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Impazzano i campionati di trading con denaro reale. Cui prodest?
Campionati di trading? Cui prodest?
In altre parole che senso ha oggi come oggi per un trader partecipare ad una competizione di trading con denaro reale ?
Dopo il successo clamoroso di Larry Williams alla Robbins World Cup nel 1987 le gare di trading sono diventate uno spettacolo frequente negli USA e in giro per il mondo.
Come i miei lettori sanno io ho organizzato per 11 anni di fila il campionato Top Trader di Borsa con denaro reale e ho fatto l’auditing a più di 5000 trader privati provenienti da ogni nazione.
Quindi penso di avere il diritto di esprimere la mia opinione su questa materia su cui francamente mi pare ci siano pochi esperti in circolazione, a giudicare soprattutto dai tanti campionati di trading organizzati nel mondo che sono falliti miseramente.
( fonte www.emiliotomasini.it )
L’idea del campionato Top Trader di borsa con denaro reale venne al sottoscritto nel lontano 1998 durante un viaggio a Chicago: io soffro di insonnia e per non disturbare il mio compagno di viaggio nella camera dell’hotel una notte mi sono chiuso in bagno a leggere alcuni libri che avevo appena comprato in una libreria vicino al CME.
Tenete conto che nel 1998 non esisteva ancora Amazon e quindi i libri di analisi tecnica o li mandavi a prendere all’estero da librerie specializzate a prezzi esorbitanti o te li mettevi tu in valigia durante i viaggi. Per capire perché io leggessi tutto eccitato di notte nel bagno di un albergo un libro è bene quindi collocare bene temporalmente l’accaduto e capire come chi volesse apprendere in quei tempi quando entrata in una libreria negli USA sembrava un bambino in un negozio di caramelle.
Ebbene io avevo comprato “Pit bull, lessons from Wall Street Champion Day Trader” (Harper Business), un libro di Martin Schwartz, oggi disponibile comodamente su Amazon.
( fonte www.emiliotomasini.it )
E’ la storia personale di un trader che partendo da un umile impiego nel settore finanziario prima diventa trader privato e poi vince lo US Investing Championship organizzato da Norm Zadeh.
Ed è soprattutto la storia del campionato US Investing Championship, che per un decennio ha tenuto banco sui media USA e poi si è interrotto in maniera non proprio gloriosa, almeno stando a quello che c’è scritto nel libro. Sostanzialmente Martin Schwartz dava una prospettiva del campionato da partecipante e quindi riconosceva il merito ad un campionato di trading di riuscire a dare al trader la sensazione e il convincimento di essere un vero professionista di successo.
In effetti il mestiere di trader non ha un riconoscimento pubblico e questo posso assicurare che pesa fortemente sui trader privati retail che debbono attingere al loro ego per dare un senso sociale alla loro professione. Se sei un imprenditore hai un’azienda, hai dei dipendenti che ti rispettano, l’azienda è iscritta alla camera di commercio e fa un bilancio e quindi hai un riconoscimento legale diretto dell’essere imprenditore.
Se fai il trader privato puoi raccontare tutto e il contrario di tutto, che guadagni milioni e che sei il migliore del mondo. Poi in realtà si scopre che vivi di rendita perché tuo padre ti ha lasciato un patrimonio ingente o perché semplicemente hai vinto alla lotteria o ancora non sei nessuno e la Ferrari che guidi l’hai presa in affitto.
Distinguere un trader vero da un sedicente trader non è facile non solo per il pubblico ma anche per il trader stesso che non avendo confronti con altri trader può raccontare a sé stesso, di nuovo, tutto e il contrario di tutto. Esiste infatti la categoria dei trader “guardoni” , cioè di quei trader che sono bravissimi ad identificare le tendenze di mercato ma pessimi nel cliccare sul pulsante buy della loro piattaforma di trading.
Ecco per un trader “guardone” riuscire a vincere un campionato di trading è il miglior passo verso una profittevole carriera perché si passa dai sogni alla realtà. Un gioco questo che serve anche a coloro che, sempre passando dai sogni alla realtà, si rendono conto che il trading non è il loro mestiere. Del resto ognuno di noi ha davanti un percorso di miglioramento durante la vita e se ci sono occasioni come un campionato di trading che ti permettono di tirare la fila tra aspettative e realtà perché rinunciarvi ?
( fonte www.emiliotomasini.it )
Vi è infatti un altro aspetto molto importante di un campionato di trading: l’aspetto educativo. La vera finalità di un campionato di trading è dare visibilità alle persone ma anche alle tecniche di trading. Un vero campione ha delle tecniche di trading di successo, e laddove possibile è compito degli organizzatori mettere in evidenza i veri campioni di trading dai semplici fortunati che hanno preso l’operazione giusta a momento giusto.
Durante gli 11 anni del mio campionato avevo l’abitudine di organizzare alla fine della competizione un evento pubblico con i vincitori dove io interrogavo come un ispettore di polizia i vincitori davanti a telecamere e pubblico. Vi assicuro che se il partecipante aveva vinto il campionato per caso io lo scoprivo subito e lo mandavo a casa con la peggior figura che lui avesse mai potuto immaginare.
Nel mio intento un campione vero di trading è un qualcuno che ha qualcosa da dare agli altri, non solo una persona che ha da prendere qualcosa. E i campioni del top trader di borsa hanno tutti avuto in comune la passione per la ricerca delle migliori metodologie di trading. Quelli che erano veri campioni sono rimasti campioni agli occhi del pubblico, quelli che erano sul podio per caso sono scomparsi nel giro di giorni nell’oblio generale.
Infine un’altra motivazione per partecipare ad un campionato di trading è quello di acquisire una sorta di autorità pubblica per poi commercializzare servizi e software. Non c’è niente di male in questo, io penso da vero liberale che qualsiasi cosa che possa aiutare gli altri trader a svoltare è benvenuta in un sistema di mercato.
Quindi questo aspetto non è da denigrare: se la tecnica / il software con cui si è vinto il campionato è valido sicuramente questo intento è encomiabile. Ma a questo punto sorge un dubbio ulteriore: le performance dei campionati di trading sono davvero rappresentative di una capacità reale di battere il mercato ? A questa scottante domanda risponderemo nel prossimo articolo.
X (già Twitter) @EmilioTomasini