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Innovazione e sostenibilità, fornitori e filiere. Perché il futuro passa da qui
Se si vuole discutere seriamente di ambiente e innovazione non si può tralasciare il tema delle filiere e della catena dei fornitori. Comprendere come inquadrare il fenomeno ambiente nel settore della produzione di beni e servizi (come le telecomunicazioni o l’energia) è oggi un passaggio cardine, per diffondere le pratiche di sostenibilità nel modo più efficace possibile. Immaginiamo, per avere un termine di comprensione, che le singole filiere, con a capo le grandi aziende, siano i vettori per trasmettere la sostenibilità in modo efficace, ad ogni elemento della singola filiera, sia che si tratti di un fornitore che di un cliente.
Comprendere come questo scenario sia realizzabile richiede l’analisi di due grandi variabili: il nexus dell’innovazione e sostenibilità nei processi di acquisto. Educare i team aziendali ad una visione di cooperazione il cui ultimo fine sia l’innovabilità (innovazione + sostenibilità) è il futuro.
Nexus tra innovazione e sostenibilità
Cerchiamo innanzi tutto di capire come essere sostenibili innovando contenendo i prezzi della filiera in ambito di acquisto materie prime e semi lavorati. Il nexus innovazione (di macchine, tecnologie, assetti immateriali) e sostenibilità possono essere un volano per ridurre la volatilità dei prezzi, nell’ambito dei processi di acquisto per le aziende italiane e i Cpo. La sostenibilità vera passa da una intera filiera, che decide di orientarsi verso soluzioni meno inquinanti. Se consideriamo che la maggioranza delle grandi aziende, nel mondo, hanno una lunga filiera di fornitori, si comprende come queste tipologie di aziende abbiano un potenziale vantaggio/opportunità, nell’investire in sostenibilità e creare ecosistemi sinergici tra di loro, allineati a pratiche meno (o del tutto non) inquinanti.
Fornitori, ecco dove si gioca la partita della sostenibilità
“I fornitori sono molto importanti, molte delle nostre attività hanno luogo attraverso di essi”, mi spiega Antonio Dentini, Head of Governance, Suppliers Management and Innovability del Global Procurement di Enel. “Il concetto d’innovazione deve essere diffuso, condiviso con tutta la rete di soggetti che compongono l’ecosistema di una realtà come la nostra, che opera a livello mondiale. Per questo stimoliamo il confronto con i fornitori, per accogliere le proposte innovative che, nel rispetto dei requisiti tecnici e funzionali, semplificano il design o i processi produttivi, riducono la carbon footprint e aumentano la circolarità dei prodotti/servizi”.
“Questi confronti consentono inoltre di individuare degli hot spot, step di processo produttivo comuni a tutti i fornitori dove si gioca la partita della sostenibilità in maniera importante, che oggi costituiscono delle limitazioni ma che ci indicano dove puntare l’innovazione nel medio lungo, consentendoci di lanciare delle challenge di open innovation aperte ad una platea molto vasta”.
Acquisti, sinergia, ecosistema
Il tema di sinergia e ecosistema, all’interno del mondo degli acquisti, è familiare anche a Federica Dallanoce, vicepresidente di Adaci, l’associazione italiana acquisti e supply management.
“Spesso – dice Dallanoce – si tende a considerare il mondo dei direttori d’acquisto come un segmento aziendale statico. In passato era così, infatti solo il 31% (% media sul totale del parco fornitori, che rappresenta i fornitori alternativi come una minoranza) delle aziende nel mondo vantava fornitori alternativi e in double sourcing, ma gli eventi di questi ultimi anni, a cui si aggiunge la geopolitica e la sostenibilità, hanno fortemente rivoluzionato questo segmento, il ruolo e il mercato di acquisto. Oggi le filiere delle grandi aziende sono un asset irrinunciabile per valorizzare strategie di sostenibilità per l’azienda e la sua intera catena di fornitori e per garantire la competitività dell’azienda nel tempo. In questi ultimi due anni la strategia di aumento dei fornitori ha portato i fornitori alternativi dal 31 al 62%”.
Gare aziendali contro i nemici del cambiamento
Nelle grandi aziende il percorso di sostenibilità può essere complesso. L’entropia, che si genera naturalmente in ogni grande organismo aziendale, tende ad essere nemico del cambiamento. La consuetudine tra gli umani e le procedure definite nel tempo restano una barriera spesso sfidante per l’innovazione e la sostenibilità (che implicitamente genera cambiamento di standard condivisi nel tempo). Risulta quindi necessario avere approcci dirompenti come le gare aziendali che, stimolate da sfide complesse, permettono di avere un effetto dirompente lungo l’intero organismo aziendale, sia umano che procedurale.
