Mega business della spazzatura? Il riciclo delle auto, per esempio

scritto da il 26 Settembre 2024

Post di Antonello Di Mauro, fondatore di Ecoeuro – 

La spazzatura è una grande risorsa nel posto sbagliato a cui manca l’immaginazione di qualcuno perché venga riciclata a beneficio di tutti”: con questa citazione il noto mental coach statunitense Mark Victor Hansen definisce un termine che, al giorno d’oggi, risulta più che mai attuale. Riciclare, infatti, è più di una semplice voce verbale. È un vero e proprio codice che professionisti e aziende di tutte le principali industrie globali sentono la necessità di seguire per salvaguardare il Pianeta in cui vivono e operano quotidianamente.

Sei milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno solo in Europa sono un buon motivo per iniziare a riciclare? Assolutamente sì e non si tratta di uno scherzo, bensì della mole di spazzatura generata dal settore automotive. A questo proposito, invertire il trend è fondamentale e la volontà di imprese e multinazionali di cambiare rotta viene confermata, in primis, dal mercato di riferimento. Infatti, secondo Spherical Insights, l’asset globale del riciclo di auto private e veicoli commerciali quadruplicherà i propri ricavi entro i prossimi 8 anni, sfiorando i 300 miliardi di euro (+300% sul 2023) con una crescita media annuale composta del 15%.

A livello prettamente geografico, Cina e India domineranno il mercato nel corso del periodo preso in esame, ma la crescita più rilevante si registrerà in Nord America. E l’Europa? Il Vecchio Continente, secondo Eurostat, occupa una posizione di rilievo per numero di veicoli riciclati nel corso dell’ultimo anno con Italia e Polonia in testa alla classifica.

Il riciclo di pneumatici e di un’auto elettrica

I dati dimostrano che il progresso è all’ordine del giorno e sta ai professionisti accoglierlo per salvaguardare sia la produttività del mercato sia il benessere dell’intero Pianeta Le macchine private e i veicoli commerciali a fine vita non sono semplici rifiuti, ma opportunità da cogliere e da lavorare. Non per niente, le singole parti di cui è composto un veicolo possono essere riciclate addirittura fino all’86% dei casi.

Giusto per fare un esempio, gli pneumatici possono essere trasformati, dopo un lungo processo, in polimeri che, a loro volta, possono essere applicati per strutturare la pavimentazione di un campo sportivo o per completare la miscela realizzata per rinnovare, o costruire da zero, l’asfalto di un determinato percorso. In vista del futuro, si deve puntare maggiormente sull’elettrico, infatti, i cosiddetti rottami provenienti da un’auto elettrica presentano una redditività superiore del 9% rispetto a quelli di un mezzo a combustione interna.

riciclo

E poi risulta fondamentale fare cultura sia a livello scolastico, con progetti come «l’Auto e l’Ambiente», sia dal punto di vista imprenditoriale grazie a iniziative e appuntamenti in presenza di addetti ai lavori ed esperti del territorio. Sotto questo punto di vista, rientrano perfettamente in questo scenario gli «Stati Generali delle Autodemolizioni» all’Autodromo di Monza e arricchiti dalla presenza di esperti e professori delle Università di Padova e del Salento con cui collaboriamo quotidianamente

Algoritmi e robot al servizio del riciclo

Ma ora una domanda sorge spontanea: quale sarà l’evoluzione del settore nel corso dei prossimi anni e quali saranno i trend più sorprendenti che ne caratterizzeranno il futuro? Innovazione e sostenibilità si prenderanno la scena, aiutando addetti ai lavori e professionisti a ridurre l’impatto dell’industria sull’ambiente circostante: conferme in merito giungono da Science Direct, secondo cui l’”artificial recycling” diventerà sempre più presente ed efficace.

Come? Grazie ad algoritmi d’intelligenza artificiale che possono essere utilizzati fin da subito per identificare e ordinare i diversi tipi di materiali nei veicoli a fine vita, facilitando così la loro estrazione e il successivo riciclaggio. Ma non è tutto perché, stando a quanto specificato da Medium, sempre più organizzazioni dell’asset metteranno al fianco dei loro professionisti in carne ed ossa anche dei “robo-colleagues” capaci di smontare i veicoli fuori uso in modo sicuro ed efficiente.

Processi più veloci ma meno infortuni sul lavoro

Quest’iniziativa può contribuire a ridurre il rischio d’infortuni sul posto di lavoro e, allo stesso tempo, anche velocizzare i diversi processi operativi e perfezionare il cosiddetto “recycled process”. Per concludere, autovetture e veicoli del domani verranno assemblati utilizzando materiali frutto di riciclo come, ad esempio, acciaio o alluminio e verrà applicato, con maggior decisione e perseveranza, un approccio di economia circolare grazie al quale i cosiddetti scarti dei veicoli a fine vita verranno riutilizzati il più possibile invece che essere scartati dopo una singola applicazione.