categoria: Draghi e gnomi
Durerà il miracolo spagnolo? (spiegato in 17 grafici, ma i gufi non c’entrano)
“Facciamo come la Spagna! Prendiamo esempio dalla Spagna! La Spagna sì che ha fatto le riforme…” Da qualche tempo è proprio la Spagna è il Paese che nell’Eurozona sembra incarnare appieno la miglior riuscita della strategia di austerity e riforme strutturali. I dati sembrano parlare chiaro: qui la ripresa corre più veloce rispetto alle grandi economie della zona euro, tanto che sono stati inanellati ben 9 trimestri consecutivi di crescita. L’occupazione ha rialzato la testa anche se non si può certo cantare vittoria, i salari reali hanno recuperato terreno, le imprese hanno ricominciato a investire.
Eppure, si legge in “Gain or more pain in Spain“, un recente studio di Simon Tilford, vicedirettore del Centre for European Reform, non ci sono prove sufficienti per sostenere che austerity e riforme abbiano davvero traghettato la quarta economia europea fuori dalla crisi. Gli ostacoli restano formidabili. La disoccupazione, per quanto in calo, resterà su livelli stratosferici per anni, e la Banca Centrale Europea non potrà garantire una politica monetaria talmente espansiva per un tempo infinito. In più l’inflazione bassa, troppo bassa, non basterà a erodere il debito pubblico.
Il fatto è che la Spagna rischia di entrare nella recessione prossima ventura (lo vedo, c’è chi sta già pensando a certi volatili notturni, sostantivo maschile di quattro lettere) avendo recuperato appena rispetto alla precedente, sostiene Tilford. E non è da escludere, purtroppo, che più che guadagno sia sofferenza. Più sofferenza che in passato.Di seguito una serie di 17 grafici dal lavoro di Tilford, che spiegano la realtà dell’economia spagnola con dovizia di particolari.