umano, costruendo un’esperienza in azienda positiva per tutto il percorso, dall’onboarding alle battute finali del rapporto lavorativo, aumentando la fiducia e di conseguenza il tasso di retention.

[1] The European House – Ambrosetti in collaborazione con Jointly