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Perché il benessere psicologico merita l’attenzione dei direttori finanziari
Post di Mario Alessandra, Fondatore e Amministratore Delegato di Mindwork, società che si occupa di benessere psicologico per le aziende –
Ogni anno si perdono 1000 miliardi di dollari a causa di ansia e depressione. Un costo enorme, che riflette i 12 miliardi di giorni di assenza che vengono fatti annualmente per motivi legati a malessere psicologico.
Non potrebbe essere altrimenti: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infatti, un miliardo di persone convive con un disturbo mentale e 1 persona su 6 in Europa manifesta i sintomi di una cattiva salute psicologica.
Benessere psicologico in azienda, dati allarmanti
Nel nostro Paese i dati relativi al benessere psicologico in azienda sono allarmanti: 1 individuo su 2 soffre di ansia e insonnia per motivi legati al lavoro e nell’ultimo anno, circa il 62% ha sperimentato almeno un sintomo di burnout.
Uno scenario articolato e complesso, che nelle organizzazioni viene gestito a livello di Risorse Umane (HR), attraverso iniziative che si prendono cura della dimensione mentale a lavoro, come servizi di supporto psicologico o iniziative di divulgazione e formazione.
Un’attenzione alla dimensione umana, dunque, più che mai necessaria, ma che spesso affronta il problema senza avere a disposizione il quadro completo della situazione. Se infatti è essenziale offrire alle proprie persone le condizioni per lavorare al meglio, preservando la propria salute psicologica, è anche vero che è necessario comprendere la reale portata economica che una cattiva salute psicologica può avere.
Il ruolo dei CFO (direttori finanziari)
In tal senso, è ancora ampiamente sottovalutato il ruolo che i Chief Financial Officer (CFO), in quanto “guardiani” della performance economico-finanziaria, possono avere.
Essi sono infatti gli unici in grado di sovrapporre, analizzare e comparare i dati delle diverse funzioni aziendali per ottenere non solo informazioni sull’andamento organizzativo, ma anche sul benessere delle persone. Dati come numero di presenze in ufficio, partecipazione alle iniziative promosse dall’azienda, andamento della produttività, giornate di malattia e così via, sono infatti indizi preziosi non solo per comprendere la salute dell’azienda, ma anche quella delle sue persone.
Le iniziative per il benessere mentale sono efficaci?
Eppure, lo scetticismo sulla reale efficacia delle iniziative per il benessere mentale è ancora forte. Secondo una recente indagine, condotta negli Stati Uniti, il 72% dei datori di lavoro teme che offrire alle proprie persone servizi di supporto psicologico possa spingerli a lavorare di meno, perché impegnati a prendersi cura di sé.
Una percezione legata allo stigma che ancora viene associato alla dimensione mentale, soprattutto se si pensa a quanto sia invece normalizzato dedicare del tempo alla propria salute fisica.
Gli investimenti in benessere psicologico rendono?
A ciò, si aggiungono poi dati inequivocabili che dimostrano quanta consapevolezza manchi sull’argomento: le stime OMS ci dicono infatti che per ogni euro investito in benessere psicologico, vi è un ritorno di quattro. Un ROI non solo di andamento diametralmente opposto a quello temuto da datori di lavoro intervistati, ma anche decisamente considerevole.
È dunque possibile pensare al ruolo del CFO come centrale proprio in questa direzione, utile a “leggere” il ritorno dell’investimento e il reale impatto del benessere psicologico nella singola azienda. Se infatti i benefici della Psicologia sono da tempo ampiamente dimostrati, è pur vero che spesso ai vertici manca la consapevolezza del loro impatto sui processi organizzativi, la performance e i risultati.
I direttori finanziari e i programmi ESG
Questa nuova presa di coscienza da parte dei direttori finanziari è inoltre coerente con i risultati di un recente studio di McKinsey & Company. Secondo la ricerca, il Covid ha ampliato le responsabilità dei Chief Financial Officer, andando a comprenderne anche di tipo culturale e relative al profilo ESG. Soprattutto adesso che l’interesse degli investitori per questi temi è aumentato notevolmente per ragioni di compliance a normative europee sempre più esigenti.
I direttori finanziari sono dunque sempre più coinvolti nell’allineamento tra i programmi ESG e gli obiettivi strategici e finanziari dell’azienda, nonché nelle modalità in cui le organizzazioni si adattano a crisi e cambiamenti e, di conseguenza, nel modo in cui il lavoro viene svolto e nel come questo si interseca con il benessere delle persone.
Benessere psicologico e sostenibilità delle aziende
Nel prossimo futuro, assisteremo verosimilmente a un ulteriore avvicinamento e sovrapposizione di questi temi. Ancora troppo spesso percepiti come compartimenti stagni, passeranno dunque ad essere considerati in stretta interazione e correlazione tra loro. Se il benessere psicologico a lavoro è una dimensione complessa, che attinge non solo alla persona, ma anche a variabili relazionali, organizzative, finanziarie e sociali, è certo che i CFO dovranno dire la loro per garantire la sostenibilità delle aziende.
Costruire un ambiente di lavoro ottimale
Come ci ricorda a tal proposito, Guido Luzzana, CFO Italy di The Kraft Heinz Company, “oggi per attrarre, trattenere e far crescere il miglior talento in azienda non basta essere bravi nella gestione del business, ma è sempre più importante essere Thought Leaders su temi di people development e attivarsi concretamente in questa direzione”.
“In Kraft Heinz – prosegue Luzzana – promuovere e supportare il benessere psicologico delle nostre persone è parte integrante della nostra cultura, e lo facciamo con una serie di programmi dedicati: dal supporto psicologico, ai Mental Health First Aider, ovvero persone formate per prestare il primo supporto in caso di necessità, alle iniziative di sensibilizzazione e informazione per abbattere lo stigma, per concludere con i programmi di formazione per la leadership dove il tema della sicurezza psicologica è uno dei focus. Non significa quindi solo offrire aiuto in un momento di difficoltà, ma anche opportunità di coaching e training per costruire un ambiente di lavoro ottimale”.