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Regole semplici e visione comune per l’ipotesi di Unione fiscale europea
Post di Antonio Lanotte, dottore commercialista e revisore legale presso DMG & Partners, membro/delegato “Digital Economy & Crypto Assets Taxation” del Tax Technology Committee – CFE Bruxelles –
In un contesto di livelli di debito più elevati, gli Stati membri dovrebbero impegnarsi in modo credibile a costruire riserve di bilancio per essere pronti al prossimo shock attraverso strategie di consolidamento specifiche per paese che siano realistiche, graduali ma ambiziose, nonché compatibili con la crescita economica e la creazione di posti di lavoro. Per raggiungere questi obiettivi sono necessarie continue riforme economiche, investimenti pubblici di alta qualità e una migliore composizione delle finanze pubbliche per garantire la graduale riduzione del debito. Ad esempio, il “Next Generation EU”– NGEU segnerà un cambiamento trasformativo per l’UE e può essere considerato come il nuovo piano per un nuovo Rinascimento.
L’ammontare delle risorse messe in campo per stimolare la crescita, gli investimenti e le riforme ammonta a 750 miliardi di euro, di cui più della metà, 390 miliardi di euro, sono sovvenzioni. Le direttive strategiche del piano sono, tra le altre, la doppia trasformazione verde e digitale, che rappresenta una priorità fondamentale per l’Europa. La nuova strategia di finanza sostenibile prevede diverse iniziative per affrontare i cambiamenti climatici e altre sfide ambientali, aumentando al contempo gli investimenti – e l’inclusione delle PMI – nella transizione dell’UE verso un’economia sostenibile.
I sistemi fiscali possono svolgere un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi globali e delle economie circolari inclusive, soprattutto nel caso di un’Unione Fiscale Europea basata su regole più semplici e unificate, ma soprattutto su obiettivi e strategie comuni[1]. Un tale cambiamento nel sistema di tassazione promuoverebbe e premierebbe un’economia circolare con le sue soluzioni locali a basse emissioni di carbonio e a basse risorse, in conformità con la prossima tassonomia europea.
Per realizzare questo potenziale verde, le tecnologie digitali hanno bisogno di investimenti e di una legislazione che le incoraggi a svilupparsi. L’Europa deve quindi intensificare gli sforzi di digitalizzazione, ad esempio potenziando la connettività e aumentando i finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo. A tal fine, l’Europa deve guardare al digitale e alle azioni per preservare il clima insieme, piuttosto che in maniera separata.
La graduale eliminazione della nostra dipendenza dai combustibili fossili provenienti dalla Russia può essere realizzata ben prima del 2030. A tal fine, la Commissione propone di sviluppare un piano “REPowerEU” che aumenterà la resilienza del sistema energetico dell’UE sulla base di due pilastri:
– diversificare le forniture di gas, attraverso un aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) e di gasdotti da fornitori non russi, e maggiori volumi di produzione e importazione di biometano e idrogeno rinnovabile; e,
– ridurre più rapidamente l’uso di combustibili fossili nelle nostre case, negli edifici, nell’industria e nel sistema elettrico, incrementando l’efficienza energetica, aumentando le fonti rinnovabili e l’elettrificazione e affrontando le strozzature infrastrutturali.
Infine, ma non per questo meno importante, il prossimo “Patto di Stabilità e Crescita” deve riflettere non solo l’effetto drammatico dell’evento pandemico e la forte dipendenza dal gas russo, ma anche e soprattutto la direzione che l’Unione Europea, e in primo luogo il mercato dell’Unione Europea, vuole avere per i prossimi decenni.
La trasformazione digitale e la transizione energetica in un sistema fiscale comunitario
Per realizzare questo potenziale verde, le tecnologie digitali hanno bisogno di investimenti e di una legislazione che le incoraggi a svilupparsi. L’Europa deve quindi intensificare gli sforzi di digitalizzazione, ad esempio potenziando la connettività e aumentando i finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo.
Un’Europa digitale forte e non frammentata che assuma la leadership nella creazione di inclusione digitale, crescita verde, innovazione, fiducia, elaborazione di politiche agili e basate sulla missione che guidino la prosperità e creino benefici per la società europea e siano leader a livello globale in un’economia aperta.
Nei prossimi anni, l’attuazione di uno “Strumento di ripresa e resilienza per la transizione energetica” – “EU Next Generations Energy” sarà fondamentale per dare un forte impulso a importanti investimenti e riforme. L’Unione Europea ha finora risposto con forza alla crisi economica causata dall’evento pandemico e dalla guerra in Ucraina. Il ruolo della Banca Centrale Europea è stato cruciale nell’acquisto del debito pubblico degli Stati Membri e anche di misure eccezionali di stimolo fiscale a livello nazionale.
