Distanza fra scuola e professioni tech, ecco come accorciarla

scritto da il 09 Ottobre 2023

Post di Davide Neve, Ceo di Aulab – 

Si chiama Coding Bootcamp ed è il modello di apprendimento intensivo, efficace e fortemente incentrato sulla pratica per formare studenti e lavoratori con un occhio di riguardo alle richieste del mercato del lavoro. Questo modello, di derivazione americana, si concentra sull’insegnamento di competenze tecniche specifiche e soprattutto pratiche molto richieste dalle aziende.

Negli Stati Uniti negli ultimi anni si è diffuso un forte trend: le grandi Università come Columbia, Berkeley o Caltech si sono trovate a dover rispondere alle richieste in rapida evoluzione del mercato del lavoro e hanno scelto di utilizzare i Coding Bootcamp come strumento di formazione per i loro studenti. Altre Università hanno stretto partnership con aziende che già erogavano Coding Bootcamp, inserendoli all’interno del proprio programma di studi: sono un esempio i Coding Bootcamp di Flatiron School (Università di Cambridge) o Trilogy Education Services (Università della California, Irvine).

Lo scopo è quello di integrare i curricula accademici, spesso eccessivamente sbilanciati su studi teorici, con competenze pratiche. Per questo i Coding Bootcamp sono diventati un asset necessario per la formazione in ambito tech, il cui rapido cambiamento richiede ai professionisti di aggiornarsi costantemente, attingendo a nuove competenze.

Ancora poco valorizzati in Italia, i Coding Bootcamp sono invece una risorsa fondamentale per cavalcare l’onda della trasformazione digitale. Come quella che sta interessando il mercato del lavoro italiano, che però fatica a riprendersi dopo le difficoltà dettate dall’emergenza pandemica del 2020 e non sembra aver ancora stabilito un solido legame con le Università e gli istituti superiori, tradizionalmente deputati a instradare i giovani verso l’apprendimento delle professioni.

La situazione del mercato del lavoro in Italia

I dati condivisi dall’Istat in materia di occupazione e mercato del lavoro (luglio 2023) segnano una diminuzione, dopo sette mesi di crescita, del tasso di disoccupazione italiano. Sono 23.513.000 gli occupati nel Paese, in calo di 73.000 unità (-0,3%) rispetto al mese precedente. Notevolmente, tale flessione coinvolge sia uomini che donne, sia dipendenti che autonomi, eppure riguarda solo la fascia d’età compresa tra i 25 e i 49 anni. Complessivamente, il tasso di occupazione è sceso al 61,3% (-0,2%).

Inoltre, un altro aspetto coinvolge solamente la fascia centrale della popolazione. Per chi ha tra i 25 e i 49 anni, infatti, aumenta dell’1,9% il numero delle persone in cerca di lavoro (+37.000). In un contesto in cui la domanda per il lavoro aumenta mentre cresce il numero di disoccupati, è fondamentale ragionare su modalità di entrata nel mercato del lavoro alternative, maggiormente in connessione con le richieste delle aziende, più flessibili e in costante aggiornamento.

Il ritardo dell’Italia e le professioni tech: la domanda supera l’offerta

Tale scenario si compenetra con la fotografia dell’ultimo rapporto DESI (Digital Economy and Society Index – Indice di digitalizzazione dell’economia e della società) sull’Italia. Stilato dalla Commissione Europea per monitorare i progressi compiuti dagli Stati membri nel settore digitale, il DESI prende in esame 4 indicatori (capitale umano, connettività, integrazione delle tecnologie digitali, servizi pubblici digitali) e li valuta per fornire un punteggio complessivo a ogni Paese. Nel 2022, l’Italia si è posizionata 18° in classifica, totalizzando un punteggio complessivo di 49,3, inferiore di 3 punti alla media europea (52,3).

Essendo l’Italia la terza economia dell’Unione Europea, il suo ritardo in materia digitale è particolarmente significativo, e parla della necessità di cambiamenti strutturali nell’interazione tra tecnologie, cultura e mercato del lavoro.

Tale necessità si riflette nello stesso mercato del lavoro, in cui la domanda per le professioni IT supera l’offerta nazionale. Infatti, lo sviluppatore web è tra le 25 posizioni più richieste dalle aziende con 5,7 milioni di annunci, 24 offerte di lavoro al mese ricevute dai professionisti IT e oltre 1 milione di posti di lavoro disponibili nel Tech.

Una nuova marcia per il Paese con un nuovo modello di formazione

In questo contesto, i Coding Bootcamp di modello statunitense sono una risorsa preziosa per formare i nuovi professionisti dell’IT e rispondere non solo alle richieste del mercato, ma anche alle necessità di occupazione. Oltre al legame diretto con il mondo del lavoro, infatti, i Coding Bootcamp nascono per offrire un periodo di formazione mirato e intensivo a chiunque voglia aprirsi a nuove possibilità di carriera, sia avendo conoscenze pregresse in ambito Tech, sia se si parte completamente da zero.

Professioni

Immagine di Kevin Ku per Unsplash

Inoltre, il Bootcamp è uno strumento mirato e flessibile, per permettere ai partecipanti di conciliare la formazione con studi o impegni lavorativi preesistenti. Grazie ai Bootcamp è poi possibile sfruttare appieno tutti i vantaggi delle modalità di apprendimento blended, che consiste nella formazione da remoto sia con video on-demand che con lezioni live. Al termine del percorso di formazione, molti Coding Bootcamp offrono la possibilità di entrare direttamente in contatto con aziende del settore. Altri, invece, adottano la formula “pay for success”, stanziando cioè fondi per permettere ai propri studenti di frequentare il corso gratuitamente e pagare solo una volta che, al termine della formazione, avranno trovato impiego.

I Coding Bootcamp per rilanciare le professioni IT

I Coding Bootcamp si vanno così a posizionare alla testa dell’innovazione digitale, permettendo di mettere in primo piano la formazione di qualità senza dimenticare i legami importanti da costruire fin da subito con il mercato del lavoro. Una risorsa fondamentale per rilanciare il mercato del lavoro italiano e renderlo flessibile, su misura di chi voglia iniziare questa carriera in ambito IT o senta la necessità di rimettersi in gioco in modo pratico dopo un percorso di studi improntati all’acquisizione delle basi teoriche del mestiere.