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Elezioni, l’importanza strategica di TikTok e gli errori (gravi) dei politici
Post scritto da Mik Cosentino, fondatore di InfomarketingX –
Secondo i dati Audiweb relativi al primo quadrimestre 2022, gli utenti unici mensili di TikTok sono stati circa 14,4 milioni. Pari a circa un terzo (32.3%) di tutti coloro che hanno utilizzato Internet nel nostro paese. La piattaforma cinese quindi conferma il suo successo inarrestabile.
Con oltre il 66% di utenti attivi con un’età inferiore ai 30 anni, la maggior parte compresa tra i 16 e i 25 anni, e dati Ipsos alla mano che stimano come in tema di voto gli indecisi rappresentino il 10,1% degli aventi diritto e siano soprattutto studenti (22,7%), non stupisce che in piena campagna elettorale i politici abbiano deciso di esplorare le potenzialità di TikTok, segnando un punto di svolta nel panorama politico italiano.
TikTok oggi, rispetto a quanto si possa pensare, non è più e soltanto un passatempo per adolescenti, fatto di video brevi e frivoli, al contrario è un interessante strumento di business per le imprese e un’opportunità altrettanto importante per il mondo politico.
Ne consegue però che la classe dirigente sia chiamata ad adattare e modernizzare la propria strategia comunicativa.
TikTok in particolare basa il proprio modello d’intrattenimento su dinamiche e algoritmi diametralmente diversi rispetto a quelli degli altri social. I video sono ad oggi lo strumento comunicativo più efficace e aiutano i creator a far percepire la propria autenticità. Proprio perché sono più diretti, arrivano al cuore delle persone e coinvolgono la maggior parte dei sensi, dall’udito alla vista, fino alla sensazione cinestesica, è importante riuscire a trasporre i propri punti di forza in modo conciso ma d’impatto.
Da un punto di vista tecnico, inoltre, questo social ha la straordinaria capacità di rendere virali in modo organico i video caricati, con percentuali di interazione ed engagement senza precedenti, del tutto sganciati dal numero di follower dei singoli account che li generano.
È quindi importante che i politici siano su TikTok, in modo da cavalcare al meglio la svolta informativa intrapresa dalla piattaforma. Diventa imprescindibile però farlo nel modo giusto e tenendo bene in mente lo stile del social stesso. Perché un dato è importante da sottolineare: l’attuale campagna elettorale vuole indirizzarsi al 70% dell’utenza di Instagram e TikTok, composta di under 34, utilizzando però un linguaggio comune al restante 30% degli utenti dei due social.
Parlare ai giovani è sicuramente complesso, soprattutto vista la mancanza di fiducia di molti di essi nel sistema politico, pensare di farlo scimmiottando il linguaggio dei ragazzi risulta spesso imbarazzante. I giovani vogliono e pretendono di essere trattati da adulti ed è importante offrire loro programmi credibili, contenuti nei quali possano identificarsi e che possano riscattare la credibilità che in questi anni è progressivamente diminuita nei confronti della classe politica.
A fare la differenza quindi sarà la modalità comunicativa adottata e i valori alla base del messaggio. Sposare cause last minute per mere finalità elettorali e sbarcare su TikTok senza avere le idee chiare su come esporsi può risultare controproducente o addirittura pericoloso per un politico.
Può sembrare banale, ma il modo migliore per scongiurare questi rischi è essere sé stessi. Chi forza la propria comunicazione, oltre a renderla inadeguata, tende a risultare ridicolo e più in generale poco credibile; un errore che un politico, specialmente in momenti così delicati, non può assolutamente permettersi.
L’errore più grave che un politico può compiere su TikTok, in definitiva, è semplicemente diventare ciò che in realtà non è. In particolar modo parlando ai giovani con un linguaggio che non gli è proprio.