I sistemi fiscali svolgono un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi globali e delle economie circolari cd inclusive. Un tale cambiamento nel sistema di tassazione promuoverebbe e premierebbe l’economia circolare con le sue soluzioni locali a basse emissioni di carbonio e a basse risorse. Per far sì che le imprese si uniscono con le iniziative ambientali che i governi vogliono incoraggiare, gli Stati Membri dovrebbero prendere in considerazione le seguenti misure:
– Cambiamenti nei metodi di ammortamento: lo sviluppo di mercati di seconda mano per i prodotti ne aumenta il valore e impedisce che vengano ammortizzati a zero. Si pone inoltre la questione di quando nel ciclo di vita una risorsa riutilizzabile debba essere tassata;
– Modificare il sistema di tassazione dell’Iva per influenzare il comportamento: un’Iva più bassa sui servizi ad alta intensità di lavoro incentiva le riparazioni e riduce gli sprechi;
– Aumento della tassa sulle emissioni e sul consumo di materiale tecnico: una tassa più elevata riduce il consumo di risorse non rinnovabili.
Sul piano della trasformazione digitale, uno degli aspetti più rilevanti di questo periodo di emergenza “straordinaria” è stata appunto l’importanza della trasformazione digitale. Il mondo digitale è in continua evoluzione e sta a noi cambiare con esso. Dobbiamo abituarci ad allontanarci fisicamente senza perdere la connessione sociale. È il momento di facilitare la cosiddetta “trasformazione digitale“. C’è l’opportunità di realizzare infrastrutture fisiche più snelle, veloci, efficaci ed efficienti non solo attraverso quelle digitali, ma anche attraverso nuove vie di comunicazione che possano rendere la macchina amministrativa meno fisica ma più presente per il cittadino. L’implementazione futura delle nuove tecnologie ci porterà verso un mondo più semplice, lineare e sostenibile, consentendo alle persone di vivere la propria vita in modo diverso, paradossalmente più inclusivo, e di ridurre al minimo l’angoscia delle pratiche burocratiche e normative, in modo più o meno rivoluzionario.
Di seguito sono elencati alcuni esempi di utilizzo della piattaforma digitale:
– Certificazione e certificazione notarile dei processi amministrativi e di gestione documentale per garantire trasparenza e tracciabilità nei confronti dei cittadini e dei principali stakeholder;
– Creazione di NFT per garantire l’unicità di documenti, beni fisici e digitali; ad esempio, potrebbe essere utilizzato per gestire l’unicità di un brevetto o per proteggere qualsiasi tipo di contenuto digitale con vantaggi sia per la PA che per i cittadini;
– Creazione di un ecosistema digitale tramite eIDAS – Il Regolamento (UE) n. 910/2014 in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno (Regolamento eIDAS) adottato il 23 luglio 2014 fornisce un contesto normativo prevedibile per consentire interazioni elettroniche sicure e senza soluzione di continuità tra imprese, cittadini e autorità pubbliche. Modelli di business basati sulla token economy in grado di incentivare comportamenti virtuosi degli utenti/cittadini attraverso la gestione di token di ricompensa; i token della P.A. (Pubblica Amministrazione) possono dare diritto a prestazioni e servizi che possono essere erogati in modo interoperabile dalle varie PA che aderiscono al network EBSI[2].
Tuttavia, affinché la tassazione dell’economia digitale funzioni, è necessaria l’introduzione di un approccio digitale alla tassazione. Ciò richiede azioni più unificate per affrontare i sistemi di tassazione frammentati e non coordinati nelle varie giurisdizioni e rispondere alle azioni che le aziende possono intraprendere per ridurre la loro base imponibile e trasferire i profitti in Paesi con una tassazione inferiore o cd a “fiscalità privilegiata”.
L’Unione Fiscale Europea
Il nuovo quadro dovrebbe tenere conto del notevole sforzo di investimento necessario per onorare i nostri ambiziosi impegni, in particolare per la transizione verde e digitale. La transizione verde sarà fondamentale anche per ridurre la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili russi. Si tratta di una sfida condivisa che richiede una decisa risposta comune. Le riforme che migliorano il contesto imprenditoriale e la creazione di incentivi adeguati saranno fondamentali per promuovere un maggiore sforzo di investimento da parte del settore privato. Allo stesso tempo, è importante riconoscere che saranno indispensabili ingenti investimenti pubblici, finanziati dall’UE e a livello nazionale, per favorire gli investimenti privati in aree strategiche in cui possono sorgere esternalità e per garantire una transizione gemella stabile ed equa. Ad esempio, le “comunità energetiche” sono un fenomeno in crescita e straordinariamente sfaccettato che coinvolge una serie di possibili attività intorno all’energia rinnovabile (in particolare, produzione, fornitura, distribuzione, condivisione e consumo) svolte collettivamente dai cittadini, spesso in collaborazione con piccole e medie imprese e autorità pubbliche locali.
Il “RePowerEu” dovrebbe rappresentare un punto di svolta per lo sviluppo e la diffusione delle comunità energetiche in Europa, in quanto per la prima volta sia la loro stessa esistenza che il loro ruolo potenziale nella transizione energetica riceveranno un riconoscimento legale a livello europeo. Tutti gli Stati membri dovranno recepire la direttiva comunitaria che favorisce la nascita delle comunità energetiche nella legislazione nazionale, includendo così la definizione di un quadro di riferimento che le promuova.
