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Il turismo delle origini e il futuro possibile, tra social e crowdfunding
Post di Raffaello Zanini, fondatore del portale Planethotel.net. Laureato in urbanistica, assiste gli investitori del settore turistico alberghiero con studi di fattibilità, consulenza ai progettisti, ricerca di soluzioni finanziarie –
Ha ancora senso investire nella promozione del turismo delle origini nel bel mezzo di un boom della multiculturalità? La domanda potrebbe apparire provocatoria, ma non intende esserlo affatto.
Ecco perché vi voglio parlare di una iniziativa veramente innovativa (che come vedrete va sostenuta con un crowdfunding) che nasce dall’incontro con l’antica capacità di costruire tradizionali barche in legno della Laguna, e una spiccata abilità di organizzazione e marketing con l’uso delle più moderne tecniche di comunicazione via web.
Questo il mix vincente: l’amicizia e la visione di due ragazzi ed una ragazza che mettono assieme un mestiere vecchio di 1000 anni e la capacità di usare i più moderni mezzi di comunicazione social.
Tutto nasce dalla scarsa voglia di Enrico di farsi ingabbiare nelle quattro mura di una scuola; ma invece di fare il perdigiorno come tanti altri, va a lavorare dall’ultimo Maestro d’Ascia veneziano, al famoso Squero di San Trovaso (quello che tutti i turisti fotografano perché vicino alle Zattere e alla famosa gelateria da Nico). Enrico non è di Venezia, ma di Sant’Elena. Ogni mattina prende un treno a Monselice, va a Venezia, lavora e la sera torna a casa per poco più di una mancia mensile. Questo per dieci lunghi anni.
E impara tutti i segreti della costruzione delle barche di legno.
In seguito avvia una piccola attività di riparazione delle barche e delle gondole coivolgendo Tommaso, un suo vecchio amico.
Un bel giorno, nel 2017, incrociano l’ultimo “burcio” galleggiante della Laguna. Una barca da lavoro, lunga 21 metri, quella che serviva a trasportare le merci a Venezia, un’antica imbarcazione fluviale da lavoro e trasporto che per secoli ha navigato lungo le tante vie d’acqua che collegano Venezia e la laguna all’entroterra; era l’ultimo e stava per scomparire per sempre.
Quale la loro reazione quando la videro per la prima volta?
“Stupore. Echi di memoria. Appartenenza al nostro territorio. Resistenza. Futuro.”
Investono i pochi risparmi e la comprano per darle nuova vita, ma una tempesta maledetta gliela affonda. Così indecisi se recuperarla o demolirla, visto che il costo era lo stesso, decidono che va recuperata. Nuove spese per essere ancora al punto di partenza.
Qui interviene Alessandra (il terzo soggetto di questa storia) esperta di comunicazione e marketing. Così l’idea iniziale prende corpo in un progetto imprenditoriale. Tre persone con tre curriculum ben differenziati: Lo squerariòl (costruttore di barche tradizionali in legno), il coordinatore e l’esperta di comunicazione.
Come rifondare il turismo delle origini
L’idea iniziale diventa un “progetto”, con tanto di business plan e crowdfunding.
L’obiettivo del progetto è quello di trasformare la Freccia Azzurra in un laboratorio culturale galleggiante:
– un museo vivente in cui il passato si fa presente ed evolve verso un’idea di domani diversa;
– un palcoscenico itinerante a bordo del quale organizzare eventi, spettacoli, laboratori: un luogo in cui sperimentare, contaminare i linguaggi espressivi, creare collaborazioni, immergersi nella natura;
– uno spazio aperto a tutti dove incontrarsi e rigenerare cultura e comunità, creare occasioni di confronto, opportunità, nuove idee;
– una sentinella a garanzia del futuro sostenibile delle vie d’acqua: un mezzo per riavvicinarsi a queste con consapevolezza e lentezza, contribuire alla loro tutela e dare loro una nuova voce;
– un portavoce per diffondere un messaggio di cambiamento ovunque ci siano persone pronte ad ascoltarlo.
Presentano il progetto alla banca, che glielo approva.
Creano il gruppo di lavoro, un team di giovani che desiderano imparare il mestiere, così si possono trasmettere e perpetuare le abilità del Maestro d’Ascia. Il giovanissimo apprendista ora è un giovane uomo che può insegnare agli altri.
Se vi ho incuriositi andate sul loro sito: potete decidere di finanziare il progetto con il costo di una cena, ottenendo in cambio:
– il tuo nome inciso su una tavola del legname della barca
– una visita guidata in Laguna Segreta di quasi tre ore
– l’ingresso al concerto a bordo
– il tuo nome come timoniere
E’ una bellissima iniziativa che mostra come il recupero della tradizione unita all’uso delle tecniche di marketing più moderne (crowdfunding e social) può dare vita a reali esperienze imprenditoriali anche nel turismo, dove l’antico viene tenuto in vita dal moderno.
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