categoria: Distruzione creativa
Startup innovative, 1 su 10 ce la fa. I 3 errori e le mosse vincenti
Post di Federico Belli, mentor e consulente strategico, COO e cofounder di Peekaboo –
Secondo quanto emerso dalle ultime rilevazioni del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, risalenti a settembre 2022, le startup innovative italiane iscritte al Registro delle imprese sono oltre 14.700, in aumento dell’1,8% rispetto al trimestre precedente. In crescita è anche il valore medio della loro produzione, ossia circa 211.000 euro, corrispondenti a 47.000 euro in più rispetto al secondo trimestre. Per quanto riguarda la distribuzione, Lombardia, Lazio e Campania rappresentano le prime tre regioni italiane per numero di startup innovative.
Inoltre, sempre al terzo trimestre 2022, le operazioni gestite dal Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese (FGPMI) verso incubatori certificati sono state 107 in totale, con un complessivo di 48.000 di euro mobilitato. Le operazioni erogate verso incubatori certificati raggiungono il numero di 96.[1]
Se il mercato risulta vivere una fase di crescita, è anche vero che studi recenti, curati da Startup Genome, hanno dimostrato come le startup innovative abbiano un tasso di mortalità a 18 mesi dalla nascita di circa il 92%: ciò significa che solo 8 su 100 riescono a sopravvivere[2].
Startup resilienti, i segreti per una fase di pre-accelerazione di successo
Cosa contribuisce, dunque, alla resilienza di una startup e quali sono le caratteristiche vincenti di un percorso di pre-accelerazione di successo?
L’esperienza personale e professionale maturata in questo ambito, mi ha dato modo di comprendere e dimostrare che i tradizionali programmi di pre-accelerazione per startup ancora oggi utilizzati, seppure abbiano dimostrato nel tempo una certa validità, ad oggi risultino obsoleti a causa dell’alta mutabilità del mercato. Ecco perché ritengo necessario evidenziare quei tratti che un percorso di pre-accelerazione oggi dovrebbe avere per aiutare le startup a maturare una maggiore capacità di resilienza.
L’errore dei programmi standardizzati
I programmi di pre-accelerazione utilizzati fino ad oggi hanno una formulazione standardizzata, basata su sei sprint, ciascuno della durata di tre mesi. Questa si applica alle diverse tipologie di startup, indipendentemente dalla specificità di business. Oggi, invece, un percorso fortemente personalizzato, modulato sulle caratteristiche e sulle esigenze della singola startup è imprescindibile.
Altro errore: la scarsa flessibilità
Connesso al primo elemento, vi è il concetto di flessibilità: un percorso di pre-accelerazione, per essere efficace, deve permettere l’accesso e la defezione in qualsiasi momento. Proprio per la struttura standardizzata, invece, i programmi di pre-accelerazione si caratterizzano per una scarsa flessibilità, legata alla fissità delle date di inizio, e dei progressivi step, del programma stesso.
Pitch Day o percorso personalizzato per ogni startup?
Fino ad oggi il modello di riferimento per l’accelerazione di startup ha previsto un programma orientato a un unico obiettivo finale, ossia il pitch day: si tratta del giorno in cui la realtà presenta il proprio progetto a una platea indistinta di potenziali investitori; inoltre, questo momento sancisce la risoluzione del rapporto tra startup e incubatore. Oggi, di contro, è funzionale prevedere un vero e proprio percorso personalizzato che, attraverso mentor ed esperti del settore, sappia accompagnare passo dopo passo la singola startup nel corso di tutto l’iter, dalla determinazione del team, alla validazione del business model, sino al posizionamento nel mercato e al raggiungimento di investimenti. E’ fondamentale individuare, per ogni singola startup, un bacino definito di potenziali investitori, costituito da quanti possano nutrire un interesse reale ad investire nel progetto presentato.
Nuovo percorso di pre-accelerazione: ed ecco i risultati
Attraverso Peekaboo ho avuto modo, insieme all’intero team, di testare la validità di un nuovo percorso di pre-accelerazione così strutturato e i risultati non hanno tardato ad arrivare. A titolo esemplificativo, riporto alcuni casi di successo del 2022: Bufaga, startup cleantech che consente a chi guida di ridurre l’inquinamento e di evitare di produrlo, ha chiuso un pre-seed round da 240.000 euro; Ticketoo, Community-driven Marketplace che permette la compravendita di biglietti per concerti ed eventi sportivi in un circuito Fan to Fan, ha raggiunto 200k utenti e un seed round da 100.000 euro grazie a business angel; Cyclando, startup innovativa che opera nel settore del cicloturismo esperienziale, ha raccolto 500.000 euro in equity crowdfunding.