“Ciao, ho perso il lavoro, mi dai una mano?”. E dieci buone mosse

scritto da il 12 Agosto 2022

L’autore del post, Silvano Joly, torinese, guida Syncron in Italia e Spagna. Manager per Innovation Leader come PTC, Reply, Sap, Dassault Systemes e Centric Software, ha lavorato anche con Aziende pre-IPO, start up e collabora con varie Università Italiane. Mentore pro-bono di start-up high-tech è da sempre amico della Piccola Casa della Provvidenza (Cottolengo), il più antico istituto dedicato all’assistenza di persone con gravi disabilità –

Lavorando nel settore ICT presso multinazionali da oltre 25 anni, ho avuto la fortuna di essere esposto a innovazione e tecnologie innovative con relativo anticipo rispetto a molti Colleghi oltre che ad apprendere tecniche professionali, di gestione manageriale e di collaborazione organizzative prima che diventassero di uso comune. Una grandissima opportunità di formazione acquisita durante moltissimi corsi, lezioni e seminari di ogni sorta.

Certamente quello che mi ha colpito di più è stato un corso fatto nel 1999, il cui nome non lasciava molto spazio all’immaginazione: Workforce Reduction Notification Training. Ci insegnarono come comunicare ad un Collega che il suo ruolo in Azienda non esisteva più, che per lui sarebbe stato disposto il licenziamento, che c’era una proposta di incentivo. Insomma, che aveva perso il lavoro.

Devo dire che il corso mi lasciò davvero di stucco, si studiava e si analizzava tutta la “liturgia” della “termination”, dal momento dell’ingresso in stanza, la consegna della lettera, la richiesta della firma… senz’altro il peggior corso che mi è toccato. Anche le date e gli orari migliori: venerdì a fine orario in modo che il fine settimana aiutasse a superare la batosta evitando di parlarne il giorno dopo!

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Erano ancora gli anni Novanta ed essere licenziati non era cosa comune, gli “esodati” non esistevano ancora e perdere il lavoro era veramente uno shock ed un problema peggiore di oggi, perché non era così facile trovarne un altro: ai tempi si facevano solo “passaggi diretti”, gli anni sabbatici non erano di moda e la maggior parte dei licenziamenti avvenivano per fatti e colpe gravi, non perché la Multinazionale di turno aveva deciso di effettuare una “reduction in forces”. Essere alla ricerca di un lavoro a 40-50 anni senza averne un altro era uno stigma negativo, che poteva avere conseguenze anche drammatiche per la persona coinvolta e la sua famiglia.

In effetti il tema del “right-sizing” raggiunse livelli importanti proprio tra gli anni Novanta ed il Duemila quando persino il Bureau of Labor Statistics del US Department of Labor contava nel 2000 1.200.000 “massive lay-off” solo negli Stati Uniti. In quegli stessi anni iniziò a succedere anche in Italia, dapprima nel settore ICT e Digital anche in conseguenza della bolla “.com”. Fu così che, come tanti altri, iniziai a trovarmi di fronte a colleghi che usciti dalla stanza non sapevano bene come organizzarsi. Non esistevano ancora gli outplacement oggi consueti e parte del “pacchetto” di buona uscita. Le persone vivevano molto peggio di oggi la “sentenza”: erano all’ordine del giorno reazioni drammatiche, accompagnamenti alla porta, sequestri di PC e cellulari, seguiti con avvocati e discussioni che però alla fine non cambiavano le cose.

Oggi come ben sappiamo nessuno si scandalizza, né si impressiona più. Succede, pensa alla salute. Ma perdere il lavoro era e resta un dramma. Accadde anche a me qualche anno dopo, era un mercoledì, ricordo commentai “OK, my weekend starts now”. Chiusi il PC firmai la lettera con la formula Per conoscenza, non per accettazione e raccomandai al mio Capo, un francese messo lì solo per tagliare teste e all’imbarazzato Collega HR: “Try to be fair, I’ll be fair”. Ed in effetti fu abbastanza una passeggiata.

