categoria: Vendere e comprare
Bill Gates e Four Seasons, quale lezione per gli hotel in Italia
Pubblichiamo un post di Raffaello Zanini, fondatore del portale Planethotel.net. Laureato in urbanistica, assiste gli investitori del settore turistico alberghiero con studi di fattibilità, consulenza ai progettisti, ricerca di soluzioni finanziarie –
Se non fosse che il protagonista è Bill Gates la notizia sarebbe stata relegata in un trafiletto nei giornali finanziari. “Bill Gates’s private investment company has signed a deal to increase its stake in Four Seasons Hotels and Resorts so that it will hold a controlling interest. Cascade Investment LLC will pay US$ 2.21 billion in cash for half of the 47.5 per cent stake owned by an affiliate of its long-term investment partner, Saudi Arabia’s Kingdom Holding Co”.
Ma a mio parere la notizia è veramente ghiotta, Bill Gates non investe per lasciare le cose come stanno, penso invece che la mossa preluda ad un cambio di strategia per quel gruppo (fatevi un nodo al fazzoletto).
Intanto precisiamo che Cascade Investment LLC è una holding statunitense e una società di investimento con sede a Kirkland, Washington. È controllata da Bill Gates. Inoltre va detto che l’investimento viene fatto nella sola società di gestione e management degli hotel. Infatti Four Seasons non ha la proprietà degli hotel, ma li gestisce, con un profit margin piuttosto basso. I contratti tra la proprietà degli hotel e la società che fornisce il marchio e la capacità di gestione permettono alla Four Seasons di controllare in modo completo il design e la gestione operativa degli hotel.
Nel modello di business di Four Season il rischio è quasi totalmente sul capo dei proprietari degli hotel, che però investono volentieri per la solidità del brand che rende i loro asset estremamente forti come collaterale dei finanziamenti necessari a realizzarli, oltre che garantirne un buon profitto in caso di vendita.
Oggi Four Seasons gestisce 121 hotels e resorts, 46 complessi residenziali in 47 paesi, ma soprattutto ha in pipeline altre 50 proprietà.
Operando nel segmento lusso Four Seasons richiede continui investimenti in personale di qualità, che tra l’altro impiega proporzionalmente in misura maggiore di altre catene lusso, e investimenti in manutenzione che viene gestita con un apposito “conto” ad essa riservato da ciascun hotel.
Tutto questo ha reso la catena il benchmark dell’hospitality del lusso, e sebbene oramai i competitor siano più di dieci, certamente i Four Seasons sono il punto di riferimento per investitori, lavoratori e clienti.
Da oggi Bill Gates entra nel pieno controllo della catena, salendo al 71,25% delle quote, acquisendo una significativa percentuale della società dal principe Alwaleed, che le cronache ricordano per essere stato messo agli arresti domiciliari assieme a molti altri familiari nel 2018 al Ritz-Carlton Hotel di Riyadh.
Questa acquisizione avviene un anno dopo del crollo spaventoso che il turismo di lusso ebbe a causa del coronavirus.
Un anno fa scrivevo proprio qui: “Il Coronavirus sta devastando il turismo mondiale. Secondo STR nella settimana che terminava col 28 marzo 2020, ad esempio, negli USA il parametro fondamentale per il settore che misura la redditività di ciascuna camera disponibile, è crollato dell’80,3%, con una punta del -93,3% nel segmento lusso.
In America un calo così forte non lo si ebbe nel settembre 2001, ai tempi dell’attentato alle Torri Gemelle (-38% in una settimana), e neppure nel settembre 2009, nel momento del crollo di Wall Street (-25% in una settimana).”
Come nel 2020 il calo fu drastico, oggi la ripresa del turismo di lusso è altrettanto forte. Sul tema è intervenuto un altro big del settore: Il presidente di Accor Sébastien Bazin. Accor ha recentemente acquisito Ennismore. Bazin ha affermato che “la divisione lusso rappresenterà a breve il 30% del fatturato globale del gruppo. Entro la fine dell’anno avremo 99 hotel in Ennismore, ed altri 120 firmeranno nei prossimi 18 mesi, cui si aggiungeranno i brand Rixos e Orien Express”.
A leggere questi numeri la competizione sarà veramente violenta, e vincerà chi ha il modello di business più innovativo, anche perché a parte i due casi citati i competitor sono davvero agguerriti, grazie alla facilità di ottenere denaro per un settore in grande trasformazione, cui purtroppo l’Italia appare destinata rimanere ai margini.
Dice Bazin che prevede un forte cambiamento nella segmentazione del turismo, proprio come già prevedevo ad aprile 2020. “La mia quota del 40% per il tempo libero migliorerà notevolmente, con soggiorni più lunghi e una maggiore connessione con l’ambiente. L’ho cercato negli ultimi cinque anni e ora arriverà”.
Inoltre Bazin ha aggiunto che è molto preoccupato per il previsto calo del 20% dei viaggi d’affari internazionali, che secondo lui potrebbe essere più profondo, fino al -25%.
Se il mondo cambia serve una strategia. Ma di strateghi in Italia ve ne sono ben pochi. Come già era chiaro prima della pandemia, le cose da fare in Italia sono note da tempo. Gli investitori stranieri attivi in tutto il mondo, considerano l’Italia sia un buon mercato dove acquistare hotel, soprattutto in città, e soprattutto attivi, e di lusso. Non investono in hotel 3 stelle perché spesso piccoli e perché in concorrenza diretta con gli AirBnB. Non prendono in considerazione operazioni di sviluppo che richiedono anni per essere avviate (lasciano che il rischio della burocrazia se lo prendano gli italiani, che hanno sempre meno voglia di fare).
Non prendono in considerazione zone bellissime ma troppo stagionali perché non sono attrattive per lunghi periodi dell’anno, ritardando di molto il momento in cui l’investimento si sarà ripagato. Lasciano perdere le zone del sud dove gli usi e costumi sono ben diversi da quelli che una società di investimento straniera o un fondo conoscono.
Per questo motivo le strutture richieste sono limitate alle poche zone veramente ambite e il resto del paese lo si lascia agli italiani.
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