categoria: Res Publica
PNRR e infrastrutture: la strada tutta in salita per i piccoli comuni
Mentre è iniziato il conto alla rovescia sulla conclusione delle opere che saranno finanziate del PNRR (il 2026 è alle porte se calcoliamo. i tempi per affidare e poi realizzare le opere) a vedere con attenzione l’organizzazione dei nostri Comuni ed enti locali c’è da essere preoccupati.
Tolti i grandi comuni che hanno uffici tecnici e amministrativi in grado di gestire la partecipazione ai bandi ci sono migliaia di comuni che non hanno il personale.
Veniamo da decenni di tagli e mancate assunzioni ed oggi, anche in ottemperanza del dettato costituzionale, è fondamentale uno sforzo di tutti per mettere in condizione tutti i territori, a partire da quelli del Sud, di beneficiare delle opportunità del PNRR.
Se come hanno detto il presidente Mattarella e il presidente Draghi “il PNRR potrà e dovrà essere la grande opportunità per il Sud a patto che la burocrazia non blocchi tutto”: la strada è in salita.
Anche perché ai fondi del PNRR si sommeranno quelli dei fondi strutturali quali il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo, il Fondo di coesione, il Fondo europeo per lo sviluppo rurale e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.
Ma a bloccare ulteriormente la macchina amministrativa dei piccoli Comuni sono le regole del Codice degli appalti. È fondamentale che si arrivi a un nuovo codice degli appalti che riesca a recepire le buone intenzioni degli ultimi anni, come i vari Decreti Semplificazioni, seguendo un modello più europeo che nell’insegna della legalità riesca a mettere al centro l’attuazione delle opere.
La complessità normativa è ormai, con le varie legislazioni di emergenza degli ultimi anni, un aspetto non più primario ed è fondamentale mettere al centro la realizzazione delle opere.
Una complessità che oggi blocca e ingessa il lavoro degli enti locali più piccoli che lasciati soli non saranno in grado di cogliere le opportunità del PNRR.