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Carpooling e mobilità sostenibile: il ruolo cruciale delle aziende
Post di Gerard Albertengo, fondatore e CEO di Jojob Real Time Carpooling –
L’Italia, specialmente nelle aree urbane, continua a lottare per migliorare significativamente la qualità dell’aria. Secondo il Report Mal’Aria di città 2024 di Legambiente[1], i livelli di inquinanti atmosferici rimangono lontani dai nuovi limiti normativi dell’UE, che saranno approvati a breve per il 2030, e dai valori raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Ad esempio, 18 delle 98 città monitorate da Legambiente hanno superato gli attuali limiti per il PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo).
A contribuire alle emissioni – e allo stesso tempo a farne le spese a livello economico – sono soprattutto i pendolari che quotidianamente percorrono in auto il tragitto casa-lavoro o casa-università. Soprattutto tenendo conto che negli ultimi quattro anni i costi da affrontare per rifornire il proprio veicolo sono aumentati del 27,97% per la benzina e del 34,85% per il gasolio[2]. Secondo l’analisi condotta da Jojob Real Time Carpooling, i pendolari percorrono quotidianamente fino a quasi 50 km a tratta per raggiungere il posto di lavoro o di studi, trovandosi ad affrontare una spesa per il carburante che può raggiungere i 3.000 euro l’anno[3] nel caso della benzina e dei 2.800 euro per il gasolio.
È quindi sempre più urgente adottare iniziative e progetti che favoriscano la mobilità sostenibile, riducendo il traffico, il numero di auto in circolazione e le emissioni inquinanti nelle aree urbane, suburbane e rurali, permettendo allo stesso tempo ai pendolari di risparmiare economicamente.
Carpooling aziendale, quanto e dove è più efficace
Un esempio pratico è il carpooling aziendale, che sfrutta tecnologie già disponibili e non necessita di nuove infrastrutture, consentendo ai lavoratori di spostarsi in sicurezza, risparmiare denaro e ridurre il traffico e le emissioni. Rappresenta una soluzione strategica per quelle aziende intenzionate a generare risparmi economici significativi per i propri dipendenti e una tangibile riduzione dell’impatto ambientale. Inoltre, un progetto di Carpooling all’interno di aziende e imprese risponde alle normative del Piano di Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL), rendendo le sedi aziendali più accessibili, soprattutto nei territori poco serviti dal trasporto pubblico che costringono dunque i dipendenti all’uso dell’automobile.
Cos’è il carpooling aziendale
Con il termine carpooling aziendale si intende la condivisione dell’auto di proprietà di un lavoratore con gli altri colleghi per gli spostamenti casa-azienda (o casa-università) e per le trasferte di lavoro. In tal modo si riducono il budget mensile destinato agli spostamenti casa-lavoro, la congestione del traffico, applicando un modello virtuoso che ripensa l’utilizzo dei mezzi di trasporto e ne incentiva la condivisione. I benefici non sono soltanto economici: si contribuisce a ridurre significativamente le emissioni di CO₂ e il relativo impatto ambientale generato dal pendolarismo, liberando spazi di parcheggio, sia pubblici che privati, destinabili così ad altre funzioni.
I numeri del carpooling aziendale in Italia
Una pratica, quella della mobilità condivisa, che gli italiani apprezzano. Secondo uno studio condotto a livello nazionale da Jojob, nel 2023 sono stati effettuati 373.767 viaggi condividendo l’auto privata tra colleghi risparmiando così 4.931.175 km, che hanno evitato l’emissione di 641 tonnellate di CO₂ e generato un risparmio economico di quasi 1 milione di euro[4]. Il servizio di Carpooling aziendale ha registrato maggiori viaggi al Nord, con il Piemonte al primo posto, seguito dall’Emilia Romagna e dal Veneto.
Il ruolo delle aziende nella diffusione del carpooling
Il carpooling è dunque una soluzione per muoversi in modo più sostenibile che non necessita di nuove infrastrutture per essere realizzata. Un’operazione win-win da tutti i punti di vista: per aziende, dipendenti e ambiente. Per continuare a diffondere una mobilità condivisa e sostenibile è tuttavia importante che il tessuto imprenditoriale e le comunità territoriali, attraverso i loro mobility manager, accolgano e favoriscano questa nuova modalità di viaggio, tenendo conto di alcuni aspetti fondamentali.
1 – Nominare un Mobility Manager
Il Mobility Manager è il responsabile della mobilità aziendale ed è una figura obbligatoria per imprese e PA con più di 100 dipendenti e situate in capoluoghi o Comuni con più di 50.000 abitanti. Si tratta di una figura strategica all’interno dell’azienda, deputata a gestire gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti attraverso l’ottimizzazione dei trasporti, la riduzione dell’uso dei mezzi privati ed una migliore organizzazione degli orari, per limitare la congestione del traffico e le emissioni in atmosfera.
Un puntuale management della mobilità aziendale consente l’ottimizzazione dei costi relativi agli spostamenti, in un’ottica performativa che ragiona binariamente con i KPI aziendali di responsabilità economica, ambientale e sociale. Il Mobility Manager riveste dunque un ruolo fondamentale nell’attuazione e nella gestione di un servizio di Carpooling aziendale: dall’agevolare le relazioni con il fornitore del servizio e l’ufficio comunicazione per la campagna di lancio, al monitoraggio dei risultati ottenuti e alla valutazione periodica delle azioni da intraprendere per stimolare l’utilizzo del servizio.
Il Mobility Manager assolve inoltre una funzione cardine, orchestrando sia l’adozione della mobilità sostenibile all’interno dell’azienda che contribuendo alla promozione del carpooling aziendale a livello nazionale attraverso la rendicontazione dell’intervento, e del suo impatto, nel Piano di Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL).
2 – Verificare che l’azienda abbia una struttura adatta al carpooling
Affinché una sede aziendale possa ottenere risultati significativi con il carpooling è essenziale che abbia un numero di dipendenti sufficiente per creare una massa critica idonea alla formazione degli equipaggi (tendenzialmente maggiore di 150 dipendenti a meno che non sia una rete di aziende PMI), con un utilizzo dell’autovettura privata da parte di almeno il 50% dei dipendenti per il tragitto casa-lavoro. Inoltre, è fondamentale che il numero di giornate lavorative in sede sia pari o superiore a tre a settimana, con al massimo due giornate di smart working.
Il carpooling è efficace anche in caso di orari flessibili, turnisti e giornate di smart working. La chiave per il successo risiede nell’adozione di una tecnologia efficiente, in una campagna di comunicazione capillare, in un piano di incentivazione ben strutturato e nell’adattamento in base ai risultati ottenuti.
3 – Individuare tempistiche e obiettivi
Per attuare un servizio di carpooling efficace in azienda, sono necessari circa 30-40 giorni di lavoro per progettare e realizzare una campagna di lancio completa. I risultati iniziali possono vedere coinvolto il 10% della popolazione aziendale entro i primi 60 giorni dal lancio, con una potenziale adesione fino al 30% entro il primo anno. La durata tipica di un progetto di carpooling dovrebbe essere di almeno un anno, ma è consigliabile valutarne l’efficacia nel lungo termine, considerando un periodo di almeno tre anni.
NOTE
[1] Mal’Aria di Città – Report Legambiente 2024
[2] Elaborazione Jojob su dati ACI
[3] Elaborazione Jojob su dati ACI
[4] Carpooling aziendale – I dati dell’Osservatorio nazionale di Jojob