In questa direzione, un quadro fiscale rinnovato sarebbe più efficace se integrato con revisioni della spesa e migliori sistemi di gestione degli investimenti pubblici che contribuiscono anche ad aumentare gli investimenti pubblici di alta qualità.
Il piano “REPowerEU” può rispondere a questa ambizione, attraverso il risparmio energetico, la diversificazione delle forniture energetiche e l’accelerazione della diffusione delle energie rinnovabili in sostituzione dei combustibili fossili nelle abitazioni, nell’industria e nella produzione di energia.
Dopo la Next Generation EU (NGEU) e il potenziale “Strumento di ripresa e resilienza per la transizione energetica“, e le sue aree di intervento fondamentali, stanno cambiando il modo in cui l’Unione è stata finanziata e, molto probabilmente, il modo in cui l’Europa si sta dirigendo. Compresa una massiccia emissione di green bonds europei, che saranno quindi una parte cruciale della transizione a basse emissioni di carbonio per finanziare un piano energetico comune, data la loro tipica durata e le tipiche strutture di rimborso (piano di ammortamento), che ben si adattano a grandi progetti infrastrutturali.
Dalle misure sopra indicate emerge la necessità di un’Unione Fiscale Europea per due motivi principali: a) il modo in cui saranno raccolti i prestiti comuni; e b) il successivo trasferimento agli Stati membri, che sarà assegnato in base agli “milestones & targets” raggiunti attraverso il piano di risanamento di ciascuno Stato membro.
Il prossimo “Patto di stabilità e crescita“, altamente rivisto, deve quindi riflettere non solo l’effetto drammatico dell’evento pandemico e la forte dipendenza dal gas russo, ma anche e soprattutto la direzione che l’Unione europea, e in primo luogo il mercato dell’Unione europea, vuole avere per i prossimi decenni. Il modo in cui è stata costruita la “Next Generation EU“, la mutualizzazione del debito sovrano causata dall’evento pandemico, e soprattutto le sue direttive fondamentali come il Green New Deal Europeo che, nei suoi obiettivi ambiziosi, porterà a emissioni “net zero” nel 2050 e la Trasformazione Digitale che coinvolgerà alcuni dei modelli di business tradizionali e porterà sicuramente nuove dinamiche in termini di infrastrutture digitali e approcci diversi alla finanza tradizionale.
La creazione di un mercato unico digitale può dare potere a tutte le parti interessate grazie all’implementazione di un sistema su larga scala, innovativo e all’avanguardia, che offre vantaggi sotto forma di una tassazione più equa, di strumenti di rendicontazione efficienti, di informazioni trasparenti e snelle e di capacità di calcolo preciso delle imposte. Il mercato unico digitale può essere creato su una rete basata su blockchain[3] – nello specifico, una Digital Ledger Technology – DLT in cui tutte le parti interessate, comprese le agenzie delle entrate, le dogane, gli uffici fiscali periferici e altre agenzie, avranno ruoli definiti. Sfide di questa portata devono essere affrontate con unità e coesione, come l’Europa ha dimostrato di saper fare con questo storico accordo, evidenziando la capacità degli Stati membri di superare i contrasti per costruire uno spazio comune a beneficio di tutti. Ed è per questo che la risposta comune e unitaria fornita con lo storico accordo del “Next Generation Eu” assume un significato ancora più imponente.
Gli Stati membri, con le loro azioni di oggi e di domani, influenzeranno sempre più non solo il destino comune che è anche unitario, ma soprattutto un nuovo modo di pensare europeo caratterizzato da una politica di confronto e di crescita nei fatti. È tempo di una cultura unitaria e di una politica fiscale unitaria per creare una volta per tutte un’autentica casa comune.
NOTE
[1] “European Union – The European Fiscal Support Plan in Response to COVID-19 (the Black Swan of European GDP): State Aid and Indirect Tax Measures” – European Taxation 2020 (Volume 60), No. 7 – Antonio Lanotte – available at the following link: <>
[2] L’Infrastruttura europea per i servizi blockchain (EBSI). La loro visione è quella di sfruttare la Blockchain per la creazione di servizi transfrontalieri per le amministrazioni pubbliche e i loro ecosistemi per verificare le informazioni e rendere i servizi affidabili.
[3] “La Blockchain (letteralmente “catena di blocchi”) rappresenta una modalità particolarmente trasparente e decentralizzata per la registrazione di elenchi di transazioni. Una soluzione basata su Blockchain prevede generalmente lo sfruttamento di una piattaforma in cui i partecipanti possono svolgere determinate funzioni che risultano nella scrittura o lettura di un dato su un sistema di registri distribuiti, il cui governo e controllo possono essere decentralizzati, acceduto da una pluralità di enti connessi ad una rete peer-to-peer”. Tratto da “La Blockchain al centro della prossima rivoluzione fiscale”.