categoria: Il denaro non dorme mai
Con RedBird per il Milan più gol di bilancio (per ora) che milanismo
Post di Francesco Paolo Firrao [1] –
“Oggi molte partite vengono decise dalle scrivanie”
Diego Armando Maradona
Avevamo scritto un anno fa che l’operazione di acquisizione del Milan da parte del Fondo RedBird stava segnando un cammino che avrebbe potuto sfociare in un successo o in una disfatta. Avevamo pure delineato i rischi che i vertici aziendali e la proprietà avrebbe dovuto affrontare per rendere profittevole un business plan ed una valutazione tutt’ora incerti:
– il Rischio Economico-Finanziario era legato (1) alla capacità di restare stabilmente tra le prime quattro posizioni del campionato nazionale, (2) al miglioramento del ranking europeo e (3) alla capacità di realizzare lo Stadio di Proprietà
– il Rischio Manageriale derivava dalla apparente mancanza di esperienza nel guidare e gestire una società calcistica europea di vertice.
Business model coerente per il futuro del club?
Oggi, ad un anno dall’operazione proviamo a delineare un quadro meno sfocato del cammino strategico che RedBird sembra aver intrapreso. Vorremmo cercare di comprendere, ad esempio, se il business model di RedBird è coerente, se i vertici aziendali lo stanno realizzando adeguatamente e se i passi operativi intrapresi consentono di avere fiducia nei confronti delle auspicate magnifiche sorti e progressive del Milan.
Il 30 giugno 2023 AcMilan chiuderà un bilancio decisamente migliorato rispetto ad un anno prima. Secondo le ultime informazioni di stampa[2], il fatturato dovrebbe avvicinarsi ai 350 milioni di euro, in sensibile aumento rispetto ai 269 del 2022. Molto del merito di tale incremento è di RedBird visto che, ad esempio, sono stati siglati nuovi accordi commerciali[3] e gli apporti degli sponsor di maglia sono passati da 42 a 70 milioni di euro. Possiamo attribuire il resto del merito ai risultati sportivi, come la vittoria dello scorso campionato, ed alla Direzione Tecnico-Sportiva.
Per attribuire altri meriti, anche i tifosi hanno contribuito, portando nelle casse del club una cifra che dovrebbe avvicinarsi ai 90 milioni di euro, tra biglietti di Champions League, Serie A ed altri cosiddetti introiti di matchday. Tutti gli incrementi nei ricavi dovrebbero contribuire a ridurre la perdita di esercizio a 25 milioni di euro (-66.5 nel 2022 e -96.4 nel 2021) ed al già annunciato azzeramento della Posizione Finanziaria Netta, che era di 28.4 milioni di euro un anno fa. Quindi, il bilancio che Giorgio Furlani, da sette mesi Amministratore Delegato del Milan, porterà all’approvazione dell’Assemblea farà sorridere il Fondo proprietario.
La critiche dei tifosi e degli osservatori al Milan di RedBird
Allora per quale motivo i tifosi, ma pure gli osservatori esterni arricciano il naso sulle decisioni che sono state assunte da RedBird poche ore dopo la fine del Campionato? Molti sono i motivi ma il principale è il fatto che i tifosi non comprendono che, se in una azienda industriale il Bilancio non è altro che una sintesi dello stato di salute dell’impresa, in una società professionistica di calcio molto, molto spesso i risultati economico-patrimoniali sono in controtendenza rispetto ai risultati sportivi[4], almeno nel breve periodo[5]. In tale scenario e per tornare all’approccio di RedBird, il Fondo di Gerry Cardinale ha deciso per il Milan di gestire la società come un normale asset di investimento, vincolandolo – almeno nella strategia organica e annuale – ad una sana politica restrittiva, che noi italiani definiremmo di austerity.
Sorride la proprietà, meno i risultati
Per RedBird sta funzionando? Guardando al recente passato, certamente. Il Bilancio fa sorridere la Proprietà, dicevamo, e gli investimenti delle ultime tre campagne acquisti – gennaio ’22, luglio-agosto ’23 e gennaio ’23 – sono stati centellinati[6]. Si potrebbe obiettare che una squadra che vince il campionato e mantiene le proprie stelle e l’allenatore non ha bisogno di tanti acquisti. Vero, se a quel punto (da settembre a dicembre 2022) fossero intervenuti esperienza e capacità nell’aiutare una squadra in cui giocavano sempre gli stessi 11-13 giocatori. Invece, non c’è stato alcun innesto a Gennaio ‘23 e fino a Marzo il calo fisico e di performance ha deluso tutti, con l’unica eccezione del passaggio del turno di Champions League sul Tottenham: la squadra si è mostrata troppo spesso in balia dell’avversario, perdendo punti contro compagini tecnicamente inferiori.
