categoria: Vicolo corto
Ultima chiamata per la digitalizzazione del Paese
Post di Duccio Vitali, amministratore delegato di Alkemy –
In un contesto dominato dalla necessità del rilancio post-pandemia, a cui si sono aggiunte tensioni geopolitiche, crisi energetica e crescenti minacce alla cybersecurity, è fondamentale sottolineare che abbiamo un alleato straordinario per vincere le sfide economiche, ambientali e politiche: il digitale. Secondo una ricerca condotta dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) la produttività delle aziende che investono nell’innovazione data-driven e nell’analisi dei dati cresce dal 5% al 10% in più rispetto alle aziende che non investono, contribuendo dunque allo sviluppo dell’intero un Sistema-Paese. Gli eventi succedutisi negli ultimi anni hanno incrementato sensibilmente l’utilizzo del digitale, stimolando ulteriormente la consapevolezza delle imprese circa la necessità di evolvere il proprio modello di business.
Italia strutturalmente in ritardo
Ma nonostante i progressi e gli sforzi di digitalizzazione, esplosi con il progredire della pandemia, e pur essendo per dimensioni la terza economia dell’Unione, l’Italia risulta ancora strutturalmente indietro rispetto agli altri stati membri dell’UE, posizionandosi appena al 18° posto nell’indice DESI (Digital Economy and Society Index) redatto dalla Comunità Europea. In testa Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia, che restano comunque ancora immaturi in termini di digitalizzazione e continuano quindi a lavorare per la trasformazione digitale delle PMI e per l’introduzione di reti 5G avanzate. I risultati del DESI 2022 mostrano in sostanza che l’adozione di tecnologie digitali fondamentali per le imprese (come l’intelligenza artificiale e i big data) rimane bassa, anche tra i paesi leader dell’UE.
Solo un quarto delle aziende è davvero digitale
In un recente studio condotto da Alkemy, chiamato “Digital Transformation Index”, osservando le società più capitalizzate di Piazza Affari è emerso che nel 2021 il 21% non aveva ancora avviato un percorso di digital transformation, mentre circa il 53% aveva iniziato la trasformazione digitale senza però averne ancora tratto valore in termini economici. Quello che sorprende, nello scenario post-covid, è che oggi solo il 26% delle aziende può dirsi “integralmente digitale” (in particolare Banche e Utilities): una percentuale ancora esigua rispetto alle sfide che siamo chiamati ad affrontare.
Il nodo delle competenze
Nel frattempo le abitudini dei consumatori vanno dalla parte opposta e trainano un mercato – quello della Digital Transformation – che in Italia vale 6,8 miliardi di euro e si espande con un tasso di crescita del 9,3% nel periodo 2020-2024. Il processo di trasformazione digitale passa attraverso alcuni nodi da sciogliere: il più urgente è quello relativo alle competenze, decisivo per dare piena attuazione a tutti i progetti che l’Italia sta mettendo in campo.
La grande occasione: il PNRR
È chiaro che per accelerare il processo sono necessarie risorse e ora abbiamo un’occasione senza precedenti per eliminare il divario in Europa e azzerare i rischi di esclusione digitale, ovvero le risorse del PNRR. L’Europa ha stanziato per l’Italia oltre 191,5 miliardi, riservandone oltre 40 per la digitalizzazione di aziende private e PA. Il nostro Paese non ha altre occasioni da sfruttare per vincere la sfida della digitalizzazione.
Il ruolo del nuovo Esecutivo
Il nuovo governo gioca adesso un ruolo importantissimo nel rendere fruibili in tempi rapidi le risorse del PNRR. Quello di cui le aziende hanno bisogno è da un lato sostegno da parte delle Istituzioni nel semplificare la burocrazia, facilitando l’accesso alle risorse e permettendo di attuare in fretta i progetti di ammodernamento dei business, delle strutture e dei servizi in chiave digitale. Dall’altro, personale altamente specializzato, pronto ad ottimizzare al massimo le risorse del PNRR. Qui le imprese digitali come Alkemy avranno il compito di formare una nuova classe di professionisti, ad esempio agendo in sinergia con le Università, al fine di promuovere una vera e propria evoluzione non solo digitale, ma anche culturale e sociale.
L’ultima chance
È l’ultima opportunità che abbiamo per tornare competitivi, unica leva per uscire dalla stagflazione e rilanciare la nostra economia. Se non riusciamo a farlo, se le risorse del PNRR non saranno investite nel modo giusto e in tempi rapidi, avremmo perso l’ultimo treno della competitività globale.