Forse perché ne avevo già viste tante, la mia uscita fu davvero smooth ed io stesso mi giovai di un personale corredo di idee, riflessioni e pratiche che mi è poi capitato innumerevoli volte di condividere con tanti che mi chiamano all’indomani della fatidica chiacchierata con HR e con il capo, o magari qualche settimana prima quando iniziano a percepire che “stava per toccare a loro”… mi venivano rivolte richieste di aiuto più o meno generiche, alle quali ho sempre risposto e dato seguito volentieri e con esiti talvolta davvero particolari e molto appaganti. Nel 2009 vedendo il film Tra le Nuvole dove George Clooney era un cinico cacciatore di teste e collezionista di miglia American Airlines, un poco mi sono ritrovato.

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Da metà 2021, accanto al fenomeno della Great Resignation abbiamo nuovamente assistito a grandi operazioni di incentivo all’esodo in tante aziende italiane e multinazionali, ho ricevuto molte telefonate come prima descritto ed ho pensato di condividere il modus operandi condiviso tante volte.

In primis la mia risposta all’annuncio “Sono fuori”, diretta e irrevocabile come il licenziamento: “Ormai è successo, pensa avanti. Tanto non ti riassumono”.

E poi una serie di idee e azioni strutturate che provo a riassumerle qui di seguito, sperando non servano a troppe persone:

1 – Leggi “Chi ha spostato il mio formaggio” di Spencer Johnson. Un libretto che racconta di 2 topolini, Nasofino e Trottolino, e due gnomi, Tentenna e Risolino, che vivono in un labirinto e mangiano da un gran formaggio che un bel giorno sparisce, lasciandoli affranti prima e affamati poi. Come chi perde il lavoro. Il libro è breve ma la metafora potente, densa di significati e insegnamenti. Il “Formaggio” è un lavoro soddisfacente e appagante, il “Labirinto” l’azienda in cui lavoriamo. Davanti al cambiamento inatteso, c’è chi si dispera e chi scrive sui muri del Labirinto quello che ha imparato dalla sua esperienza… Leggilo e mi dirai!

2 – Fai una lista di persone da chiamare e alle quali dire che hai perso il lavoro e ne cerchi un altro. Più la lista è lunga meglio è. Mi raccomando usala come un CRM, annota le chiamate che hai fatto, le risposte che hai avuto, chi ti aiuta e come. Le cose che ti vengono suggerite. Chi ti liquida oppure chi sparisce dopo averti detto “Ti richiamo”. Ti consiglio di salvarla con un bel nome “What’s next”, “Avanti!” o qualcosa che ti inviti ad aprirla ed usarla come uno strumento operativo. Questa lista ti darà tante sorprese: ci saranno persone dalle quali ti aspetti molto che ti deluderanno, altre che magari conoscevi appena e che invece si daranno un gran da fare.

3 – Quando troverai lavoro (e lo troverai presto o tardi abbi fede) non dimenticare di ritrovare il file e rinominare la lista, ad es. come “Veri Amici versus Quaquaraqua” oppure “Sinceri e ipocriti”!

4 – Senti subito la tua associazione di Categoria, Manager Italia, Feder Manager, UnionQuadri, se non sei iscritto fallo subito che sono molteplici gli aiuti che possono darti. E non solo nei calcoli delle spettanze.

5 – Evita il conflitto, azioni legali, minacce. Senti un Avvocato ma cerca di transare direttamente, da solo al meglio e più presto che puoi. Così potrai concentrarti sulla ricerca di un nuovo incarico e posto di lavoro o di una nuova idea professionale.

6 – Divertiti nella trattativa e stupisci chi ti sta cacciando, chiedendogli una lettera di referenza. Gonfierà il suo Ego e a te farà comunque comodo averne una. Se ti chiedono cosa farai digli che lo sai già, anche se non hai nessuna idea. Io al Collega HR che me lo chiedeva dissi che avrei aperto una salumeria vegana, lui mi guardò e serio mi disse “Fai bene, bella idea”. Rido ancora pensandoci.

7 – Scrivi un diario su questo periodo di ricerca del nuovo lavoro, non sai quanto durerà. Avendo un po’ più di tempo usalo per documentare questa tua esperienza, sarà bello poi rileggerla con serenità sorridendo dell’ansia che ora ti affligge.

8 – Valuta se e come comunicare la questione in famiglia. Considera se parlarne con tutti o solo con quelli che possono aiutarti, escludendo magari i più anziani o i più piccoli, e quelli che ne soffrirebbero soltanto senza poterti aiutare in modo pratico.