La Primavera ha portato sorti e figure sportive migliori, ma subito dopo la fine del campionato, i tifosi apprendono che nei mesi bui si era consumato un dissidio strategico e tattico su come concepire il Milan. Dissidio che alla fine è sfociato nella tenaglia Proprietà-Allenatore che ha rimosso i vertici tecnico-sportivi della società, Paolo Maldini e Frederick Massara. Proprietà che sembra sia stata abile nell’imputare loro determinate colpe che certamente ci sono state, ma non di riconoscere il merito di un campionato vinto con una rosa molto giovane, di aver portato al rinnovo il contratto di Rafael Leao e di aver sempre pubblicamente difeso le istruzioni strategiche che arrivavano da oltre-oceano.
Lo scontro tra affari e Milanismo
Pochi avevano dato peso alle parole di Paolo Maldini, che la sera dell’uscita dalla semifinale di Champions League, aveva sostenuto che – pur avendo fatto molto bene nella edizione 2023 – per il futuro sarebbe stata necessaria una campagna-acquisti all’altezza di una società come il Milan. Come dire, il Milanismo è puntare al massimo risultato possibile e non al miglior compromesso tra costi e performance. Disse pure che “il Milan ha bisogno di rinforzarsi coi giocatori giusti” e non esclusivamente con giovani di buone prospettive. Parlava di “tornare ai ruoli che competono al Milan” e sulle pagine sportive si vociferava già di tre acquisizioni[7] che avrebbero rinforzato la rosa. All’epoca non si parlava di cessioni eccellenti, di incassare 75 milioni di euro per il giovane più promettente del Milan e del calcio italiano, arrivato a fari spenti tre anni fa’ e poi migliorato esponenzialmente. E poi, l’annuncio shock che ha fissato la pietra tombale sulle recenti strategie tecniche del Milan.
Cosa ci dice l’allontanamento di Maldini e Massara dal Milan
In sintesi, dall’allontanamento dei vertici Sportivi del Milan possiamo desumere due indicazioni:
– il business model di RedBird e l’approccio strategico rimangono immutati, ma la declinazione del principio muta radicalmente. Il Milan è una normale società industriale, che deve fare business guardando innanzitutto al Bilancio, al cui servizio deve agire l’assetto sportivo. Cioè i cartellini dei giocatori migliori devono servire per fare plusvalenze e non soltanto per impostare piani di crescita futura.
– RedBird ritiene che una società calcistica possa essere meglio gestita da “un lavoro di squadra” portato avanti dai pre-esistenti Amministratore Delegato, Capo degli Osservatori ed Allenatore, senza la necessità di avere nuovi interpreti nell’impronta tecnico-strategica e nelle operazioni tattico-sportive.
Le conclusioni degli appassionati: sarà grande il bilancio, non il Milan
A questo punto, pare chiaro che il rischio manageriale di un anno fa è stato affrontato gordianamente: l’esperienza calcistica non serve, a nessun livello manageriale, e le istruzioni strategiche dell’Azionista basteranno da sole a fare grande il Milan. Il tifoso, se comprende, non può che tradurre che a diventare grande sarà il Bilancio e non la squadra.
Restiamo all’analisi societaria, allora. Tutto il futuro della società AcMilan risiederà nel saper risolvere l’attuale trade-off risultati economici / risultati sportivi, che nel lungo periodo dovranno obbligatoriamente crescere entrambi. Posizionarsi stabilmente tra le prime quattro squadre italiane – e quindi poter godere l’anno successivo dell’accesso alla ricca Champions League – sarà sempre più difficile: ad esempio, nella stagione appena conclusa, il Milan, sul campo e senza penalizzazione di altre squadre, si è posizionato al quinto posto.
In secondo luogo, il fortunato cammino europeo di quest’anno è stato agevolato da un posizionamento in prima fascia nei sorteggi di Champions League, dovuto allo scudetto dell’anno scorso. Quest’anno il Milan, pur approdato alle semifinali, ha migliorato il proprio ranking UEFA di sole 8 posizioni[8] e sarà sistemato in terza fascia, con il pericolo di dover eliminare nel round robin a quattro almeno una delle due squadre meglio posizionate nel ranking europeo. Anche in questo caso, possibile, ma non agevole.
