Education e crypto: la voce degli imprenditori italiani expat del Metaverso

scritto da il 26 Aprile 2022

Post di Rosy Abruzzo, Public Relations Ma­nager, giornalista, conduttrice e social media specialist. Collabora con diverse testate giornalisti­che online e insegna diritto –

Education e cryptovalute sono tra i settori che registrano i più interessanti trend di crescita nello scenario dei business globali. Espressione dell’ultima generazione di imprenditori digitali, raccontano l’ineluttabile avvento della dimensione del Metaverso e come questa si appresta a cambiare le nostre vite.

Nel settore Education la rivoluzione principale degli ultimi anni è tutta da ricercarsi negli enormi cambiamenti che la pandemia da Covid -19 prima e l’avvento delle avanguardie del Metaverso dopo, hanno imposto alla didattica tradizionale, rivoluzionandola inesorabilmente.

Il rapporto annuale dell’OCSE “Education at a Glance 2020” ha fotografato il mondo dell’Education durante e dopo la crisi pandemica tenendo conto di specifici indicatori tra i quali strumenti alternativi di didattica, piattaforme digitali per l’erogazione dell’istruzione a distanza e livello di competenze digitali del corpo docente necessarie per l’e-learning. I dati hanno rivelato inesorabilmente come i sistemi scolastici di molti Paesi fossero poco o per nulla preparati, con in media solo il 53% dei docenti capace di utilizzare le tecnologie informatiche (ICT) nella didattica quotidiana. In Italia la percentuale era ancora più modesta (intorno al 48%) e il 30% dei dirigenti scolastici lamentava la mancanza nella propria scuola di un’adeguata dotazione di strumenti tecnologici. Con un conseguente problema di iniquità formativa a danno degli studenti economicamente più svantaggiati, privi degli strumenti necessari per poter seguire le lezioni a distanza.

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A poco più di due anni di distanza lo scenario è radicalmente cambiato. L’e-learning, l’apprendimento online e le tecnologie ad esso connesse, che fino a qualche anno fa era una scelta residuale, snobbata da molti, oggi è strumento imprescindibile per la didattica, la formazione e l’aggiornamento professionale, apprezzata anche da HR e imprese. L’Italia, secondo l’E-Learning Index di Preply del 2021, si colloca al 27 posto nella lista dei paesi in cui la pandemia ha migliorato le condizioni per l’apprendimento online, calcolando in un +24,3% del Pil, l’aumento della spesa pubblica per l’Istruzione terziaria e evidenziando una crescita del mercato dell’e-learning ancora contenuta ma significativa (5,6%).

I numeri parlano chiaro. – spiega Monica Perna, English Coach originaria di Seveso, CEO a Dubai di AUGE International Consulting che si occupa proprio di Istruzione ed Alta Formazione – Nei due anni appena trascorsi il numero delle iscrizioni alle Università telematiche in Italia è aumentato del 7%. Nello stesso modo anche la scelta delle nostre soluzioni formative per l’apprendimento dell’inglese, ha visto crescere di oltre il 150% la percentuale di studenti che hanno deciso di imparare da remoto e acquisire nuove skill sfruttando le potenzialità di ambienti interattivi. E il fenomeno, spinto dalla pandemia, si è presto tramutato da necessità a risorsa di cui oggi non si può più fare a meno, specie da quando i tradizionali sistemi di e-learning sono entrati in contatto con le avanguardie del Metaverso”.

Il principale vantaggio delle tecnologie del Metaverso applicate all’e-learning sembra non essere dato soltanto dalla possibilità di accesso al materiale didattico 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ma anche dal fatto che l’uso delle piattaforme per l’apprendimento online venga percepito come più divertente e coinvolgente contribuendo, contestualmente, allo sviluppo di competenze digitali spendibili in ogni ambito e sempre più richieste.

“All’abbinamento tra contenuti attrattivi e modalità di erogazione capaci di sollecitare la memoria – aggiunge Perna – abbiamo unito i risultati di uno studio durato oltre 3 anni, incentrato proprio sul potenziamento dell’e-learning attraverso i nuovi strumenti di quel mondo parallelo chiamato Metaverso, col quale presto anche le scuole italiane, ancora in parte diffidenti, dovranno confrontarsi nella consapevolezza che è ormai arrivato il momento di superare la didattica tradizionale”. Il tipo di protocollo didattico che ne è scaturito, chiamato Metodo AUGE, è dunque una modalità di apprendimento in e-learning caratterizzata da un approccio esperienziale, immersivo e interattivo, basato sul principio del “Learning by doing”, sulle teorie del Cono di Dale e su un sistema di tool altamente evoluti che stimolano i processi cognitivi e facilitano la gestione delle piattaforme. Le sessioni didattiche si sviluppano infatti con l’ausilio di lavagne virtuali, live streaming di gruppo, contenuti animati, viaggi studio virtuali, conversazioni con madrelingua inglesi connessi da diverse parti del mondo, tecniche di memorizzazione rapida applicate a grafiche e contenuti animati che sfruttano la dimensione social per incentivare il cooperative learning e la motivazione.

