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Ucraina o Taiwan: che cosa ci separa dalla terza guerra mondiale?
Post di Luca Battaglia, studente magistrale di Finanza Aziendale, interessato al mondo delle politiche giovanili ed appassionato di tematiche economiche e politiche. Co-fondatore di Pillole di Politica –
L’isola di Taiwan, al largo della costa della Cina, è tutt’oggi forte luogo di interesse per entrambe le due superpotenze mondiali: USA e Cina. Dopo aver ottenuto il riconoscimento di stato sovrano con il nome di ‘Repubblica di Cina’, un’indipendenza riconosciuta al momento solamente da alcune nazioni, sono aumentate sempre più le tensioni con la vicina Repubblica Popolare Cinese che, ancora oggi, rivendica l’appartenenza di Taiwan al proprio territorio. Per la Cina, di fatto, l’annessione significherebbe aprire le porte verso l’Oceano Pacifico, riducendo, e non di poco, l’influenza che certe nazioni come Giappone, Filippine e Corea del Sud (storiche alleate degli USA) hanno nel mare di Cina. Ed ecco, di contro, l’interesse degli USA: tutelare l’indipendenza di Taiwan, per mantenere una sorta di barriera naturale (insieme a Giappone, Filippine e Corea del Sud, appunto) che impedisca alla Cina di raggiungere un’egemonia marittima. Accanto a Taiwan, infatti, passa la rotta che collega l’Estremo Oriente con Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo e in cui transita circa il 60% del volume commerciale dell’intero pianeta.
Nonostante Pechino abbia più volte sottolineato che l’isola è una propria provincia e che la sua liberazione rimane una questione interna su cui non sono ammesse interferenze, gli USA hanno sempre mantenuto relazioni commerciali e ufficiose con il popolo di Taiwan. Direttamente o indirettamente, gli USA hanno dunque influenzato la cultura del territorio, che oggi infatti si caratterizza per essere uno stato democratico con un’economia capitalista, totalmente in contrasto con quanto accade in Cina. E ciò va bene a quasi 2/3 dei cittadini, che da tempo chiedono un’indipendenza riconosciuta, questa volta, a livello internazionale.
Da anni Taiwan si distingue nel mondo: nel 2020 è tra i paesi col più alto livello di PIL al mondo e, insieme alla Corea del Sud, è il principale produttore mondiale di microchip, poi esportati in tutto il pianeta. Proprio quest’ultimo aspetto sembra avere un’importanza chiave nelle attuali tensioni tra USA e Cina: dopo che, nel maggio 2020, Washington ha deciso di impedire a tutti i produttori di microchip che usino strumentazioni, brevetti o programmi di progettazione americani di vendere i propri prodotti alle principali aziende high-tech cinesi, il ruolo che ha Taiwan nella fornitura di microchip sembra essere, a questo punto, fondamentale per l’economia cinese. Di fatto, nonostante la Cina negli ultimi anni stia incrementando il numero di investimenti nel settore, nulla può, sia in termini di quantità che di qualità, rispetto alle aziende di Taiwan.
Un altro importante aspetto per comprendere appieno le tensioni riguarda la questione della vendita di armi a Taiwan da parte degli USA, che gli stessi Stati Uniti giustificano come una ‘fornitura finalizzata al mantenimento di una sufficiente capacità di auto-difesa’. Nonostante tale politica non venga definita come ‘di lungo termine’ dagli statunitensi, la Cina ha deciso di intervenire imponendo sanzioni ai gruppi di Difesa americani ogni qualvolta venga annunciata un’approvazione di nuove forniture.
Fare un parallelismo tra l’Ucraina, invasa dalla Russia, e Taiwan, isola indipendente ma che la Cina considera ancora come proprio territorio, potrebbe essere fuorviante. Eppure, considerati gli interessi che possono spingere la Cina a progettare un’invasione del Taiwan e studiando le reazioni che il mondo intero ha avuto a seguito dell’invasione di Putin (con, ovviamente, un occhio di riguardo nei confronti degli USA), Xi Jinping potrebbe approfittare della crisi ucraina per rimescolare le carte in gioco negli equilibri internazionali.
In molti affermano che entro il 2025 la Cina invaderà Taiwan. Chissà se Pechino, considerate le crescenti incursioni di jet cinesi nello spazio aereo di Taiwan degli ultimi anni, non abbia già deciso di fare una prima mossa. E quale sarebbe, in questo caso, la reazione degli Stati Uniti?
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