La campagna acquisti del Milan e i rischi per l’allenatore
Dato l’attuale assetto, le conseguenze di questi due primi rischi ricadono completamente sulle spalle dell’Allenatore, Stefano Pioli. Allenatore che sa che la Società sta affrontando la campagna-acquisti senza Direttore Tecnico e Direttore Sportivo, figure statutariamente preposte ad effettuare acquisti e cessioni. Ci penserà il lavoro di squadra di manager che non hanno mai svolto il lavoro di Direttore Tecnico o Sportivo?
Il progetto dello stadio: l’ombra di Pallotta e Commisso
Invece, l’ultimo dilemma Economico-Finanziario che la Società dovrà risolvere è completamente nella responsabilità del vertice aziendale: dato che la crescita organica della società AcMilan – come quella della gran maggioranza delle squadre italiane ed europee – sarà lenta e minimale, la crescita per linee esterne al core business – leggi Creazione di uno Stadio di Proprietà – dovrà assicurare la soddisfazione degli azionisti. Soltanto quando il valore aziendale, attuale o immediatamente prospettico, sarà cresciuto, il Fondo RedBird considererà concluso il proprio ciclo e si riterrà soddisfatto: attualmente, dopo un anno, non sembra che siano stati fatti molti passi in avanti ed anzi le poche azioni preparatorie sono svanite. Un anno fa pareva certo che Milan ed Inter realizzassero uno stadio congiuntamente, con tanto di Progetto aggiudicatario del concorso[9]. Pareva che lo Stadio potesse essere ubicato in un altro Comune e che i rapporti col Sindaco di Milano si potessero risolvere con un gentlemen agreement dove tutti sarebbero rimasti soddisfatti.
Oggi sappiamo invece che vari motivi hanno fatto propendere AcMilan per la realizzazione autonoma dello Stadio, forse ubicato nella Città di Milano, in una area di proprietà privata soggetta a vincoli urbanistici e che il dibattito pubblico dei milanesi è servito fondamentalmente a rimandare di un anno l’inizio dei lavori. In pratica, lo stesso cammino che James Pallotta e Rocco Commisso hanno infruttuosamente intrapreso a Roma e Firenze per anni.
Gli esperti di piani strategici non dormono sonni tranquilli
In conclusione, anche se il Presidente del Milan, l’espertissimo Paolo Scaroni, è il migliore e più credibile portavoce del nuovo corso milanista, anche se ci sarebbe da credergli se delinea ai tifosi milanisti che le magnifiche sorti e progressive tali saranno – magnifiche e progressive, appunto -, chi di mestiere è abituato ad esaminare bilanci e piani strategici, organigrammi e strutture societarie, indiscrezioni e annunci ufficiali non dorme sonni tranquilli. Chi lavora nelle ristrutturazioni aziendali sostiene che nel primo trentacinque per cento del Piano Strategico si deve ottenere il sessantacinque per cento dei risultati finali[10]: al Milan un anno è passato e resta poco di quel primo trentacinque per cento.
NOTE
[1] Docente di Corporate Finance e di Legislazione ed Economia Applicate alle Scienze Motorie, Università LaStatale di Milano
[2] Ultimo bilancio del Milan: fatturato, debiti e previsioni per il futuro”, di Francesco Bergamaschi.
[3] Il più famoso dei quali è stato quello con i NY Yankees.
[4] Ci sono lodevolissime eccezioni – come la S.S.Calcio Napoli e il Bayern di Monaco – ma purtroppo troppe società di vertice Europeo e Nazionale sono appesantite da tanti debiti e troppe perdite.
[5] Il Fair Play Finanziario (FPF) da oltre dieci anni sta cercando di porre un limite alla dicotomia Risultati Sportivi/Risultati Economico-Patrimoniali, ma non sembra funzionare abbastanza rapidamente.
[6] Sono stati spesi soltanto 45 milioni l’estate scorsa per l’acquisizione del cartellino di DeKetelaere ed i riscatti di Florenzi e Messias.
[7] Kamada, Thuram (entrambi a parametro zero, cioè viene pagato solo l’ingaggio perché sono svincolati dalle loro precedenti squadre) e Loftus-Cheek dal Chalsea. Oggi, sappiamo che Thuram è appena approdato ai rivali dell’Inter.
[8] passando dal 45° al 37° posto.
[9] Secondo il Progetto Populus aggiudicatario del concorso promosso da Inter FC e AC Milan, lo Stadio sarebbe dovuto costare intorno ai 650 milioni di euro ed ospitare 60-65mila spettatori.
[10] “Strategy Safari: A Guided Tour Through The Wilds Of Strategic Management”, Mintzberg, Ahlstrand, Lampel, FT Prentice Hall.