categoria: Distruzione creativa
Il famoso metaverso e l’economia, ecco le potenzialità dei mondi virtuali
Post di Lorenzo Cappannari, CEO e Founder di AnotheReality –
Le tecnologie immersive nascono nell’ultimo decennio del Novecento, periodo in cui prende forma una distinzione chiara fra realtà virtuale, che permette di entrare in esperienze coinvolgenti usando caschi o visori completamente immersivi, e realtà aumentata, che consente alle persone di sovrapporre elementi virtuali ai loro ambienti fisici. Grazie alla maturazione di queste tecnologie avvenuta negli ultimi trent’anni, oggi siamo alla vigilia della quarta rivoluzione informatica, che culminerà con la diffusione dello spatial computing, l’evasione definitiva del computer dalla bidimensionalità, per diffondersi in maniera omogenea nello spazio che ci circonda. Anche se sembra un concetto estremamente futuristico, si sta manifestando chiaramente l’interesse delle grandi aziende per queste tecnologie che spalancano la strada al metaverso, un insieme di mondi virtuali tridimensionali in cui le persone interagiscono tra loro per mezzo di avatar, vere e proprie realtà alternative dove ci si può dimenticare dei limiti e dei problemi del mondo reale.
È facile pensare che la diffusione del metaverso con il tempo aprirà nuove prospettive anche nel mondo del lavoro, grazie alla capacità di smaterializzare la fisicità, migliorando lo sviluppo e la vendita di prodotti o servizi, ottimizzando i rapporti umani da remoto, fluidificando i processi aziendali (siano essi formativi o collaborativi), e infine evolvendo l’interazione con luoghi e macchinari fisici. Si tratta infatti dell’interfaccia ideale, in quanto tridimensionale e diffusa nell’ambiente, per il nuovo paradigma di computing nello spazio – le cui tecnologie abilitanti sono già in parte diffuse nelle fabbriche moderne grazie al processo di trasformazione noto come quarta rivoluzione industriale o industria 4.0.
Con la diffusione di queste nuove tecnologie emergenti, le fabbriche automatizzate diventano quindi il primo naturale ambito di applicazione delle tecnologie immersive. Gli attuali dispositivi indossabili, in gran parte indirizzati al mercato industriale, permettono già molteplici casi d’uso: dal training virtuale su sicurezza e processi, alla diffusione della conoscenza nello spazio attraverso ologrammi persistenti; dal supporto remoto a mani libere, al supporto informativo contestuale.
Grazie a questo nuovo ecosistema digitale in rapida evoluzione, nelle fabbriche del futuro gli operatori si muoveranno sempre più liberamente tra mondi aumentati e mondi virtuali. Ci avvicineremo presto a quella nuova era in cui macchinari e prodotti smart saranno in grado di mostrare multipli livelli di dettaglio informativo, e racconteranno ognuno la propria storia, mentre le interfacce incoraggeranno all’esplorazione, offrendo un accesso a nuove forme di informazione contestualizzata.
Più che di trasformazione digitale, oggi, sarebbe meglio parlare di trasformazione virtuale, un nuovo paradigma secondo il quale il computing entra nello spazio, e lo spazio entra come nuovo paradigma di gestione e diffusione dell’informazione. In questo scenario, fondamentale è lo sviluppo di spazi virtuali condivisi, luoghi dove incontrarsi replicando quanto più possibile le interazioni del mondo fisico. Dopo il grande risveglio digitale, seguito all’emergenza pandemica, questi spazi virtuali hanno progressivamente acquistato sempre più rilevanza in diversi settori di business: i comparti marketing e commerciale delle aziende hanno creato gemelli digitali di showroom, agenzie e negozi, per proseguire le loro attività di vendita mettendo a proprio agio i clienti anche da remoto.
La novità dei gemelli digitali rappresenta una svolta anche a livello aziendale, grazie alla nascita dei cosiddetti uffici virtuali, mondi virtuali per il business, dove è possibile incontrarsi mediante il proprio avatar e collaborare attraverso tools immersivi specifici. Oggi questi nuovi ecosistemi digitali, figli della trasformazione virtuale in arrivo, rappresentano gli strumenti ideali per un approccio ibrido ai luoghi di lavoro, permettendo di godere dei vantaggi dello smart working in termini di produttività e motivazione, senza subirne le limitazioni. Si tratta però a ben guardare di primi passi verso quello che già viene da molti visto come il tool chiave delle aziende del futuro, ossia il mondo virtuale dell’azienda, un headquarter virtuale, un nuovo punto di aggregazione con clienti e fornitori, e soprattutto un nuovo tipo di interfaccia digitale per le tecnologie di computer nello spazio.
Perché questi scenari si realizzino, sono però necessari due fattori abilitanti. Da un lato l’adozione di nuovi strumenti ad hoc che consentano un ingresso semplice nel nuovo paradigma del metaverso, quindi piattaforme di creazione che semplifichino lo sviluppo di applicazioni tridimensionali – la cui creazione oggi richiede team dalle competenze multidisciplinari e lunghi tempi di sviluppo. Dall’altro, sarà necessario lo sviluppo e la diffusione di un nuovo tipo di hardware, una sfida tecnologica non banale sulla quale molte big tech si stanno concentrando: un occhiale di realtà aumentata realmente usabile in qualsiasi contesto sociale. Non un visore quindi, e neppure un occhiale con semplici funzionalità smart: un vero computer indossabile, performante e leggero, che sostituirà il cellulare e cambierà il nostro modo di vivere. L’ambiente e la conoscenza si fonderanno in un’esperienza unica in cui il mondo diventerà un grande sistema operativo.
Una rivoluzione tecnologica come quella che si prospetta porterà stravolgimenti anche sul piano economico. A questo proposito, secondo uno studio della società di consulenza PwC, lo spatial computing sarà la prossima industria a superare il valore annuo di un triliardo di dollari, raggiungendo un triliardo e mezzo entro il 2030. Per avere un metro di paragone, si tratta della grandezza del mercato farmaceutico mondiale nel suo complesso. Così come l’avvento dello smartphone ha permesso la nascita di nuovi business, il nuovo paradigma informatico permetterà la nascita di nuove startup miliardarie, di nuovi ecosistemi, addirittura di nuove economie. Come spesso accade con la nascita di una nuova tecnologia dirompente, quest’ultima forzerà al cambiamento molti attori economici, e non solo si creeranno nuovi bisogni, ma si risponderà anche a vecchi bisogni in maniera nuova.
È quindi imprescindibile oggi per tutte le aziende prendere atto del cambiamento che avanza, attrezzandosi sul fronte delle tecnologie immersive, in modo da sfruttare appieno la crescita del loro immenso potenziale e assumere un vantaggio strategico sui competitor.
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