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Le tre leve per rilanciare Taranto (ma non solo) grazie al turismo
Post di Gianfranco Chiarelli, commissario straordinario della Camera di Commercio di Taranto –
Sembra azzardato affermarlo in questo momento, tra i dati delle prenotazioni primaverili in calo e i numeri per l’estate ancora in stallo, in uno scenario in cui alla crisi sanitaria sono succedute quella economica e l’incertezza legata al conflitto russo-ucraino, ma questo è il momento di lavorare al rilancio turistico di Taranto e del suo territorio: una vasta porzione della Regione Puglia che è stata trascurata negli ultimi due decenni ma che ha molto da offrire sia dal punto di vista culturale, sia ambientale, sia del portato tradizionale.
Un territorio che, in quanto a immagine, ha patito molto per gli effetti del caso Ilva ma che oggi può e deve ripartire, puntando proprio su ciò che ha di maggior valore: la cultura e le tradizioni.
Cogliere le opportunità offerte dal PNRR, dal cambiamento in atto nelle abitudini dei consumatori nel post pandemia alla conseguente esigenza di ripensare servizi e offerta turistica, è fondamentale per dare una speranza di rinascita a questo territorio ed è anche lo scopo per il quale è nato il Tavolo per il Turismo della Camera di Commercio di Taranto.
Sono tre gli elementi sui quali è necessario intervenire con una sinergia tra istituzioni, enti e aziende: investire sul marketing territoriale attraverso l’incentivo del turismo enogastronomico e legato agli eventi culturali, la digitalizzazione ed in ultimo la sostenibilità.
Le manifestazioni culturali sono potenti leve di attrattività di un territorio, soprattutto in questo momento storico in cui, secondo il Rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2021, il 71% degli Italiani considera l’offerta enogastronomica di un luogo determinante nella scelta della meta di un viaggio. In questo contesto, gli eventi offrono un’occasione straordinaria di sinergia tra attori culturali ed economici, per la valorizzazione dei prodotti tipici dell’enogastronomia e dell’artigianato locale, offrendo ai visitatori di scoprire risorse poco conosciute e itinerari che non rientrano nei percorsi di massa.
Nella categoria “visitatori”, a differenza del passato, vanno inclusi anche i turisti domestici e soprattutto quelli locali, che si spostano per una media che oggi si attesta intorno ai 3,3 giorni e lo fanno per riscoprire il proprio territorio e le proprie tradizioni. È stato proprio questo, per esempio, alla base della nascita del progetto Cammino enogastronomico tarantino, una nuova idea di turismo locale che si sviluppa proprio intorno alla riscoperta delle realtà del territorio ionico.
Progettare eventi culturali capaci di coinvolgere anche questo tipo di turismo, accompagnandoli con una solida strategia di comunicazione, significa creare occasioni preziose per la promozione dell’attività delle aziende del territorio e per evidenziare i servizi della destinazione turistica.
Il digitale può aiutare molto in questa direzione e non a caso come Camera di Commercio abbiamo promosso diverse iniziative a sostegno dell’aggiornamento tecnologico delle aziende del settore turistico, ma siamo consapevoli come tali interventi siano utili ma non sufficienti.
È importante infine uno sforzo congiunto da parte di privati e istituzioni per ripensare tutta l’offerta ricettiva in chiave di sostenibilità, di efficienza energetica, di responsabilità economica perché queste sono le sensibilità dei turisti di oggi e queste sono le motivazioni che li spingono a scegliere una destinazione turistica piuttosto che un’altra.
Creare una piattaforma digitale condivisa a tutto il territorio che consenta l’accesso ai servizi turistici in modo integrato (senza dover saltare da una piattaforma all’altra, da un sito a un altro) è un fattore chiave di competitività non solo a livello nazionale ma anche internazionale.
Adeguarsi in questi termini alla richiesta del mercato è ormai una necessità imprescindibile per qualunque destinazione turistica, ma a maggior ragione per una città come Taranto che deve ricostruire il proprio ruolo e la propria immagine agli occhi dei visitatori e per un territorio che ha perso il treno dello sviluppo della Puglia degli scorsi anni.
L’impellenza è plasticamente rappresentata dal dato diffuso dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano, secondo il quale solo il 2% dei viaggiatori italiani tra i 18 e 75 anni non ha utilizzato internet per alcuna attività nel corso dell’ultima vacanza.
Non solo. Con la pandemia tutti noi abbiamo imparato che possiamo coltivare i nostri interessi da remoto. Oggi bisogna capire come rendere anche il nostro patrimonio turistico fruibile a distanza, come strumento di traino e di anticipazione del turismo fisico: con le tecnologie 5G sarà possibile immaginare visite virtuali in una fiera come in un museo, o in una città d’arte, è dobbiamo essere pronti a cogliere questa sfida con strategica programmazione e senso di responsabilità.