Sostenibiltà e credibilità del brand
“In Enel comprendiamo che la sostenibilità porta vantaggi competitivi nel medio e lungo termine”, mi spiega Dentini. “Il valore aggiunto che offre la sostenibilità si rispecchia nell’aumento di credibilità del brand, con una maggior facilità ad attrarre investimenti finanziari e ad accettare i prodotti e servizi proposti. Per questo nelle nostre gare, oltre ai requisiti per la tutela delle persone e dell’ambiente, mettiamo sul tavolo dei fattori premianti per stimolare e sostenere le aziende che investono maggiormente sulla sostenibilità (cicli energetici più efficienti e più rinnovabili, carbon footprint dei prodotti minore, maggior circolarità nel riutilizzo dei materiali). Tali aziende a loro volta stimolano l’adozione di comportamenti e strategie simili presso i loro fornitori, propagandone gli effetti positivi lungo la supply chain”.
“Il tema degli acquisti sostenibili è un tema complesso”, mi conferma Dallanoce. “I CPO (chief procurement officer, ndr) moderni, specialmente in occidente, sono nella posizione di poter influenzare numerose aziende della filiera. Proprio in quest’ottica abbiamo promosso il IFPSM World Summit 2023 di settembre, che si terrà a Firenze e sarà l’opportunità per tutti i chief procurement officer e manager di supply chain italiani di confrontarsi sulle best practices attive in tutto il mondo. Oggi le filiere invece sono valorizzate anche sul fronte della loro sostenibilità. Gli standard sono condivisi a livello mondiale, i goal definiti dall’Onu e dalla direttiva Europea sulla due diligence di Supply Chain, il nuovo codice degli appalti (Decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, attuativo dal 1 Luglio 2023) stanno rivoluzionato questo settore”.
L’attenta profilazione del fornitore
“Concentrarsi sui requisiti del fornitore per prevenire, gli abusi dei diritti umani, le libertà fondamentali, le lesioni gravi, i rischi per la salute e i danni ambientali – prosegue Dallanoce – è un fattore indispensabile nella profilazione del fornitore, del monitoraggio e nella verifica dei criteri di premialità durante l’esecuzione del contratto. Anche il clima, che fino a qualche anno fa non era contemplato nella funzione secondo il British Institute of International and Comparative Law, risulta una variabile di cui tenere conto. Sono linee guida volontarie, talvolta facoltative e obbligatorie, che ci impongono un’attenta profilazione del fornitore, con vari livelli di segnalazione a seconda delle policy interne. A questo si aggiunga che oggi molti fondi di investimenti, non ché il singolo investitore retail, valuta con maggior attenzione quanto una azienda tenga conto dell’ambiente nelle scelte aziendali”.
Sostenibilità e risparmi: il riciclo
L’ultimo anno ha fortemente inciso sulle filiere. Inizialmente la questione energetica si è palesata come un rischio per ogni azienda. Poi, con il blocco economico alle esportazioni russe, tutte le filiere han dovuto affrontare un aumento di costi delle materie prime e, nei casi peggiori, la disponibilità delle stesse. Con due fattori di costo mutati in modo cosi violento viene difficile pensare che le aziende possano avventurarsi in ulteriori investimenti in materia di sostenibilità che, nel breve termine quanto meno, implicano costi.
Tuttavia proprio la carenza di materie prime a buon prezzo ha evidenziato i vantaggi di una voce nella sostenibilità: il riciclo. “Più circolare significa innanzitutto ridurre la necessità di estrarre nuovi raw materials, trasformarli e trasportarli”, mi spiega Dentini, “il che significa accorciare la filiera, ridurre gli impatti ambientali, ridurre la logistica di lunga distanza, ridurre l’esposizione ai pochi paesi produttori di materie prime (non sempre politicamente stabili o affidabili), ridurre l’esposizione alle fluttuazioni di prezzo dei raw materials e della logistica amplificate dai vincoli del sistema globalizzato”.
Materie prime e sfida della sostenibilità
“I costi delle materie prime sono stati tali da spingere molti dei nostri fornitori, e noi stessi, ad accelerare su differenti pratiche di sostenibilità”, mi conferma Ernesto Ciorra, chief innovability officer di Enel. “La circolarità dei prodotti è un concetto relativamente nuovo nel mondo dei consumatori. Essa parte dal presupposto che un prodotto, pur se complesso, possa essere creato, o assemblato da numerosi parti, e la sua intera vita possa essere monitorata e, in fine, ogni singolo elemento che lo compone possa essere riciclato. È un concetto nuovo che può aiutare a risolvere il problema delle materie prime”.
