CO2 e Accordo di Parigi: passi indietro ma anche investimenti record

scritto da il 22 Marzo 2023

Post di John William Olsen, Investment Manager di M&G (Lux) Global Sustain Paris Aligned Fund –

Nel 2022 abbiamo assistito all’emergere di una crisi energetica, con la guerra in Ucraina e il boom della domanda di energia post-pandemia che hanno fatto salire i prezzi dei carburanti e l’uso di combustibili fossili. Poiché l’energia rappresenta una parte significativa delle emissioni di CO2 globali, poniamo la crisi energetica in relazione agli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico.

CO2 al top: 2022 anno di “ri-carbonizzazione”

Nel 2022, quando la guerra in Ucraina ha fatto salire i prezzi dell’energia e costretto i Paesi a cercare fonti di energia alternative, molti governi hanno cambiato la loro politica sui combustibili fossili di 180°. Le emissioni globali di CO2 da combustibili fossili hanno raggiunto un livello record nel corso dell’anno, in un momento in cui, secondo il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, abbiamo bisogno invece di “riduzioni immediate e decise delle emissioni” per combattere il riscaldamento globale. Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, molti Paesi non hanno voluto o potuto fare affidamento sul gas russo, e si sono dovuti rivolgere piuttosto verso altre fonti per soddisfare il loro fabbisogno energetico.

Così, i governi del Regno Unito, Stati Uniti, Europa e altri Paesi ancora hanno ripiegato su combustibili fossili di altro genere per garantirsi energia, riavviando le centrali a carbone o rinviandone la chiusura. Se da un lato questo ha rappresentato una battuta d’arresto per gli sforzi di riduzione delle emissioni globali, dall’altro le conseguenze sociali del mancato ricorso a questa soluzione sarebbero state disastrose. Se l’energia diventa troppo costosa o scarsa, le famiglie non possono riscaldare le loro case, le aziende chiudono e i lavoratori restano disoccupati.

CO2

(Afp)

Maggiori investimenti in tecnologie pulite

Tuttavia, l’anno scorso ci sono stati anche sviluppi positivi per il clima. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) prevede infatti che la crisi energetica globale derivante dalla guerra in Ucraina accelererà la transizione verso un sistema energetico più sostenibile e sicuro.

Secondo BloombergNEF, lo scorso anno gli investimenti per la transizione energetica hanno raggiunto un livello record, con 1.100 miliardi di dollari investiti in energia pulita, stoccaggio dell’energia, trasporti elettrici e tecnologia di cattura del carbonio. Per la prima volta, gli investimenti sono stati pari a quelli nei combustibili fossili. È un dato incoraggiante, anche se c’è ancora molto da fare. BloombergNEF stima che gli investimenti annuali debbano triplicare immediatamente se si vuole che il mondo raggiunga l’azzeramento delle emissioni entro il 2050.

L’efficienza energetica è stato un altro tema chiave dell’anno. Secondo le stime dell’AIE, gli investimenti in soluzioni di efficienza energetica sono aumentati del 16%, superando i 560 miliardi di dollari nel 2022. Allo stesso tempo, in Europa il consumo di energia è stato inferiore alla media 2015-2021 per gran parte dell’anno (si veda figura in basso). Nei prossimi anni prevediamo che le azioni per il clima, unite a prezzi elevati dell’energia, continueranno a far crescere la domanda di prodotti per migliorare l’efficienza energetica.

L’andamento dei consumi di energia in Europa nel 2022 (Fonte: European Network of Transmission Systems Operators for Electricity via Reuters, accesso effettuato a gennaio 2023)

Un passo indietro, ma su basi più solide?

Nonostante le battute d’arresto, a nostro avviso il 2022 è stato un anno importante per l’agenda globale della sostenibilità, con l’emanazione di nuove normative sia negli Stati Uniti che in Europa. Queste normative mirano a fornire chiarezza e stabilità all’azione per il clima nel prossimo decennio, contribuendo ad accelerare gli sforzi di riduzione delle emissioni di CO2.

Il Presidente USA Joe Biden ha annunciato l’introduzione dell’Inflation Reduction Act come “la più significativa legislazione sul clima della storia”, che prevede lo stanziamento di quasi 400 miliardi di dollari di finanziamenti per progetti di energia pulita e de-carbonizzazione. Questi finanziamenti saranno erogati sotto forma di incentivi fiscali, sovvenzioni e garanzie sui prestiti, con l’obiettivo di contribuire a rendere immediatamente competitive dal punto di vista dei costi le tecnologie emergenti come l’idrogeno e la cattura e lo stoccaggio del carbonio.

L’Europa e il prezzo alle emissioni di CO2

Il programma europeo REPowerEU ha anticipato gli obiettivi di de-carbonizzazione del continente e ha stanziato ingenti investimenti per la diffusione delle energie rinnovabili, la riduzione delle emissioni industriali e il risparmio energetico. Sempre l’Europa ha apportato modifiche al sistema di scambio di quote di emissione (ETS) dell’UE, che di fatto impone un prezzo alle emissioni di CO2 delle aziende.

Tra questi cambiamenti, vi è un obiettivo più ambizioso di riduzione delle emissioni totali e una più rapida eliminazione delle quote di emissione. Il sistema dello scambio di quote è stato inoltre ampliato per includere altri settori, tra cui il trasporto marittimo, ed è stato introdotto un nuovo sistema per comprendere gli edifici, il trasporto stradale e i carburanti.