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Che cosa deve fare l’Italia (e come) per scalare la classifica della e-mobility
Post di Alberto Stecca, CEO di Silla Industries –
Nella mobilità elettrica il Nord Europa è da sempre il punto di riferimento, con la Norvegia che svetta in tutte le classifiche primeggiando nelle vendite di auto elettriche e ibride con una quota di mercato nel 2020 che copre quasi l’80% di tutta Europa. L’Italia, come altri mercati meno maturi, è ancora oggi in una posizione di “follower”, addirittura dopo Spagna e Ungheria, con una quota solo del 4%. In realtà, se guardiamo il confronto con l’anno precedente ci accorgiamo di una crescita importante e costante, spinta dagli incentivi governativi e dalle risorse del PNRR per favorire la transizione ai mezzi meno inquinanti, oltre che da una crescente sensibilità a tutti i temi green, legati al rispetto dell’ambiente e alla riduzione delle emissioni di CO2.
Da protagonista della filiera credo che l’elettrico non sia più solo futuro ma che sia già arrivato nel nostro presente: il nostro settore sta crescendo in maniera travolgente, con un progresso e un’innovazione tecnologica che può offrire enormi opportunità e uno stimolo per restituire la posizione di leadership che l’Italia, insieme alla Germania, ha ricoperto nei passati decenni nel settore automotive, anche oggi con l’avvento dell’auto elettrica.
Il governo ha sul tavolo molti strumenti per rivitalizzare la filiera della mobilità elettrica. Un tentativo recente, anche per rilanciare un settore, quello dell’ospitalità, duramente colpito dall’emergenza sanitaria da Covid-19, ha voluto mettere a disposizione degli operatori strumenti espansivi che possano stimolare, grazie alla green mobility, il rinnovamento delle strutture per renderle più competitive.
Il Superbonus 80% è un’iniziativa fortemente voluta dal ministero del Turismo che coinvolge tutte le strutture che operano nel settore del turismo che scelgono di effettuare interventi di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza degli immobili. Un valore di 500 milioni di euro per credito d’imposta a fondo perduto per le imprese turistiche: un incentivo che interessa alberghi, agriturismi, ma anche stabilimenti termali e balneari, che potranno ottenere un contributo anche per l’acquisto di colonnine di ricarica, che rientreranno nei costi ammissibili insieme a impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo.
Questo significa solo una cosa: che i viaggiatori stranieri, attratti dallo straordinario appeal turistico del nostro Paese, guidano elettrico e cercano strutture pronte ad accogliere le esigenze che ne derivano tra cui, ovviamente, la possibilità di ricaricare la propria auto. Quello a cui assisteremo è che la presenza del punto di ricarica passerà da elemento aggiuntivo dalla relativa importanza, a variabile decisiva che decreta una prenotazione o meno.
Le aziende del settore, per agevolare l’imprenditore, stanno rilasciando sul mercato nuovi prodotti per semplificare ed ottimizzare il servizio horeca (acronimo di hotellerie-restaurant-café, ndr) rendendo la gestione della ricarica un vantaggio competitivo e remunerativo. Una cooperazione sinergica, quella tra turismo e mobilità elettrica, che punta alla rinascita di un settore che è fiore all’occhiello del nostro Paese proprio a ridosso dell’apertura della stagione turistica.