“Riciclare prodotti per recuperare i metalli, le plastiche e i tessuti di origine biologica – aggiunge Ciorra – permette di ottenere materie prime fresche, già purificate (se si parla di metalli, Nda), rispetto all’intero processo di estrazione da una miniera o da una raffineria. Quando ci siamo trovati a smontare le pale di un impianto eolico non avevamo una competenza per poterle riutilizzare. Cosi abbiamo lanciato una sfida all’interno del nostro ecosistema. Una startup si è proposta per un approccio di recupero dei materiali delle pale. Oggi con questi elementi otteniamo nuovi materiali per produrre altri oggetti a vantaggi o dell’ambiente e dell’impatto sulla domanda di materie prime”.
Digitalizzazione e supply chain
“Il percorso di digitalizzazione, specialmente per le Pmi, è un passaggio obbligato”, mi spiega Dallanoce. “Quello che spesso non viene percepito è come la digitalizzazione permetta di rendere più fluida non solo la gestione dell’azienda ma anche la sua efficienza alla luce della sostenibilità. La digitalizzazione semplifica e traduce, in contenuti comprensibili, per tutti gli attori del processo di acquisti. E’ un vantaggio per l’azienda che facilita il lavoro per le quattro generazioni presenti in azienda e favorisce la collaborazione fra stakeholder. La digitalizzazione permette l’interazione e la collaborazione sullo sviluppo del prodotto e del servizio, la realizzazione di prodotto e la pianificazione reciproca. Dobbiamo chiederci se la tecnologia rappresenta un asset indispensabile per il forward-looking anche negli acquisti che hanno impatto sui costi fin dall’inizio del processo”.
Una due diligence di filiera
“Una prima opportunità è ricercare è acquisire le skill per navigare in scenari critici con il contributo degli acquisti e dell’intelligenza artificiale per ricercare risposte e soluzioni alle criticità di filiera. La seconda opportunità è nell’ ecosistema digitale: un sistema allargato dove il fornitore e cliente possono scambiarsi informazioni, in modo immediato, permette di rendere anche l’analisi su temi come la sostenibilità un processo efficiente e di continua interazione. Processo e contenuti del processo evolvono insieme. Questo rafforza l’idea di avere attori costantemente aggiornati e preparati su nuove tecnologie.
“La due diligence di filiera è una opportunità di qualifica e differenziazione delle filiere. Questo percorso facilita e migliora la conformità lungo le catene di approvvigionamento/valore. Anche i requisiti obbligatori prevedono maggiore responsabilità e maggiore accesso alla giustizia in caso di impatti e danni ambientali e sociali. Raggiungere un consenso per quanto riguarda gli impatti positivi volti a creazione di filiere virtuose e di qualità può indicare la strada a innestare facilmente nuovi approcci e nuove professioni”, conclude Dallanoce.
Sostenibilità, aiutare i fornitori a innovarsi
“Il percorso digitale da noi intrapreso ci ha permesso di creare un dialogo continuo con i nostri fornitori”, conferma Ciorra di Enel. “L’innovazione e la sostenibilità trovano un nexus che le lega indissolubilmente quando le relazioni con il fornitore non si esauriscono nella semplice fornitura di un servizio o un prodotto. Le nostre gare sono studiate per essere dinamiche: non ci limitiamo a emettere i parametri. Se un fornitore si candida ma, pur avendo prodotti validi, non riesce a rientrare in tutti gli standard richiesti, se lo desidera, lo aiutiamo a innovarsi”.
“Abbiamo cura che i nostri fornitori, potendo accedere al nostro sistema di startup innovative, possano rendersi più moderni, trovare soluzioni maggiormente sostenibili. Tutti percorsi che noi facilitiamo ma dove la versa forza è l’integrazione in un ecosistema digitale dove lo scambio e la valorizzazione dei dati sono la linfa vitale. Questo continuo interscambio permette al potenziale fornitore di divenire più sostenibile e partecipare con successo alle nostre gare; una soluzione che fa vincere tutti, ambiente prima di tutto”, onclude Ciorra.
Pmi ed evoluzione verso la sostenibilità
Le continue sfide che si prospettano davanti a noi, generate anche dalla crescente multipolarità delle fonti di approvvigionamento di prodotti e servizi, saranno un’ulteriore incentivo per molte Pmi di filiera. La sostenibilità richiede una continua evoluzione delle filiere. Le grandi aziende hanno l’opportunità e responsabilità di guidare le loro aziende di filiera verso un percorso che possa valorizzare l’intera economia italiana del prossimo secolo.
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