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Il nostro obiettivo – aggiunge Monica Perna- come formatori, è quello di consentire agli studenti di massimizzare memoria, comprensione e abilità linguistiche trasformando il modo di studiare in un’esperienza potenziata ed emozionale. Come imprenditori digitali crediamo che l’avvento di un Metaverso dell’Education sia la nuova frontiera di un sapere più accessibile ed in definitiva più democratico che può livellare le disuguaglianze e permettere a tutti di sfruttare al massimo il proprio potenziale”.

Difficile dare una definizione in poche parole di Metaverso: un universo nell’universo, l’evoluzione estrema di internet e della realtà virtuale costituita dai social, potenziata attraverso l’applicazione di tecnologie digitali immersive come i videogiochi, la realtà aumentata, il 3D, le monete virtuali, videoconferenze e shopping online. Spazi potenziati di esistenza ultra fisica che brand di ogni settore stanno sviluppando per essere pronti ad una rivoluzione digitale già in atto che presto cambierà il nostro modo di interagire.

L’approccio ad un progetto pionieristico di applicazione del Metaverso all’Education è stato possibile per un’impresa italiana negli Emirati perché agevolato dalle politiche di Dubai. In questo ambiente in continuo fermento, culla della concezione futuristica dell’istruzione universitaria a livello mondiale, sono tantissime le imprese straniere e le startup attive soprattutto nei settori dell’IT, della formazione e della finanza, che sviluppano tecnologie digitali con il pieno supporto amministrativo delle autorità emiratine che adottano una politica di espansione volta ad attrarre investimenti e innovazioni da tutto il mondo.

Nell’ottica di una ulteriore semplificazione dei processi, un passo in avanti per la posizione degli UAE è stato fatto con l’entrata in vigore lo scorso 9 marzo della legge sugli asset virtuali che ha reso le transazioni in criptovalute più sicure. Da tale data, infatti, le criptovalute possono essere comprate, vendute e scambiate in modo completamente legale grazie alla legge annunciata dallo Sheik Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Emiro di Dubai e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, che istituisce l’Authority che le regolerà e che collaborerà con tutte le altre entità connesse per assicurare la massima trasparenza e sicurezza per gli investitori.

Il mercato delle criptovalute, nel mondo, è cresciuto esponenzialmente nel 2021 e vale, oggi, circa 2 trilioni di dollari, richiamando l’attenzione di persone di ogni sorta, dai piccoli e medi investitori, ai grandi nomi di Wall Street. “Il Web 3.0 sta rivoluzionando e rivoluzionerà il mondo intero – dichiara Mik Cosentino, Founder di Birdez Gang, nuova società di NFT (Non Fungible Tokens), ossia quei certificati di autenticità creati tramite la tecnologia blockchain che rendono i contenuti digitali a cui sono applicati unici e intercambiabili. – Finalmente le community hanno l’opportunità di prendere la vera proprietà di ciò che comprano. Con Birdez Gang sin dal primo giorno stiamo spingendo ed educando le persone alla comprensione di questo mondo aiutandole ad adottare questa nuova tecnologia così rivoluzionaria.

Non è un caso che gli Emirati abbiano deciso di cavalcarne l’onda, per attrarre da un lato nuovi investimenti, dall’altro expat con capacità di spesa, ai quali vengono rilasciate regolari licenze per operare nel settore crypto. Emesse da DMCC, World Trade Center, free zone di Sharjah, Ajman e Abu Dhabi, consentono attività di trading, ICOs, consulenza su blockchain, piattaforme di crowdfunding, marketplace, servizi di custodia e servizi finanziari legati, basati o che sfruttano le criptovalute. Sono soprattutto giovani tra i 20 e i 35 anni i pionieri delle criptovalute, nuovi residenti che si sono appena trasferiti o stanno per trasferirsi a Dubai. Hanno grande familiarità con il computer e la tecnologia e, tendenzialmente, lavorano senza bisogno di broker né intermediari ma si occupano dei loro investimenti da soli.

Fino ad ora – spiega Francesco Iannello, imprenditore, formatore, creatore del Lean Marketing e co-founder AUGE – c’era un problema legato all’avversione delle banche che, come tutti gli istituti finanziari, sono tenute a conformarsi con le leggi sul riciclaggio di denaro: le criptovalute sono caratterizzate dall’anonimato del detentore del portafoglio, quindi c’è grande difficoltà nel poter tracciare i pagamenti in termini di ownership. Adesso Dubai sta cercando di espandere il proprio business finanziario quanto più possibile e questa nuova legge potrà facilitare un po’ le cose. Concedere ora la licenza significa che gli operatori sono sì autorizzati ad operare, ma finalmente anche vigilati, garantendo più sicurezza agli investitori”.