categoria: Res Publica
L’autonomia differenziata e i costi per le imprese
Mentre prosegue l’iter parlamentare del Ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, per svincolarsi un po’ dalla bagarre politica può risultare utile approfondire alcuni possibili effetti della riforma sul sistema economico italiano. Molto spesso il focus mediatico si indirizza sulle potenziali conseguenze della riforma sui sui conti pubblici. A tal proposito consiglio l’utile lettura dell’audizione dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio. Ma appare importante anche soffermarsi su quanto e in che modol’autonomia possa incidere sulla vita delle imprese private.
Il caso Indonesiano
Il dibattito in letteratura è molto vivace da decenni e non mancano i sostenitori dell’una o dell’altra parte. Si aggiunge alla discussione un recente lavoro di Javorcik e Poelhekke sul decentramento dei poteri avvenuto in Indonesia sul finire dello scorso millennio.
Per farlo, gli autori utilizzano i dati delle imprese manufatturiere con più di venti dipendenti durante il periodo 1990-2009. In particolare, i dati utilizzati riguardano il tasso di investimento, l’occupazione, le tasse pagate, il rapporto capitale-lavoro e gli investimenti diretti esteri.
Il decentramento in questione ha innescato un aumento dei distretti, passati da 284 a 511 in 25 anni. Ciò ha causato due conseguenze negative. In primo luogo, un aumento della tassazione locale molto consistente, come si vede nel grafico, per compensare i minori trasferimenti centrali.
In secondo luogo, il deterioramento della qualità istituzionale, a causa dell’incertezza normativa generata dal decentramento.
Il declino degli investimenti privati
Le due cause di cui sopra hanno hanno a loro volta determinato un calo degli investimenti, misurato nella misura dell’8%. Interessante notare che il calo è durato circa sei anni, per poi sparire. Le imprese hanno quindi impiegato un lungo periodo per adattarsi alla frammentazione politica.
Quanto sopra non sorprende. Solo per abituarsi a nuove leggi, nuove tasse, nuove dinamiche istituzionali, possono servire diversi anni, sia per le grandi imprese sia per le piccole e medie. Non sorprende altresì che lo stesso impatto, secondo gli autori, non si registri per le aziende a controllo pubblico.
Aumento delle “donazioni” ai politici e diminuizione della TFP
Gli autori evdienziano anche altri effetti. Ad esempio un aumento delle donazioni politiche del 9%.
Anche questo non stupisce. Uno dei vantaggi del decentramento riguarda la maggiore vicinanza tra eletti ed elettori. E questo migliora l’accountability. Ma, di contro, aumenta il rischio di “cattura” del legislatore, che diventa un target più “appetibile” per il malaffare o per gruppi di pressione locali.
Infine, un altro effetto riguarda l’aumento della forza lavoro rispetto al capitale, per adeguarsi al nuovo sistema ed evitare costi maggiori. Naturalmente tale circostanza ha inciso negativamente sulla produttività totale dei fattori.
I (non) dovuti distinguo rispetto all’autonomia italiana
Come precisato anche dagli stessi autori, ci sono delle differenze importanti tra un Paese in via di sviluppo come l’Indonesia e le ecoconomie avanzate come l’Italia. Difatti, il calo degli investimenti registrato nello studio non trova riscontri nelle analisi relative ai Paesi più ricchi. Tuttavia, occorre tenere presente che la cornice delle Intese Stato-Regione dovrà cercare di prevenire tali effetti negativi.
Per quanto riguarda il rischio di aumento tasse, va da sè che -essendoci l’elezione diretta del Presidente della Regione- ogni azione verrebbe misurata dagli elettori. La cosa più probabile è che le tasse locali difficilmente verranno aumentate e che, quindi, alla fine i buchi di bilancio li ripianerà sempre lo Stato.
Un rischio molto più concreto, che potrà incidere sugli investimenti delle imprese private, riguarda la frammentazione legislativa e la mancanza di preparazione degli apparati regionali per gestire le nuove competeze. Tale gap potrebbe anche minare la produttività delle imprese. già annaspante.
Altro rischio, concreto, riguarda il fenomeno della corruzione o della pressione sulle giunte regionali, dato che le stesse potrebbe gestire direttamente ingenti risorse economiche aggiuntive.
Se pensiamo a queste dinamiche, che conosciamo già bene, l’Indonesia non sembrerà poi così lontana. Ecco perchè appare necessario analizzare tutte le possibili conseguenze, in modo da disegnare anticorpi regolatori resistenti e massimizzare i potenziali vantaggi del’autonomia.
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