Clima e Italia cementificata, la rigenerazione urbana è il futuro

scritto da il 11 Agosto 2023

Post di Alessandro Gatti, imprenditore nel Real Estate, presidente di Rehalta –

Il consumo di suolo in Italia, solo nel 2021 ha superato i 2 m2 al secondo, sfiorando i 70 Km2 di nuove coperture artificiali, tra edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali, logistici e produttivi.

Il 7,1% del suolo nazionale è oggi consumato da opere di cementificazione, rispetto a una media Ue del 4,2% (dati elaborati dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente).

Siamo il quinto peggior Paese d’Europa in quanto a occupazione di suolo. A livello regionale, la Lombardia raggiunge il 12,1% di occupazione, seguita dall’11,9% del Veneto e dal 10,3% della Campania. L’Emilia Romagna, recentemente vessata dalle forti alluvioni, vede un incremento annuo della cementificazione pari a 658 ettari.

Nel Bel Paese, alimentata per lo più da ragioni economiche, è diffusa la propensione alla cementificazione rispetto a scelte urbanistiche più sostenibili (nature based solution).

Le opere di depavimentazione, specie in nord Europa, sono invece alla base di molti interventi di rigenerazione urbana: prediligere il verde all’asfalto, infatti, rende il terreno più drenante in caso di forti piogge e aiuta a combattere il caldo durante i periodi di siccità, oltre a rendere più verdi gli spazi urbani.

Una propensione tutta italiana, quindi, incompatibile con l’emergenza climatica in atto.

Rigenerazione urbana

Immagine dal Sole24Ore.com

La rigenerazione urbana riguarda una serie di misure e investimenti, pubblici o privati, volti a creare un impatto positivo in aree urbane poco sviluppate o degradate. In termini macroeconomici, si tratta di uno degli strumenti più completi ed efficaci che i governi possono utilizzare, non solo per guidare lo sviluppo economico, ma anche per promuovere città più inclusive, resilienti e sostenibili.

Rigenerare consente di dare un importantissimo segnale ai cittadini e agli operatori privati, per stimolare un orientamento delle politiche territoriali a tutela del paesaggio e della collettività. Spesso gli edifici abbandonati si trasformano in un ricettacolo di delinquenza e occupazione abusiva, con la conseguenza che anche le aree verdi limitrofe non vengono più manutenute. Oltre all’importantissima rilevanza sociale, c’è poi l’aspetto della sostenibilità che è altrettanto rilevante, soprattutto se si opta per la depavimentazione e per soluzioni edilizie green.

I possibili ambiti d’intervento della rigenerazione urbana riguardano la ristrutturazione di stabili obsoleti, la riconversione a uso residenziale di immobili commerciali o artigianali in disuso, oltre allo sblocco di cantieri fermi, per completarli. In tutti i progetti vengono create ampie zone di verde, spesso a uso della collettività, posteggi, strutture residenziali a basso impatto ambientale, sia per i materiali utilizzati, sia per le caratteristiche architettoniche, che per il livello energetico (per di più classe A4).

rigenerazione urbana

Immagine da Pwc.co.nz

L’Italia è un paese meraviglioso, ma negli ultimi decenni non ci siamo comportati molto bene, in termini di urbanizzazione, soprattutto alla luce delle particolari condizioni di fragilità del nostro ecosistema. Un cambio di rotta può partire solo dall’approvazione di una legge nazionale che stimoli la revisione degli strumenti urbanistici dei comuni che spesso sono sovradimensionati, rispetto alla domanda reale. Si continuano a concedere nuove concessioni edilizie per trasformare verde in stabili, quando siamo un paese con una crescita della popolazione pressoché ferma da decenni e basterebbe guardarsi intorno e riqualificare quel che già c’è.

Per invertire i trend macro è necessario inoltre partire da scelte e azioni micro. In qualità di Presidente di una società che si occupa di sviluppi immobiliari, sto facendo la mia parte, adottando unicamente progetti di rigenerazione urbana. Vediamo chiaramente come, oltre alla riqualificazione del quartiere, si innescano altre azioni virtuose e si crea in definitiva benessere per la collettività.