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Imprenditorialità al Sud: la digitalizzazione è una chimera?
Post di Giuseppe Matozza, fondatore di Sud Opportunity –
Sono 150mila le imprese impegnate nella trasformazione digitale e, secondo un report di Infocamere, negli ultimi dieci anni si è registrato un incremento del 37%, con un’accelerazione più significativa per le aziende del Sud.
Ma il divario digitale tra il Sud Italia e il Centro-Nord rappresenta una delle sfide più pressanti per l’economia italiana e nonostante la digitalizzazione sia ormai una componente cruciale dell’economia globale, le regioni meridionali richiedono un maggiore supporto a 360 gradi.
I fondi europei e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) stanno cercando di invertire questa tendenza, offrendo nuove opportunità per lo sviluppo tecnologico e economico del Mezzogiorno.
Problema: l’accesso limitato alla banda larga
Ma se le imprese del Sud risultano ancora meno digitalizzate rispetto a quelle del Centro-Nord, anche la connettività delle imprese e dei suoi attori rimane un problema.
Professionisti e imprenditori del Sud Italia affrontano sfide significative nel processo di digitalizzazione delle loro attività, partendo proprio dagli strumenti chiave.
Mentre solo il 55,8% delle imprese meridionali utilizza servizi digitali, rispetto al 64,5% del Nord-Est, l’accesso limitato alla banda larga e la carenza di competenze digitali sono ostacoli evidenti.
Un problema che riguarda da vicino anche i liberi professionisti, che rappresentano il 45% del totale nazionale secondo il VII Rapporto delle libere professioni in Italia (2022), con una crescita del 3,2% contro una media nazionale del 2,1% e reddito medio inferiori rispetto a quello del resto d’Italia.
Digitalizzazione e investimenti
Investimenti mirati stanno migliorando l’infrastruttura digitale e offrendo programmi di formazione per potenziare le competenze. Questi sforzi non solo aiutano le imprese a modernizzarsi, ma permettono a imprenditori e professionisti di rimanere legati al loro territorio di origine, sfruttando le risorse locali e contribuendo alla crescita economica e sociale.
La digitalizzazione del Meridione è cruciale per permettere a professionisti e imprenditori locali di migliorare i propri business senza dover migrare al Nord. Con l’accesso a infrastrutture digitali avanzate e il potenziamento delle competenze tecnologiche si possono sfruttare appieno le risorse del territorio, innovare i propri processi e ampliare i mercati di riferimento.
Questo elemento non solo favorisce la crescita economica, ma contribuisce anche a creare posti di lavoro e a rafforzare il tessuto sociale, promuovendo uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
Dalla situazione digitale odierna, emergono dati che raccontano quanto sia ancora primaria la necessità di investire in strumenti digitali che possano permettere uno sviluppo del territorio.
E la necessità di una digitalizzazione territoriale parte proprio dagli strumenti primari: uno dei principali ostacoli, infatti, è ancora l’accesso limitato alla banda larga.
Attualmente, solo il 60% delle famiglie del Mezzogiorno ha accesso a questa tecnologia, una percentuale ben al di sotto della media nazionale dell’80%.
La situazione è particolarmente grave nelle aree rurali, dove il 17,3% della popolazione non ha accesso alla banda ultralarga, rispetto a solo il 4,2% nel Centro-Nord.
La rete mobile è la tecnologia più utilizzata, con il 72% degli utenti che la preferiscono, il che evidenzia la scarsa diffusione della rete fissa, disponibile solo per il 48,7% nel Sud e il 43,4% nelle Isole.
I fondi europei e il PNRR per la digitalizzazione del Sud Italia
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta una risposta strategica alle sfide della digitalizzazione nel Mezzogiorno. Attraverso investimenti significativi, il PNRR mira a diffondere la banda ultralarga, sviluppare servizi digitali per imprese e cittadini, e promuovere la formazione di competenze digitali.
Tra le misure previste, vi è l’implementazione di reti a banda ultralarga nelle aree rurali, con l’obiettivo di colmare il divario digitale e garantire a tutti l’accesso a internet veloce.
Inoltre, il potenziamento delle competenze digitali attraverso programmi di formazione e aggiornamento professionale sarà essenziale per preparare i professionisti alle sfide del futuro e favorire lo sviluppo di nuove imprese innovative. Questi interventi non solo hanno come fine ultimo il modernizzare l’economia locale, ma contribuiranno anche a creare opportunità di crescita sostenibile e inclusiva.
Dilemma: svilupparsi senza abbandonare il territorio
Il Sud Italia affronta così sfide significative nella sua transizione digitale, ma le iniziative puntano a superare questi ostacoli.
Investimenti mirati e strategie efficaci possono migliorare l’accesso alla tecnologia e sviluppare le competenze necessarie per competere in un’economia sempre più digitalizzata.
Così, professionisti e imprenditori locali potranno sviluppare le loro attività mantenendo un forte legame con il territorio di origine, contribuendo al progresso economico e sociale del Mezzogiorno.
Il digitale, quindi, può fungere da acceleratore e rappresenta un veicolo non solo per accrescere la visibilità, ma anche per consolidare l’autorità del professionista, aumentando le opportunità di acquisire nuovi contatti non solo a livello locale e consentendo una crescita dell’attività in modo stabile e continuativo.
Aiutare i professionisti a valorizzare la propria esperienza per incrementare le opportunità di crescita professionale, consente non solo di posizionarsi in un panorama lavorativo molto complesso, ma anche di sviluppare un’identità professionale sempre più riconoscibile all’interno del proprio settore.
Per questo sono sempre più importanti percorsi di affiancamento individuali e personalizzati in base a obiettivi professionali specifici, che permettono attraverso il digitale, di mettere in evidenza le reali competenze dei professionisti, aiutandoli a sviluppare e far crescere la propria attività, senza rinunciare al proprio territorio d’origine.