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Porte girevoli, Csm e magistrati onorari: le sfide per Mattarella
L’autore di questo post è Costantino Ferrara, vice presidente di sezione della Commissione tributaria di Frosinone, giudice onorario del Tribunale di Latina, presidente Associazione magistrati tributari della Provincia di Frosinone –
In questo periodo ci sono stati degli avvenimenti che non possono lasciare indifferenti i cittadini, tra cui non posso non citare il discorso di Mattarella, alla sua rielezione. Discorso accompagnato e scandito da ben 54 applausi del parlamento riunito, quando ha indicato quale primaria e fondamentale esigenza dell’agenda governativa la riforma del CSM e della Giustizia. Il presidente ha bacchettato le toghe, sostenendo che devono recuperare il prestigio perduto. Perfettamente d’accordo. Solo che mi chiedo perché il presidente Mattarella, al suo secondo mandato, essendo anche presidente del CSM da ormai 7 anni, non sia intervenuto quando avrebbe potuto e dovuto; e mi riferisco soprattutto al momento dello scandalo “Palamara”, momento propizio per azzerare addirittura il CSM.
Alle cronache, si ricorda solo quando alla fine del mandato si è recato per un saluto al CSM e in quella occasione ha firmato la nomina del presidente e del presidente aggiunto della Cassazione, nonostante una precedente sentenza del Consiglio di Stato avesse annullato tali nomine sul ricorso di magistrati in possesso dei titoli per essere a capo del Palazzaccio.
C’è un altro fatto che merita riflessione. Nell’ultimo concorso per 310 posti in magistratura, che si è svolto in luglio, solo il 5% di candidati è risultato idoneo, per errori riguardanti la grammatica, la sintassi e la terminologia della lingua italiana. Insomma sono risultati idonei solo 88 candidati e bocciati 1532 candidati, perché non sapevano leggere e scrivere. Figuriamoci sul resto, cioè sulla conoscenza del diritto. La magistratura ha in mano la vita de cittadini.
Occorrerebbe trovare un sistema di reclutamento diverso. Non posso non pensare, a questo punto, a tutti i magistrati onorari che da almeno 15 anni abbiano esercitato la giustizia con le stesse funzioni dei magistrati togati, ma non con gli stessi diritti ( economici, diritto di ferie, di malattie, dimensione, eccetera).
Altro argomento meritevole di riflessione riguarda i circa mille cittadini che finiscono in cella ogni anno, poi riconosciuti innocenti. L’ex viceministro della Giustizia Enrico Costa ha sostenuto che il vero numero dei cittadini risultati innocenti è 10 volte di più. Errare è umano, ma perseverare è diabolico. A fronte di tali numeri, fa scalpore il paragone che, dal 2010 al 2021, solo un magistrato è stato riconosciuto colpevole è costretto a pagare una somma per i propri errori. Uno solo. In oltre 10 anni. Il dato è inverosimile, non può esistere (e non esiste) una categoria di essere umano “infallibile”, tanto nella magistratura, quanto altrove.
Altro argomento che in questi giorni è apparso sui quotidiani riguarda le continue lotte tra magistrati (scandalo Eni, loggia Ungheria, ecc.). Tutti contro tutti. Certo non è una bella figura, non la migliore immagine nel mondo. Mi ritorna la mente una profezia, che si sta concretizzando miseramente e vergognosamente in questi giorni, di Bettino Craxi: “I magistrati finiranno per arrestarsi tra di loro “.
Ed allora, se veramente il Presidente, il Parlamento e la magistratura intendono cambiare rotta, avendo ormai toccato il fondo e raggiunto i minimi storici di credibilità tra la gente, accentuando il divario tra paese reale e paese legale, occorre una immediata, non procrastinabile inversione di tendenza, affrontando non con il fioretto, ma con la spada una vera riforma del CSM e della Giustizia, seppur siano necessarie poche e sostanziali modifiche.
È inutile parlare ancora del modo di essere eletti nel CSM, con il sorteggio o con le elezioni. Non diamo ascolto a coloro che discutono sul sesso degli angeli, ma siamo pratici e realistici. Si può anche allargare a 30 il numero dei componenti del CSM, ma ciò non può prescindere dall’inserimento nel CSM di un 30% di magistrati onorari. Anche perché rappresentano 6000 unità a fronte di 9000 togati.
Poi, impedire o quantomeno limitare la famosa “porta girevole”, cioè permettere che un magistrato possa fare attività politica (diventare un deputato, un senatore e quant’altro) e, terminato il percorso politico, tornare bellamente in magistratura, per poi magari rifare il passaggio qualche anno dopo. Sarebbe veramente a dir poco, immorale.
Infine, richiamare in forze tutti i magistrati impegnati nei ministeri, come capo gabinetto, capo legislativo e consulenti vari, per tornare a fare il proprio lavoro, in un settore oberato da ritardi e malfunzionamenti.