9 – Inizia a pensare a te stesso non come sei stato nell’ultimo ruolo ma in quali altri potresti essere. Hai sempre venduto: potresti acquistare. Avevi un ruolo di prevendita, potresti diventare una persona di delivery. Lavoravi in Amministrazione perché non pensare a ruoli nella consulenza del lavoro? Fallo anche scrivendo il tuo CV in almeno 3 formati diversi: non pensando a te ma ai ruoli che le aziende cercano. Non pensare al tuo ultimo Job Title ma alle Job Description che vedi negli annunci.

10 – Se vorrai chiamami e fammi sapere come va. Mi racconti, ne parliamo e qualche idea ci verrà.

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Chi ha spostato il mio formaggio, un must read!

Queste sono le mie raccomandazioni e consigli. Semplici, quasi ingenue. Il licenziamento invece è una cosa seria, è diventato di massa non fa più tanto effetto ma resta un trauma. Pensiamo ai 18.000 licenziati Deutsche Bank 4 anni fa, agli oltre 60.000 esodati (neologismo da “incentivo all’esodo” accolto anche dall’Accademia della Crusca qui) IBM, PT e altre aziende del 2011, o a quanti nella mia città, Torino, hanno lasciato l’azienda dove han lavorato per 30 anni nella prima metà del 2022.

Ho pensato di chiedere a Enrico Pedretti marketing director di ManagerItalia di raccontarci quali siano i sostegni che l’Associazione dirigenti del Commercio e Terziario propone ai suoi associati: “Manageritalia si occupa da sempre di employability del manager dentro e fuori il contratto. Il turnover annuo dei nostri associati è del 15/20%: fare il dirigente è una professione a locazione variabile e varia. Per questo esiste dal 1992 il CFMT (Centro Formazione Management del Terziario) per dare formazione continua a dirigenti e aziende. Dal 1995 l’outplacement entra nel CCNL dirigenti prevedendolo come diritto per il manager e pagato al 50% dall’impresa. A queste tutele si sono affiancati servizi di career counseling e coaching e nel 2010 XLabor, la divisione di Manageritalia per il mercato del lavoro manageriale. Il primo nostro intervento è culturale per coinvolgere il manager nella gestione attiva del suo sviluppo professionale e di carriera con formazione e servizi ad hoc di career counseling. Così, quando capita di dover o voler uscire dall’azienda non è mai un fulmine a ciel sereno, anche se avviene dalla sera alla mattina. In questi casi, il supporto a livello di consulenza contrattuale delle nostre associazioni è determinante per uscire al meglio. L’employability è il nostro mantra e questo a favore di manager e aziende, pensando anche che diviene sempre più evidente che, lasciando sempre a tutti la libertà di scelta, fare reskilling e upskillink, anche grazie ai nostri servizi, conviene anche alle aziende. Il tasso di successo nella transizione professionale lo dimostra (90-95%) e avviene in tempi che vanno dai 6 ai 10 mesi, proprio perché ci si è allenati prima a “immergersi nel lavoro” di trovare un nuovo incarico.”

Solidi e concreti i pacchetti di Manageritalia, accanto a quelli di FederManager, di CIU UnionQuadri, delle varie associazioni di Categoria oltre che la Missione 5 del PNRR che dovrebbe avere al suo interno gli obbiettivi di “inclusione e coesione” per il mondo del Lavoro. E che dire del trend del momento: il “Crying CEO”, Braden Wallake, piangente su Linkedin, che raccontava di aver licenziato alcuni impiegati? Dopo essere stato accusato di ipocrisia ed egocentrismo, ha dichiarato di voler “tentare di migliorare questa situazione e aprire un thread di aiuti e suggerimenti per chi cerca lavoro e per dare sostegno a chiunque ne abbia bisogno”.

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Il post di Braden Wallake divenuto virale

Saranno certamente meglio dei miei consiglietti semplici, pratici, anche un po’ ironici che però negli anni ho ripetuto davvero moltissime volte. E quanto a “Chi ha spostato il mio formaggio” … beh, potrei aver diritto anche a qualche commissione da Spencer Johnson, che ne ha fatto persino una versione a fumetti da leggere con i figli se a perdere al lavoro sono entrambi i genitori, come successo a tanti in Lehman Brothers.

E che grande ricompensa morale sono state per me le tante amicizie confermate e quelle sbocciate con telefonate partite con molta amarezza e ansia e la fatidica frase “Ciao, ho perso il lavoro, mi dai una mano?”.

Grazie e buona estate!