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La Lombardia ha messo il turbo. Ma i rischi per l’economia non sono finiti
Congiuntura. Parola complessa. Evocativa. Del presagio. Di come potrà andare il futuro dell’economia. Uno dei maggiori economisti italiani, Maffeo Pantaleoni (1857-1924), faceva risalire la genesi di questo termine all’espressione latina conjunctio rerum omnium, ossia “congiunzione degli esseri in una catena fatale che li rannoda fra loro e ne condiziona i comportamenti” (cfr. Guido Carli, prefazione al volume di Innocenzo Cipolletta, Congiuntura economica e previsione, il Mulino, Bologna, 1992). Per cui, in ambito economico, congiuntura è la fase del ciclo economico che l’attività attraversa in un dato periodo.
Orbene, secondo la Nota di aggiornamento congiunturale dell’economia lombarda realizzata dalla Banca d’Italia, le cose si stanno mettendo molto bene. Nel 2021 l’economia dovrebbe crescere di oltre il 7%, dato che non si vedeva dai primi anni Sessanta.
L’indicatore coincidente Regiocoin-Lombardia (costruito attraverso la combinazione di 170 serie economiche) conferma una crescita robusta delle componenti di fondo dell’economia. La manifattura e l’edilizia guidano la ripresa.
Secondo il direttore della sede di Milano di Bankitalia Giorgio Gobbi due sono i rischi che corre l’economia:
• Le difficoltà di approvvigionamento di materie prime e prodotti intermedi, e l’incremento dei loro costi (che sono la causa primaria dell’inflazione a cui stiamo assistendo);
• L’evoluzione della pandemia. Visto che l’economia lombarda ha una forte vocazione all’export (+22,6% nel primo semestre 2021), eventuali lockdown dei nostri partner porterebbero contraccolpi anche da noi, senza contare che il clima di fiducia ne verrebbe impattato, con conseguenze sui consumi.
Comunque, secondo i sondaggi della Banca d’Italia effettuati tra settembre ed ottobre su un campione di imprese industriali con più di 20 addetti, circa il 70% ha registrato una crescita delle vendite nei primi tre trimestri dell’anno. Per i due terzi delle imprese il fatturato sarebbe tornato su livelli analoghi o superiori a quelli del 2019.
Fonte Bankitalia
L’indice di fiducia in ripresa porta gli imprenditori a rivedere al rialzo i piani di investimento formulati a inizio anno. La coordinatrice della Nota Paola Rossi rileva come anche per il 2022 le intenzioni di investimento sono improntate a una ulteriore crescita. Se i tassi di profitto si manterranno buoni – costi di logistica e di approvvigionamento permettendo – le imprese potranno realizzare gli investimenti in autofinanziamento, senza far ricorso al credito bancario (la domanda di credito infatti è in calo), utilizzando l’ampia disponibilità di cash sui conti correnti.
Fonte Bankitalia
Con i tassi di interesse al minimo storico di ogni tempo (con i chiari di luna sulle nuove ondate pandemiche, difficile che la Banca centrale europea stringa la cinghia; è cinico dirlo ma i contagi crescenti in Germania sono un antidoto al rialzo dei tassi), il mercato immobiliare non può che andare bene, soprattutto nel comparto residenziale, dove prezzi e scambi sono cresciuti, in special modo a Milano dove i prezzi in molte zone hanno raggiunto i massimi storici di ogni tempo.
Fonte Bankitalia
Nei primi sei mesi dell’anno sono stati erogati nuovi mutui per circa 6,7 miliardi di euro (oltre 1,2 miliardi di surroghe). Il cittadino, se in possesso di disponibilità economiche e di un lavoro, non dovrebbe esitare a comprarsi un’abitazione di proprietà indebitandosi. Con i tassi di interesse reali – ossia al netto dell’inflazione – negativi, sarebbe opportuno prendere a debito risorse come non ci fosse un domani. Per chi ricorda che i tassi di interesse superarono il 15% negli anni Ottanta, le condizioni di oggi sono difficilmente replicabili.
Il lavoro? Nell’industria il recupero dell’attività ha stimolato la ricerca di lavoro, con il conseguente calo di inattività e aumento del tasso di disoccupazione. Nei servizi, le incertezze complessive rendono improbabili assunzioni a tempo indeterminato, si assiste alla crescita dell’occupazione a termine.
Il 2021 partì in salita con le titubanze del governo Conte 2 sul piano vaccinale – ricordate il piano delle Primule del commissario Domenico Arcuri? – e poi a febbraio, con l’incarico di formare il nuovo governo da parte del presidente Sergio Mattarella a Mario Draghi le aspettative degli operatori si sono invertite in senso positivo.
Fonte Bankitalia
A ridosso del 2022, con l’elezione a gennaio del nuovo presidente della Repubblica, l’economia lombarda chiede stabilità, e spera vivamente che il lavoro di Draghi e del suo governo possa proseguire. L’economia è fatta di aspettative, di speranze, senza la fiducia non si investe e non si assume. Come ha detto Draghi qualche tempo fa, “un governo che cerca di non fare danni è già molto”. Poi ha aggiunto: “Ma non basta”.
Parafrasando Ugo La Malfa, la Lombardia è aggrappata all’Europa, alle filiere internazionali, ha bisogno come il pane di persone credibili che tengano alto l’onore dell’Italia. Per un imprenditore che esporta e gira il mondo con la valigetta, passare dal “bunga bunga” alla reputazione di chi ha sancito il “whatever it takes” è oro puro. Non possiamo permetterci di fare passi indietro. La congiuntura negativa colpirebbe la struttura economica e patrimoniale del sistema produttivo.
Twitter @beniapiccone