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App e controlli da remoto, così cambia la sicurezza dopo la pandemia
Post di Massimo Riggio, Chief Strategic Marketing Officer ISEO Ultimate Access Technologies –
Nel corso degli ultimi anni i cambiamenti negli stili di vita, nel modo di fare business e l’accelerazione verso la digitalizzazione sono proseguiti più intensamente.
La pandemia ha intensificato il cambiamento, i modelli organizzativi e talvolta addirittura il significato di alcuni concetti che in Italia sono sempre stati considerati fondamentali per la vita di ogni individuo, come per esempio quello di “sicurezza”. Parallelamente, si sono affermati altri fenomeni: in primo luogo, la svolta digitale che in ogni sfera ha dettato nuove vie e che nel campo del controllo accessi ha portato la percezione della sicurezza a nuovi livelli; al suo fianco, il fatto di vivere sempre connessi a Internet; terzo, la crescente urbanizzazione che sta rinnovando il volto delle città; infine, lo sviluppo di nuovi modelli di abitare ed un modo di vivere le proprie abitazioni del tutto inedite.
Queste variabili incidono sull’evoluzione delle abitudini dei cittadini, facilitano l’affermazione di nuove esigenze e producono cambiamenti nei luoghi in cui viviamo. Il processo di urbanizzazione, iniziato con la rivoluzione industriale e mai cessato, secondo le stime dell’Onu porterà entro il 2050 i due terzi della popolazione nelle città. Che volto avranno questi luoghi? Città sovraffollate e ipertecnologiche in cerca di armonia e sostenibilità, il concetto di “Smart cities”. Nel settore dell’“access control” le stime parlano di una elevata e crescente domanda di sistemi di controllo accessi di ultima generazione per rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più orientata alle soluzioni connesse.
E la casa che forma avrà? Al modello “one house-one family”, si vanno affiancando sempre più soluzioni in condivisione che tengono conto sia del bisogno crescente di vicinanza tra esseri umani sia della necessità di dividere le spese per usufruire di spazi comuni maggiori. Per il mercato del controllo degli accessi si aprono, quindi, nuove sfide nella sfera multiforme del vivere condiviso che va dal co-housing al co-working, sino al co-living o social housing.
In questa cornice, il concetto di sicurezza prosegue nella sua evoluzione.
Sentirsi al sicuro è uno dei bisogni primari dell’essere umano. La sicurezza delle case è garantita da oggetti molto concreti come porte blindate, serrature di ultima generazione, sistemi di videosorveglianza. Tuttavia, sappiamo benissimo che a determinare la percezione della sicurezza è anche qualcosa di immateriale, impercettibile, psicologico: la sicurezza di controllare i propri beni, gli spazi che frequentiamo con le persone a noi vicine. Durante la pandemia da Covid 19, quando si è stati costretti a lunghi periodi di permanenza nelle proprie di abitazioni, il rischio di effrazioni nelle abitazioni era quasi nullo e si è toccato il minimo storico di furti e rapine: secondo la Relazione sugli Indicatori di Benessere Equo e Sostenibile del MEF, nel corso del 2020 l’indice associato a furti, borseggi e rapine in Italia ha fatto segnare una diminuzione del 40% rispetto all’anno precedente. Ma mai come in quel periodo si è sentito forte il bisogno proteggersi e alzare il livello di guardia. Nei periodi di lockdown, la casa è stata il rifugio, il luogo sicuro e questo ha contribuito ad incrementarne il valore psicologico. È stata allo stesso tempo ufficio, scuola, cinema, ristorante. È stato tutto il nostro mondo, il posto più importante, l’unico spazio percepito come davvero sicuro. La casa è così diventata spazio di cui prenderci più cura e da tutelare. Ora che è di nuovo possibile uscire e viaggiare, questo nuovo modo di percepirla è rimasto immutato e si traduce in un aumento della propensione a investire per migliorarla, abbellirla, ma soprattutto per renderla un posto sicuro e inviolabile.
La tecnologia digitale incide molto anche su questo aspetto: la connessione di punti di accesso e porte permette di verificare da remoto, in tempo reale, se vi siano accessi e quando; si può fornire un accesso temporaneo a persone di fiducia, controllarne l’apertura e la chiusura. Il risultato è un’accresciuta capacità di controllo, una sicurezza sempre maggiore e a tutto tondo. In un autorevole studio del 2021 della società di consulenza McKinsey, si prevede che la smart home entro il 2030 genererà un fatturato mondiale tra i 440 e gli 830 miliardi di dollari e che al suo interno un trend in forte crescita sia proprio la richiesta di sistemi di sicurezza collegati all’IoT. Nell’altrettanto accreditato studio del 2020 di Statista, si stima che entro il 2025 in Europa ci saranno 462 milioni di connessioni IoT nel solo ambito della smart home. Nello specifico, il segmento della sicurezza smart nel 2020 ha realizzato ricavi per 12,1 miliardi di dollari e si ipotizza che nel 2026 arrivi a generare 31,3 miliardi di dollari. L’IoT, e in particolare smart lock e smart key, portano con sé un’altra innovazione nel mondo dell’abitare, ossia la possibilità di consegnare le “chiavi” da remoto con il semplice invio di un’autorizzazione. Nel caso di luoghi frequentati da moltitudini di persone, questo garantisce notevole risparmio di tempo e risorse.
Il controllo degli accessi, per esempio, rientra in questo ecosistema di controllo positivo e sicurezza; rammentiamo che l’access control è il sistema di dispositivi, meccanici o connessi, che permette di gestire in sicurezza gli accessi nelle abitazioni, edifici pubblici in generale, aree commerciali o siti chiusi, in assoluta sicurezza, con la possibilità di controllare gli accessi anche attraverso applicazioni software o smartphone, oltre alle collaudate soluzioni meccaniche Permette, inoltre, di gestire le autorizzazioni a tali accessi on remote. È importante perché la sicurezza ed il controllo stanno progressivamente acquisendo valore nella vita di tutti, così come la connettività, “connected living”, sta entrando a fare parte della vita di persone ed organizzazioni.
I trend socio-economici evidenziano un’accresciuta attenzione alla sicurezza della propria abitazione, degli uffici e luoghi pubblici che frequentiamo, soprattutto per preservare ciò a cui più teniamo e per controllare il flusso degli accessi.
La customer experience, quindi, si concentra oggi sulla certezza di questa sicurezza e la possibilità di controllare anche da remoto chi accede ad un luogo o edificio i flussi di persone che transitano da varchi, porte e punti di accesso in generale.
App disponibili sugli smartphone, lettori biometrici e software per gestire e controllare questi flussi, con la diponibilità di statistiche e dati, abbinati ad una meccanica di eccellenza, rappresentano la nuova tendenza di mercato.